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Nella Juventus autoconsistente non c'è spazio per Yildiz e Vlahovic, come cambia il mercato. La posizione di Exor

Obiettivo Champions e quindi quarto posto per la squadra dopo l'esonero di Motta e l'ingresso di Tudor a cui è affidato un arduo compito. Ma non è detto che ciò basti a escludere cessioni top

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Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

Ebbene, quando la calma apparente accompagnata da rassicurazioni superflue ha introdotto l’annuncio ufficiale dell’avvicendamento Thiago Motta-Igor Tudor era già in atto la constatazione che nell’anno dell’autosufficienza poco o nulla sarebbe rimasto della Juventus, così come era nota. In altri termini, le cessioni previste e prevedibili non basteranno e non esauriranno gli aggiustamenti in atto e l’estate che verrà, dopo l’agognato Mondiale per club, potrebbe riservare delle notevoli novità.

Tanti i giocatori che potrebbero essere ceduti e per ragioni che non riguardano il rendimento sul campo, ma per la ragione concettualmente opposta. A partire da Yildiz e Vlahovic, due facce della stessa moneta. Exor ha richiamato al raggiungimento di un obiettivo unico, quello della autonomia. Oggi, nonostante le eventualità da non scartare a priori, potrebbe essere ragionevole soffermarsi sulla situazione che riguarda Stellantis in primis, la Ferrari, le valutazioni di Jaki Elkann, chiamato a prendere delle decisioni.

Calciomercato Juventus, come cambia a giugno

Che cosa valuterà o meno Elkann, sarà noto nei fatti. Primo, contemporaneamente o dopo di essi si aprirà il tema più caro ai tifosi juventini, ovvero: chi verrà ceduto e chi potrà essere acquistato, in una simile situazione? La situazione è seria, e lo sappiamo perché già l’esonero di Motta e dei suoi ha un suo prezzo, come l’ingaggio di Tudor sul bilancio bianconero.

E alla luce del recente passato, la società ha il compito di non appesantire ulteriormente l’ammanco optando per soluzioni che, al contrario, aiutino a superare questa fase così delicata.

Vlahovic via, vuole la Premier

Chi può partire è quasi scontato, da scrivere. E anche quella finestrina di una settimana pre Mondiale per club: Dusan Vlahovic è il candidato numero uno per la particolarità dettata dal suo contratto e dall’ingaggio, in particolare, su cui il club non intende cedere di un millimetro per non trovarsi con l’acqua alla gola.

Il serbo vorrebbe la Premier, ma il Chelsea che pure aveva mostrato interesse non si è esposto e anche i possibili concorrenti stentano a presentarsi. Quei 12 milioni che scattano sono una spada di Damocle su cui i vertici della società non possono prescindere.

Yildiz pilastro Juve Tudor, ma potrebbe partire

Diverso il discorso per Yildiz, una plusvalenza certa in un quadro meno sicuro: il dt Cristiano Giuntoli non riterrebbe possibile una cessione del ragazzo turco a non meno di 65-70 milioni, cifra che l’Aston Villa – candidata numero uno – potrebbe permettersi e non solo. Le proprietà dei club inglesi sono nella condizione, lussuosa, di poter ingaggiare giocatori di prima fascia e corrispondere alle società che ne detengono i tesserini somme altrettanto elevate, nell’ordine di quanto citato sopra.

Fonte: ANSA

Yildiz

L’attacco è il reparto dove si rischia di cambiare di più, perché – senza quarto posto e quindi ChampionsKenan diventerebbe ancora più sacrificabile in virtù di una condizione che lo mette seriamente al centro di questa manovra. Yildiz sarà il cardine, il pilastro della Juventus di Tudor, è sicuro ma non rimarrà se sarà chiesto di fare sacrifici.

Il ragazzo è arrivato a zero e sarebbe una plusvalenza garantita per la società, che conta di arrivare addirittura a incassare 70-80 milioni.

I nodi irrisolti: Milik, i prestiti e Cambiaso

Rimane un punto interrogativo su Arek Milik, mai davvero rientrato dai ripetuti infortuni subiti a ripetizione dall’attaccante che comunque grava sul bilancio. Diversa la situazione di Randal Kolo Muani, che è in prestito: l’ipotesi di un nuovo prestito con riscatto nel 2026, ma senza Champions sarebbe azzardata. Posta la disponibilità del Psg, il giocatore non trarrebbe beneficio dal rimanere ingabbiato da questa assenza di obiettivi ambiziosi e il club stesso dovrebbe corrispondere una somma non inferiore ai 45-50 milioni. Impensabile, nella situazione attuale.

Kolo Muani ma pure Francisco Conceiçao, Renato Veiga e Pierre Kalulu sarebbero in forte dubbio. Se il Manchester City e Guardiola dovessero manifestare ancora interesse, la cessione di Andrea Cambiaso sarebbe inevitabile e utile alla causa.

Oltre al giocatore più stimato da Pep, ci sarebbero sul mercato anche Douglas Luiz, acquistato per 50 milioni dall’Aston Villa e poco aderente al progetto Motta e forse anche a Tudor e anche Nico Gonzalez, 33 milioni pagati alla Fiorentina tra prestito e obbligo di riscatto. Diverso il caso di Koop che, salvo offerte fuori previsione, dovrebbe rimanere a Torino.

Exor si interroga

L’ipotesi accarezza del possibile aumento di capitale non sarebbe così certa, né automatica per ragioni legata a portafogli e alle regole che imporrebbero cautela e riflessione.

Che in Exor, stando anche a quel che avrebbe riportato la Gazzetta, sarebbero in corso per comprendere fino a che punto rilanciare la Juventus. Per provare a procedere al passo sucessivo?

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