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Europei Roma, non solo Jacobs e Tamberi: chi sono gli azzurri che vanno alla conquista di Parigi

Dopo la scorpacciata di medaglie di Roma si guarda già alle olimpiadi: Jacobs, Tamberi e Palmisano possono ripetersi, Fabbri, Furlani e Simonelli le grandi speranze

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Ci siamo fatti fatto una scorpacciata di medaglie, ma come sempre accade adesso viene il difficile. Perché ripetersi nello sport è certamente più complicato che vincere per la prima volta: gli atleti italiani che hanno dominato agli Europei di Roma lo sanno perfettamente, tanto che tra una cinquantina di giorni a Parigi le cose potrebbero prendere tutta un’altra piega. Eppure l’Italia che ha stupito il continente (e il mondo intero) nella rassegna continentale sente di avere ancora molto da poter dare a sé stessa, provando soprattutto a capire a quali medaglie potrà dare la caccia ai giochi.

La Fidal non si pone limiti: “Ma a Parigi sarà un’altra storia”

Stefano Mei, il presidente Fidal, ha provato a caricare tutti: “A Parigi possiamo ripeterci e conquistare almeno 6 medaglie. La cosa più bella è sapere che Tokyo, Monaco, Budapest ed Eugene non sono stati lampi isolati. Siamo la migliore squadra europea e con margine, e adesso vogliamo continuare a far bene anche a Parigi”.

Dove però Antonio La Torre, il direttore tecnico, preferisce mettere le mani avanti: “Non riusciremo a vincere 20 medaglie, perché le olimpiadi sono tutta un’altra storia. Però dovremo anche cercare di mantenere vivo tutto questo entusiasmo, perché è contagioso e può portarci a fare dei risultati importanti. Mi aspetto che Tamberi, Jacobs e Palmisano siano ancora una volta gli elementi trainanti, ma sarà importante aiutare i giovani, vedi Simonelli e Furlani, ad ambientarsi in fretta in gare che fanno davvero storia a sé”.

Da Tokyo a Parigi: 5 medaglie d’oro ancora possibili

Quali potranno essere allora le medaglie “confermabili” a Parigi? Certo, pensare di tornare a casa con un bottino fatto di 11 ori, 9 argenti e 4 bronzi è oggettivamente fuori da ogni logica. A Tokyo le medaglie furono 5, tutte d’oro, e in fondo tutti e 5 i trionfatori di quell’edizione dei giochi disputata nel silenzio saranno nuovamente sulla piazza in terra francese. Quattro di quelle medaglie d’oro sono già state confermate a Roma: Marcell Jacobs nei 100 metri, Gianmarco Tamberi nel salto in alto, Antonella Palmisano nella marcia (seppur 20 km) e la 4×100 maschile. Mancava all’appello Massimo Stano, che pure a Parigi avrà le sue chance.

Chi potrebbe ripetersi tra questi? Tamberi e Palmisano hanno dimostrato di avere una marcia in più rispetto ai rivali: loro sono decisamente al top nelle rispettive discipline e possono realisticamente pensare al bis. La 4×100 è stata già argento lo scorso anno a Eugene, ma è sembrata davvero in grande spolvero e con margine, oltre ad avere maggiori opzioni rispetto al passato (Melluzzo, Simonelli e Ali sono più di semplici riserve o alternative). Jacobs sogna di confermarsi, ma sin qui ha corso troppo piano per pensare di avere una chance reale di titolo (10.02 il primato stagionale: bisognerà scendere di almeno due decimi).

Le altre certezze: Fabbri, Simonelli e Furlani

Non ci fossero quelle “bestie” (in senso buono) di Joe Kovacs e Ryan Crouser, Leonardo Fabbri avrebbe già messo l’ipoteca sull’oro del getto del peso. Dovesse arrivare anche un bronzo sarebbe comunque tanta roba, perché significherebbe essere il primo degli “umani”.

Chi a Roma ha impressionato è stato Lorenzo Simonelli nei 110 ostacoli: il 13.05 corso nella finale degli Europei l’ha proiettato al secondo posto della graduatoria stagionale, dietro soltanto a Grant Holloway (13.03), ovvero il dominatore della scena negli ultimi anni. Qui, insomma, a medaglia ci si potrebbe andare. E in teoria anche Mattia Furlani ha nelle gambe un salto da medaglia: nel 2024 con 8.38 ha ottenuto la quarta miglior misura mondiale, arpionando l’argento indoor a Glasgow e quello Europeo a Roma, entrambe le volte dietro il fenomeno greco Tentoglou.

Senza dimenticare poi chi a Roma non c’era, ma che a Parigi debutterà con la maglia della nazionale azzurra: Andy Diaz nel triplo è nel gotha mondiale, accreditato tranquillamente di una misura da podio, sebbene lo spagnolo Diaz Fortun agli Europei abbia alzato notevolmente l’asticella della specialità (18.18: Diaz ha un personale stagionale di 17.61).

Possibili sorprese: Iapichino e Sibilio, giusto crederci

Ci sono medaglie che potrebbero tornare, come quella di Larissa Iapichino sempre nel lungo, ma femminile: la tedesca Mihambo sembra su un altro pianeta, lei però intanto ha mandato segnali cogliendo un argento di valore e (statene certi) a Parigi il podio se lo giocherà. Anche Alessandro Sibilio nei 400 ostacoli ha dimostrato di essere cresciuto tanto: Warholm resta una spanna avanti, ma anche in questo caso una medaglia (magari d’argento) è ancora possibile.

Per tutti gli altri, da Yeman Crippa nella maratona a Nadia Battocletti nel mezzofondo, passando per Sara Fantini nel martello, Pietro Arese nei 1.500 e Caitlin Tucuceanu negli 800, possibilità di andare a medaglia pressoché nulle. Ma nessuno si sogna di fasciarsi troppo la testa prima del tempo.

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