“Ma quale anno sabbatico, non l’ho mai detto“, Spalletti nelle scorse settimane ha fatto chiarezza sul suo destino. Quello degli uomini forti. Anzi, dei vincenti. Dopo la cavalcata con il Napoli il rischio di una falsa partenza è alto. Per ora l’allenatore è schierato in attesa del colpo di pistola. Come in una gara di 100 metri. Al traguardo non sa cosa trovare. Per ora si accontenta di correre, al momento però senza bandiera. Le panchine sono occupate, almeno in Italia. Le strade sono due: aspettare il momento giusto o prendere un’altra strada.
Spalletti e la voglia di ripartire
Il pensiero di Spalletti si muove sulla filosofia Thatcheriana: “È eccitante avere una crisi nelle proprie mani“. Un allenatore deve scegliere, deve indicare, deve saper far valere le proprie idee. Come quelle di un politico. L’ex Napoli di parole ne usa anche troppe per sottolineare e marcare quello in cui crede. Ora ne sono bastate poche: “Ho voglia di continuare“. Dove non si sa, ma la panchina è il suo habitat, come le galline nella villa del Cioni. Dove lui si rilassa, pensa e fa le scelte migliori della sua vita. Tanta passione, ma poche pressioni. Vuole ricominciare, ma anche attendere. Nulla di più complicato, la perfetta rappresentazione di se stesso.
Juve nel mirino? Le opzioni per Spalletti
Spalletti non ha mai negato di poter andare alla Juventus. Le domande sono state molte e vengono amplificate soprattutto quando siedi sulla panchina del Napoli. Invece i tifosi sono stati in piedi, a festeggiare per mesi interi l’obiettivo raggiunto dal tecnico di Certaldo. Lui è un professionista, non si preclude nulla. Non ha mai dati una risposta diretta. Ha spesso sviato, come sa fare. La mimica del corpo può essere un indizio. Luciano ama Napoli, ma ama anche il suo lavoro. Mette passione in tutto. Ora i bianconeri hanno rinnovato la fiducia ad Allegri, ma se la stagione non dovesse seguire il copione che immagina la dirigenza, potrebbero esserci colpi di scena. Stando al quadro de La Gazzetta dello Sport, per la Juve sarebbe tra quelli in cima alla lista, Giuntoli lo conosce bene. Ma ora è tempo di campo, ci sarà modo di pensare.
Le sirene arabe
Capire Spalletti è un sport complicato, è bravo anche in questo. Ti sa ipnotizzare e cerca di nascondere anche qualcosa che è in bella vista. “Nessuno mi ha cercato” – ha ribadito. Ma la verità – per La Gazzetta dello Sport – è un’altra. Le sirene arabe si sono attivate e sarebbero pronte a ricoprirlo d’oro. L’Al Ahli e non solo. La sua immagine sarebbe importante per valorizzare il campionato, dopo i tanti acquisti di leggende ormai verso il tramonto. Anche all’estero è sulla bocca e sul taccuino di tanti dirigenti. E allora non resta che aspettare il primo posto libero, come al gioco delle sedie dei bambini, dove però Spalletti ha il riservato.