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Juventus, bufera Giuntoli per frase a Motta: i precedenti choc con Bonucci, Allegri, De Guzman

Le parole dette dal ds bianconero al tecnico rientrano nel carattere del dirigente, quanti precedenti anche a Napoli da De Guzman allo staff

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Era arrivato a Torino con la fama di re del mercato, forse un po’ troppo azzardata visto che nella sua carriera i flop negli acquisti sono stati superiori ai colpi vincenti (basti ricordare Gabriel, Valdifiori, Regini, Pavoletti, Tonelli, Diawara, Rog, Grassi, Younes, Bakayoko, Malcuit, Verdi, Tuanzebe e Petagna) ma l’effetto Kim e Kvara, presi semisconosciuti e diventati big internazionali in azzurro, aveva fatto cancellare tutto il resto ma chi è davvero Cristiano Giuntoli, il controverso ds della Juventus? La frase choc che avrebbe detto a Thiago Motta (“mi vergogno di averti scelto”) non stupisce troppo andando a scavare nel suo curriculum.

Per i tifosi della Juve Giuntoli colpevole quanto Thiago

Non da oggi il ds bianconero è entrato nel mirino dei tifosi che contestano un mercato sballato con milioni buttati al vento. Se nel suo primo anno alla Juve Giuntoli si era concentrato soprattutto sull’abbassare il monte stipendi (via tutti i più cari, da Di Maria in poi) per dare ad Allegri il solo Weah, questo era il vero anno 1 del ds a Torino. Campagna acquisti faraonica ma i risultati sono stati assai al di sotto delle attese con oggetti misteriosi come Douglas Luiz o punti interrogativi come Koopmeiners che gridano vendetta. Al di là del suo operato in campagna acquisti è il modo di fare di Giuntoli che fa discutere, visti i tanti precedenti ed è per questo che le parole dette a Motta non sorprendono.

Il braccio di ferro con Bonucci

Tra i primi a rendersi conto del carattere a dir poco ruvido di Giuntoli ci fu Bonucci. L’ex capitano bianconero era rimasto talmente esacerbato dal comportamento del ds da pensare anche di adire le vie legali con la squadra con cui aveva vinto tutto.

Bonucci era disposto a rimanere come prima riserva e abbassandosi lo stipendio ma fu messo fuori rosa e costretto ad andar via. “Ho annusato qualcosa – disse lui – leggendo i giornali. Poi il 13 luglio Giuntoli e Manna vennero a casa e mi comunicarono che non avrei più fatto parte della rosa della Juventus. Mi dissero anche che la mia presenza in campo avrebbe ostacolato la crescita della squadra. Questa è stata l’umiliazione che ho subito dopo oltre 500 partite in bianconero. Tutti mi hanno manifestato la loro vicinanza per il comportamento irrispettoso che ho ricevuto dalla società”.

La lite con Allegri

Anche con Allegri non sono mai state rose e fiori. Falso l’appoggio dato pubblicamente al tecnico livornese: Giuntoli se l’era ritrovato Allegri ma aveva altre idee e con un comportamento ambiguo, mentre pubblicamente e privatamente gli dava fiducia, nel frattempo lavorava per ingaggiare Thiago Motta, anche se gli “intervistati” dal direttore sportivo sono stati anche De Zerbi e Fonseca. . Si narra anche di un forte litigio dopo un pareggio con la Salernitana ma tutto venne fuori la sera della finale di coppa Italia contro l’Atalanta. Lì Allegri fece sapere al mondo intero cosa pensasse del ds, allontanandolo dalla coppa appena vinta e urlandogli di tutto. Anche con Soulè volarono parole di fuoco e minacce (“ti sbatto in Primavera”).

Il pugno a De Guzman

Non andarono diversamente le cose negli anni napoletani. Chi c’era racconta di un atteggiamento perennemente arrogante, di scontri pesanti, di sedie che volavano e pugni sul tavolo ma il vero pugno fu quello che diede a De Guzman. Lo raccontò lo stesso giocatore olandese in un’intervista a ‘volkskrant.nl’: “Giuntoli mi tirò un pugno in faccia, a separarci fu Zuniga“. Nel 2015 De Guzman iniziò ad accusare un problema allo stomaco: “Mi hanno messo a dieta, ho mangiato meno carboidrati, mi sono riposato ma il dolore continuava. Gli esami non mostravano niente e Benitez mi disse di andare da un altro medico ma al Napoli non era consentito perchè il dott. De Nicola aveva il potere” , ricorda De Guzman a ‘volkskrant.nl’.

Le cose non migliorarono con l’arrivo di Sarri: “Riuscivo a camminare ma non a correre al massimo della velocità. Non credevano che avessi problemi, pensavano me lo fossi inventato. Io stesso ho iniziato a dubitare dei segnali del mio corpo”. A quel punto il Napoli cercò di cedere De Guzman in Premier League ma il centrocampista si oppose scatenando la furiosa reazione di Giuntoli. “Mi disse che dovevo andarmene. Chiesi ad Advocaat (allora allenatore del Sunderland) di fare calmare Giuntoli ma lui parlava l’inglese a malapena quindi non funzionò”. Il giorno dopo arrivò l’offerta del Bornemouth ma De Guzman rifiutò anche quella destinazione: “L’assistente di Giuntoli mi disse che non se non avessi firmato a Napoli sarei morto. Non avrei giocato più”.

L’1 settembre, a mercato ormai chiuso, Giuntoli convocò De Guzman negli spogliatoi : “Mi disse: ‘Tu te ne andrai pezzo di m***, l’hai promesso’ . Io gli risposi che non avevo promesso niente. Mi arrivò un pugno dritto in faccia. Poi sono impazzito. Abbiamo iniziato a litigare, le sedie sono cadute. Ci divise il mio compagno Zuniga che mi disse di andare a casa”.

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