Come racchiudere in una sintesi il rapporto tra Massimiliano Allegri e Leonardo Bonucci, se non una relazione alquanto complicata mutuando un’espressione consueta e frequente sulle piattaforme digitali?
Assistere alla scena del raccoglimento della Juventus sotto la curva, con Bonucci attonito e affranto ma estraneo a quanto visto sul campo del Monza, ha riacutizzato quella tensione che già in precedenza aveva dominato e segnato una dialettica innegabile e che, nella recente storia dell’era Agnelli, ha contraddistinto ruoli e posizioni.
- Scelta tecnica con il Monza: fuori Bonucci, dentro Gatti
- Allegri-Bonucci, una relazione complicata
- Le perplessità dei senatori nello spogliatoio
- Lo sgabello di Oporto dopo la lite
- Il cambio passo per affrontare la crisi
Scelta tecnica con il Monza: fuori Bonucci, dentro Gatti
Dopo la figura rimediata in Champions contro il Benfica e l’esplosione di Juve-Salernitana, a Monza l’attesa era elevata e anche la formazione schierata era nelle aspettative un insieme di scelte ragionate e prossime alla perfezione, soprattutto in considerazione dell’avversario (ultimo in classifica e con un allenatore al debutto in panchina e in Serie A, l’ex Raffaele Palladino), assolutamente alla portata anche di una Juventus sull’orlo di una crisi di nervi.
Allegri anche allora era in discussione, eppure ha maturato la convinzione che fosse la scelta più corretta quella di lasciare in panchina il capitano, Leonardo Bonucci. Perché una decisione simile che, anche a livello mentale, ha la sua rilevanza? Perché adesso, poi? Allegri ha taciuto, soprattutto per una questione formale. A rispondere è stato il suo vice Landucci, che ha parlato al posto dell’allenatore squalificato, e ha risposto ricorrendo a una replica formale quasi studiata:
“Scelta tecnica”, la spiegazione addotta proprio da Landucci ai microfoni.
Ovvero, abbiamo ritenuto fosse meglio non schierare Bonucci, titolare in Nazionale e campione d’Europa, in grado di impostare il gioco da dietro, supportare l’intero reparto e indovinare i lanci sulla fascia oltre a vantare notevoli incursioni. soprattutto di testa. Di ipotesi ne sono state avanzate, a riguardo.
Secondo La Stampa, per citare il quotidiano di Torino vicino alle cose della dinastia Agnelli, ci sarebbero un po’ di malumori nello spogliatoio e l’esternazione forte da parte del capitano dopo il Benfica (“Sono preoccupato, facciamo fatica a fare tutto, non so se è un fatto fisico o mentale”) non sarebbe stata gradita da Allegri. Quindi, la “scelta tecnica” di lasciarlo ai margini, preferendogli Gatti, è scattata di conseguenza.
Leonardo Bonucci
Allegri-Bonucci, una relazione complicata
D’altronde i precedenti non depongono a favore di chi sostiene un clima disteso e un confronto idilliaco tra i due, nonostante al rientro alla Juventus, Bonucci in una celebre intervista citò Allegri come riferimento e promise all’intera tifoseria bianconera fedeltà assoluta addirittura paventando l’idea di diventare, nella sua prossima carriera, allenatore seduto su quella panchina occupata anche oggi dal tecnico livornese.
Quelle dichiarazioni segnavano anche un rapporto ricucito, anche se strappato e in malo modo con quanto avvenuto nei mesi precedenti al trasferimento clamoroso di Bonucci dalla Juventus al Milan.
Le perplessità dei senatori nello spogliatoio
Se il motivo dovesse essere questo, sarebbe la dimostrazione pratica che sono fondati allora i rumors di uno spogliatoio bianconero non proprio convinto delle scelte di Allegri: lo dimostrerebbero, oltre alla panchina del capitano, anche la perplessità di Di Maria, quando è stato sostituito Milik contro il Benfica, e altri evidenti gesti di insofferenza di altri senatori.
Bonucci escluso sullo sgabello a guardare la partita dalla tribuna
Lo sgabello di Oporto dopo la lite
Nei mesi di tensione altissima, Allegri costrinse Bonucci al famoso sgabello di Oporto, quando il capitano rimase a guardare dalla tribuna la partita di Champions della Juve in Portogallo, dopo un plateale litigio in campo con l’allenatore durante la gara contro il Palermo che rimase negli occhi dei tifosi e anche nella testa dell’allenatore.
Espiate le sue colpe, metaforicamente, Bonucci è rientrato alla Juventus ma senza la tanto desiderata fascia di capitano, almeno fino agli avvicendamenti noti.
Il cambio passo per affrontare la crisi
Presupposti sufficienti a giustificare la scelta di lasciare fuori il capitano (e motivatore) in una partita così determinante, come quella di Monza che ha scansato ogni dubbio sul buio in cui si muove la squadra e ancora di più la società. Un’era di cambiamenti che risente anche della questione Superlega, i recenti cambi ai vertici e che, di certo, non dovrà a e non potrà rimane uguale a se stessa.