Dalle pagine di Gazzetta dello Sport, l’ex pallavolista Lara Lugli è tornata a parlare. La storia della giocatrice era diventata virale: discriminata e senza un contratto quando aveva scoperto di essere in dolce attesa.
- Mamma e atlete: Lugli rivendica tutele
- La battaglia della Lugli continua
- Cos'era successo a Lara Lugli
Mamma e atlete: Lugli rivendica tutele
Nella giornata internazionale delle donne torna a far parlare l’ormai ex pallavolista Laura Lugli, celebre per essere stata discriminata dopo aver annunciato di essere rimasta incinta. Dalle pagine della Gazzetta, spiega, come a oggi continuino a non esserci tutele per chi decide di avere dei figli, a differenza di quanto accade per infortunio. «Non paragono la gravidanza a un infortunio, per carità – precisa – però chi non gioca perché si è fatto male continua a ricevere lo stipendio. Una donna in gravidanza no. Credo che sia un errore etico. Un club potrebbe cominciare a comportarsi in un altro modo e altri probabilmente seguirebbero. Se non altro per evitare danni di immagine».
La battaglia della Lugli continua
La pallavolista nonostante questo non si è arresa e con la sua testimonianza e il suo impegno cerca di far in modo che si ponga l’accento sul problema ma soprattutto lavora perché questo venga risolto. «Mi sono prodigata molto – continua – perché in Italia manca la comunicazione. Dopo quello che mi è accaduto sono stata contattata da tanti studenti per le loro tesi e mi ha fatto piacere che si siano interessati al caso. Credo che un cambiamenti debba partire dai dai ragazzi». Poi spiega come spesso queste situazioni si verifichino solo in Italie e anche l’arrivo della legge sul Professionismo non abbia ancora permesso di fare quel passo in più. E poi conclude «Più un’atleta è famosa, meglio è. Se ci fosse una Pellegrini che resta incinta e in attività faremmo passi più grandi. Spero che in futuro ci sia una fuoriclasse in attività che si faccia carico di questi temi».
Cos’era successo a Lara Lugli
Lara Lugli, ha appeso le ginocchiere al chiodo nel 2019. Di lei si è iniziato a parlare però per una vicenda extra sportiva. Rimase infatti in dolce attesa, senza contratto e stipendio e citata per danni dal suo allora club del Pordenone. Nacque una vicenda giudiziaria con la squadra che alla fine fu costretta a ritirare la citazione e a pagare tutti gli arretrati. Il numero uno della Fipav, Manfredi, all’epoca disse: «È assolutamente inaccettabile considerare la maternità quale giusta causa di risoluzione contrattuale imputabile a una futura mamma».