Polemiche a non finire, una stretta di mano prima negata, poi rilanciata, ma mai corrisposta. Quello tra Mattia Bellucci e e Damir Dzumhur, più che un incontro di tennis, è stato un inno al caos e alla confusione. Tanto che la vittoria in rimonta del bosniaco quasi passa in secondo piano pensando ai tanti risvolti che ha offerto un match nervoso, con episodi destinati a far discutere e reazioni spesso fuori dal seminato. Cose che non accadono tanto spesso nel pianeta ATP, ma che quando prendono il sopravvento finiscono per oscurare tutto quello che c’è intorno.
- Bellucci parte bene, Dzumhur spacca subito racchette
- Le battute da sotto scatenano il caos, ma Dzumhur ne approfitta
- Bellucci troppo falloso nel terzo. E alla fine il "balletto" delle mani
Bellucci parte bene, Dzumhur spacca subito racchette
Giusto allora partire dal risultato sportivo: Bellucci ha avuto le sue occasioni per portare a casa la posta, ma s’è fatto irretire da un avversario che ha giocato molto sui nervi, e che alla fine ha dimostrato di avere un po’ più di esperienza e sagacia per portare a casa la pagnotta. Il 4-6 6-4 6-2 è maturato in mezzo a tante polemiche, ma tutto sommato ha premiato la versatilità e la maggiore capacità del tennista dei Balcani nel girare a proprio favore certe situazioni, giocando un po’ anche sulle provocazioni.
Dzumhur in realtà era partito meglio, seppur il primo break di giornata l’ha trovato il tennista lombardo, bravo precedentemente ad annullare due palle per far partire il rivale. Proprio nel game del primo break accade però il primo episodio incriminato dal bosniaco, che contesta una chiamata arbitrale confermata dall’occhio di falco (nemmeno a quella Dzumhur da ragione: plateale e prolungata la protesta, con tanto di racchetta spaccata, senza alcuna possibilità di essere accolta). Bellucci deve salvare una palla break a game, ma alla fine chiude sul 6-4 approfittando anche del nervosismo evidente dell’avversario.
Le battute da sotto scatenano il caos, ma Dzumhur ne approfitta
Quel che accade in avvio di secondo set, però, è di ben altra pasta: Dzumhur deve annullare tre palle break e sulla seconda batte da sotto, con Bellucci che protesta e trova accoglimento del giudice di sedia, affermando di non essere pronto a ricevere. Il bosniaco va su tutte le furie: invoca l’intervento del supervisor del torneo, ma in realtà si ritrova a sua volta a dover inseguire, perché alla fine il break arriva.
Però nel gioco successivo arriva anche il primo game nel quale l’italiano perde la battuta, peraltro provando a ripagare Dzumhur con la stessa moneta: servizio da sotto e stavolta la video review la chiede proprio il balcanico, che però viene smentito dalle immagini (stava guardando Bellucci, dunque viene considerato “pronto a ricevere”).
Altra scenata di rabbia e partita che diventa una corrida, sebbene il punteggio cominci a sorridere a Dzumhur. Perché Mattia intanto va un po’ in confusione e non riesce più a replicare nei turni in cui deve rispondere, finendo per complicarsi la vita nel decimo gioco quando concede tre palle break, ovvero tre set point: è buono l’ultimo, e la partita va al terzo.
Bellucci troppo falloso nel terzo. E alla fine il “balletto” delle mani
Bellucci stavolta accusa per davvero il colpo: Dzumhur piazza un altro break in apertura di parziale, cancella tre opportunità per riportare il match on serve e poi decide di alzare ulteriormente il livello della posta, tanto da trovare il quarto break di giornata, quello che di fatto stronca ogni velleità di rimonta dell’italiano. Anche se in realtà una possibilità per riaprire la contesa se la procura, ma quando ormai è troppo tardi.
I fischi del pubblico non irretiscono il bosniaco, che a fine partita come se niente fosse va da Bellucci a rete tendendogli la mano. L’italiano però la sua la tira indietro, poi ci ripensa, ma a questo punto è Dzumhur a negarsi, volgendo lo sguardo verso il giudice di sedia (nei confronti del quale per tutto l’incontro ha proferito peste e corna), gli stringe la mano e se ne va.
Da qualunque parte la si voglia guardare, non certo la cartolina finale migliore di un match che di sportivo ha avuto ben poco. Bellucci recrimina soprattutto sulle occasioni mancate, consapevole che la possibilità di chiudere la contesa al secondo set non era poi tanto lontana. Troppi errori commessi soprattutto nel terzo set (alla fine 61 i non forzati di giornata) hanno segnato un epilogo amaro, anche se poi quel che resterà saranno le isterie di Dzumhur, atteso ora dal confronto con uno specialista del rosso come Baez, testa di serie numero 32.