Esiste un posto nella storia per imprese che vale la pena raccontare: quelle sportive in primis. L’Italia di Roberto Mancini, da oggi, ha il suo: con l’1-0 maturato all’Olimpico contro il Galles, la Nazionale italiana dell’allenatore di Jesi ha eguagliato un record appartenuto a Vittorio Pozzo per 82 anni.
Con il risultato di oggi, la squadra di Mancini raggiunge quota 30 risultati utili consecutivi, balzando in vetta alla speciale classifica riguardante l’Italia, dopo aver staccato la Nazionale di Marcello Lippi, ferma a 25 gare senza perdere. Una striscia importante anche simbolicamente, soprattutto pensando e ripensando a quanto accaduto pochi anni fa, tra il 2017 e il 2018. Macerie, distruzione, desolazione: un Mondiale guardato “scomodamente” sulla poltrona di casa e tanti pensieri rivolti al futuro.
Mancini, però, ce l’ha fatta: non ha ancora vinto nulla, e su questo non discute: “Loro hanno vinto dei Mondiali. È sull’abo d’oro che mi interessa raggiungerli”. Ci sta: statisticamente, e non solo, quanto fatto però non è irrilevante, anzi. Raccogliere una squadra tra lo scetticismo misto a speranza generale, darle corpo e farla crescere, consegnarle certezze tattiche e ideali. Tutto questo ha un valore immenso.
Poi c’è il tempo, il primo posto nel Gruppo A a EURO 2020 e la consapevolezza di aver sorpreso tutti, persino gli allenatori delle altre formazioni, quelle favorite (ultimo tra tutti l’olandese de Boer). C’è ancora tanta strada da fare, e Mancini lo sa: godersi i numeri, però, non fa male.
Pozzo, che nel periodo delle 30 gare con risultati utili consecutivi (dal 1935 al 1939) ha conquistato un Mondiale (nel ’38, che va ad aggiungersi al precedente, del ’34) e un’Olimpiade a Berlino (nel ’36) rappresenta senz’altro una colonna portante della storia della Nazionale italiana.
Mancini, che ha fatto della cultura del lavoro (tanto cara a Pozzo) lo strumento ideale per raggiungere certi traguardi, ha dalla sua la possibilità per ritagliarsi un posto importante nel grande libro calcistico italiano.
E una squadra giovane e orgogliosa del percorso fatto: dei 30 risultati utili consecutivi e del recente passato. Di aver, soprattutto, riunito un Paese sotto la bandiera tricolore, con la maglia azzurra in primo piano. Cosa non da poco, nonché primo step per molto altro.