Si lamenta l’Inter, si lamenta la Juve, ma nessuna delle partite che vedono impegnate le prime della classe risulta falsata da errori arbitrali. Giornata interlocutoria, la quindicesima, per la nostra speciale graduatoria. L’Inter guadagna un altro punticino sulla Juventus, portandosi addirittura a +10, mentre i bianconeri sentono sempre più il fiato sul collo delle inseguitrici, un terzetto composto da Lazio, Roma e Napoli. Un solo match condizionato dalle indecisioni dei fischietti: quello di Lecce.
Lo spirito della classifica – Consueto riassunto delle puntate precedenti: il nostro è un giochino che si propone di chiarire quale sarebbe la classifica completa del massimo campionato senza errori arbitrali. Un giochino con dei limiti evidenti e soggetto a sua volta a inevitabili margini di imperfezione, visto che chiarire quali sono gli errori determinanti e quali no è esercizio molto difficile. E allora in calce trovate le regole del gioco.
Proteste nerazzurre – Vibranti le recriminazioni nerazzurre in occasione del match con la Roma. Più di ogni altro episodio, è il tocco col braccio di Spinazzola in area su conclusione di Lautaro Martinez a far gridare al rigore. Ma in effetti, gli estremi per il penalty non ci sono. Il difensore giallorosso respinge la sfera che gli schizza sul braccio: il regolamento parla chiaro, niente penalty, la decisione di Calvarese è corretta.
Piagnistei bianconeri – Decise anche le proteste di Sarri per l’espulsione di Cuadrado nel match dell’Olimpico. Secondo il tecnico della Juve, Lazzari va verso l’esterno del campo e dunque non si può parlare di chiara occasione da gol. L’ex arbitro Marelli, nel suo blog, spiega invece perché gli estremi per il rosso ci siano tutti: proteste immotivate. Due, semmai, gli errori di Fabbri e del Var Irrati. In chiusura di primo tempo manca un rigore alla Lazio per fallo di Emre Can su Lucas Leiva, in avvio di ripresa ci sarebbero gli estremi per il rosso per un piede a martello di Luiz Felipe su Matuidi. Un errore per parte, gara dunque non falsata.
Sviste ininfluenti – Clamoroso l’errore di Valeri a Bergamo: il Verona passa in vantaggio grazie a un fallo laterale battuto otto metri più avanti, mentre in campo c’è un altro pallone e mentre un altro calciatore scaligero sta per battere la rimessa da un altro punto. A “salvare” il fischietto romano è poi il risultato finale della gara: 3-2 per l’Atalanta. Il Var poteva intervenire? A stretto rigor di protocollo, no. Un protocollo che, anziché risolvere problemi, spesso finisce col crearne di nuovi.
L’errore di Lecce – Influente eccome, ai fini del risultato finale, è invece un errore commesso dall’esperto Rocchi di Firenze al Via del Mare. Lecce-Genoa finisce 2-2, con due espulsioni nella ripresa tra i rossoblu (ineccepibili i rossi ad Agudelo e Pandev), ma il primo gol del Grifone è viziato da una posizione di offside. Pinamonti, in netto fuorigioco, disturba Gabriel in fase di rinvio e la palla finisce addosso a Pandev, che segna. La posizione di Pinamonti non può essere considerata ininfluente, dunque gol irregolare.
La classifica senza errori arbitrali – Ecco, dunque, la classifica dopo 15 turni al netto degli errori arbitrali: Inter 40; Juventus 30; Napoli, Roma, Lazio 29; Atalanta 28; Cagliari 25; Torino 22; Parma 21; Lecce, Bologna, Verona 19; Fiorentina, Milan 18; Sassuolo 15; Sampdoria, Udinese 12; Genoa, Brescia 8; Spal 7.
La classifica reale – Ed ecco invece la graduatoria “vera”, quella con i punti conquistati sul campo (e con gli errori arbitrali). Tra parentesi sono segnati proprio i punti in più o in meno accumulati da ciascuna squadra: Inter 38 (-2); Juventus 36 (+6); Lazio 33 (+4); Roma 29, Cagliari 29 (+4); Atalanta 28; Napoli 21 (-8), Parma 21; Torino 20 (-2), Milan 20 (+2); Verona 18 (-1); Bologna 16 (-3), Fiorentina 16 (-2); Lecce 15 (-4), Sassuolo 15, Udinese 15 (+3); Sampdoria 12; Genoa 11 (+3); Brescia 10 (+2); Spal 9 (+2).
IL REGOLAMENTO – Questa classifica è stilata sulla base di quello che avviene in campo, in occasione di episodi decisivi e che possono determinare direttamente il risultato, come i gol convalidati o annullati, i rigori concessi o non concessi, un’espulsione esagerata o ingiusta a tanti minuti dalla conclusione del match. Non sono considerate le variabili non direttamente determinanti, come i cartellini gialli, i falli veri o presunti avvenuti nell’azione precedente a quella che ha portato a un gol, le rimesse laterali, i corner contestati, un’espulsione contestata in zona Cesarini, ecc.