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Kolo Muani ovunque decide Juventus-Inter, genio e ruleta scatenano il confronto con l'incolpevole Vlahovic

Un paragone scomodo, in altri tempi impensabile: oggi con il dubbio sull'attaccante serbo e il futuro di Cambiaso la domanda è ovvia soprattutto dopo la vittoria contro i nerazzurri

Ultimo aggiornamento:

Elisabetta D'Onofrio

Elisabetta D'Onofrio

Giornalista e content creator

Giornalista professionista dal 2007, scrive per curiosità personale e necessità: soprattutto di calcio, di sport e dei suoi protagonisti, concedendosi innocenti evasioni nell'ambito della creazione di format. Un tempo ala destra, oggi si sente a suo agio nel ruolo di libero. Cura una classifica riservata dei migliori 5 calciatori di sempre.

L’ingresso di Randal Kolo Muani in una compagine in cerca di identità, francamente, è stata salvifica. E non per la bellezza della prodezza nella serata che ha sentenziato la rinascita contro l’Inter, nel derby d’Italia, che pure ha firmato un certo Francisco Conceicao. L’estro, la fantasia e la tenuta fisica li ha dimostrati in una progressione che, seppur breve, si è rivelata l’ennesima conferma della sua concreta propensione al pragmatismo ovvero ciò che serve – e mancava – al reparto offensivo bianconero che gode di un giocatore di livello adeguato.

Thuram sulla linea mediana è una certezza, Renato Veiga (altra new entry) conferisce quella sicurezza indispensabile a pensare, ragionare. Davanti, Kolo Muani fa il resto. Tanto e bene. La ruleta rimane impressa in questa giornata. Giusto, ma non si dimentica il resto.

Juventus-Inter, la ruleta di Kolo Muani

In una progressione breve ma intensa, Kolo Muani è il realizzatore che non ti aspetti: insacca con il cinismo che si chiede a un attaccante, scovando le risorse dell’assist man quando occorre e facendo addirittura il lavoro sporco quando è Thiago Motta a chiederlo. Una versatilità che viene chiesta a Kolo Muani, il quale risponde a ogni richiesta senza mancare di lucidità.

In 4 partite, 5 gol con una crescita di qualità e consapevolezza che non si attende da tutti quelli che come lui lasciano a metà stagione un posto nel Psg (non proprio al sole) per ritrovarsi in una squadra blasonata, prestigiosa ma che patisce le conseguenze anche sul piano sportivo di quanto avvenuto nel recente passato.

L’ascesa inarrestabile

In questo mini ciclo, il nuovo acquisto ex esubero per Luis Enrique si è rivelato quel centravanti che sa segnare, lottare e prendere falli che forse serviva adesso per risolvere e sbloccare una squadra rimasta avvitata su un potenziale evidente eppure inespresso. Il derby d’Italia è della Juventus, di Kolo Muani che forse conosce appena Torino però si mostra l’attaccante con le doti più giuste ora.

Fonte: ANSA

Kolo Muani

La ruleta agevola la sua celebrazione. È al 74′ che è salito in cattedra (e non eravamo preparati): controllo al volo al limite dell’area vincendo il contrasto con Calhanoglu (non è la sua serata), difesa del pallone con Barella, ruleta ad evitare Mkhitaryan, dribbling su un Acerbi stordito e appoggio per Conceiçao, che infilza Sommer. Il suo primo assist decisivo se lo regala nella sfida più mitologica all’Allianz Stadium. Un regalo che si somma alla rete contro il Napoli, i doppi contro Empoli e Como.

Il confronto con Vlahovic segno di questa nuova era

Forse il confronto con Vlahovic, in un’epoca diversa, sarebbe molto più sfumato. Oggi si deve alla constatazione che si deve scegliere. Anche se rinunciare non piace a nessuno e Dusan è chiamato a svolgere un lavoro diverso, rispetto al nuovo acquisto che non chiede la collaborazione dei compagni.

I prestiti funzionano ma Cristiano Giuntoli è chiamato a tradurli in operazioni estive: per Kolo Muani, il Psg non dovrebbe fare resistenze ma come negare come 50 milioni siano più che giusti per un simile andamento?

Sulla formula il futuro potrebbe riservare qualche ritocco per assecondare le necessità anche del club transalpino che non può e non deve rimanere ancorato a Kolo Muani, giocatore a cui lo stesso Luis Enrique potrebbe rinunciare.

I riscatti Kolo Muani e Renato Veiga

C’è poi la posizione di Renato Veiga, da vagliare. La sua sicurezza, evidente anche contro l’Inter, fa riflettere: il Chelsea l’ha acquistato la scorsa estate per 14 milioni di euro e a gennaio – diciotto partite più tardi – l’ha spedito in prestito alla Juventus.

Classe 2003, ha un contratto coi Blues valido fino al 30 giugno 2031 ma non ha mai trovato lo spazio voluto con Enzo Maresca che non ha opposto resistenza al prestito. Renato Veiga vuole giocare, per sé e in prospettiva Nazionale: cerca un posto al sole, che il Chelsea non sarebbe intenzionato a regalargli. Lato Juve, un acquisto a titolo definitivo a 15-20 milioni di euro sarebbe una possibile chiusura da valutare già a giugno.

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