Lo chiamano “Diavolo della Tasmania” non per caso. Perché Alex de Minaur un diavolo lo è per davvero, quando è nella serata giusta. A Miami ha battuto due avversari: Joao Fonseca, il giovane fenomeno che i brasiliani hanno già ribattezzato “Sinnerinho”, vale a dire “Piccolo Sinner”, e le intemperanze della torcida che ha trasformato il match dei sedicesimi di finale in un infuocato derby al Maracana, o magari in un match tra Brasile e Argentina. E al termine della partita non ha resistito alla tentazione di togliersi qualche sassolino dalle scarpe e di urlare ai quattro venti la sua soddisfazione.
- Miami, le intemperanze dei tifosi sudamericani
- Fischi a De Minaur, applausi e boati per Fonseca
- L'australiano urla in faccia e mostra la racchetta ai tifosi
- "Rio Open", poi il chiarimento su Instagram e in sala stampa
- Miami, agli ottavi la supersfida tra De Minaur e Berrettini
Miami, le intemperanze dei tifosi sudamericani
Il tifo “sopra le righe” dei fan sudamericani per i propri beniamini ha già fatto parecchio rumore (in senso letterale) nel Masters 1000 della Florida. Qualche giorno fa Corentin Moutet aveva litigato con un supporter cileno di Alejandro Tabilo, mentre il match tra Jakub Mensik e Jack Draper era stato addirittura sospeso per i tumulti provocati dai sostenitori di Joao Fonseca, inferociti per il fatto che il proprio pupillo giocasse in un altro campo, contrariamente a quanto annunciato sul programma. Gli stessi fan che, nel corso del match contro De Minaur, non hanno soltanto incitato “Sinnerinho”, ma hanno platealmente tifato contro il suo avversario.
Fischi a De Minaur, applausi e boati per Fonseca
Un comportamento da tifosi di calcio, non di tennis, che però non ha sortito gli effetti sperati. L’australiano, infatti, ha mantenuto calma e nervi saldi, anche quando si è ritrovato sotto nel punteggio. Fonseca ha vinto il primo set (5-7), De Minaur il secondo (7-5), poi ha subito un break nel terzo ma è riuscito a risalire e a imporsi con un convincente 6-3. Il tutto nonostante i fischi, i tentativi di disturbo a ogni giocata, le provocazioni, abbinate a un tifo incessante, eccessivo, finanche sguaiato per Fonseca. Che ha perso, ma è stato celebrato a fine match dai suoi tifosi con una standing ovation da urlo.
L’australiano urla in faccia e mostra la racchetta ai tifosi
Proprio dopo l’ultimo punto De Minaur non ha resistito. S’è girato verso l’angolo più rumoroso dell’impianto, quello dove c’era il nucleo caldo della torcida di Fonseca, e ha urlato vigorosamente in quella direzione, invitando il pubblico ad alzare i decibel dell’esultanza. Poi, dopo qualche secondo e dopo aver salutato Fonseca – che ovviamente in tutto questo non c’entrava niente – ha mostrato la racchetta. Finita? No. Al momento dell’ormai tradizionale scritta sulla telecamera di fine gara, privilegio riservato al vincitore, il “Diavolo della Tasmania” ha scritto sarcastico: “Rio Open”. Ha vinto fuori casa, insomma.
“Rio Open”, poi il chiarimento su Instagram e in sala stampa
“Una battaglia infernale, mi sono goduto ogni momento là fuori. Non vedo l’ora di molte altre”, il messaggio scritto su Instagram, con tanto di sportiva stretta di mano a Fonseca. Così De Minaur ha commentato l’accaduto sui social. E nelle interviste è stato ancor più schietto: “Sapevo cosa aspettarmi. Non solo Fonseca è un giocatore talentuoso, pericoloso ed esplosivo, ma sta giocando con tanta fiducia in questo momento e con il pubblico che lo sostiene. Puoi lamentarti, innervosirti, fare tante cose, ma questo non ti aiuterà a vincere la partita. Me lo sono detto nella mente: ‘Sarà una battaglia non solo contro il giocatore, ma anche contro il pubblico’. Basta abbassare la testa, lavorare e cercare di competere in ogni singolo punto“.
Miami, agli ottavi la supersfida tra De Minaur e Berrettini
Ora per De Minaur c’è la sfida contro Matteo Berrettini, in programma alle 21 italiane. Senza tifosi contro, questa volta, anche se sono tanti gli italiani e le bandiere tricolori ostentate con orgoglio a Miami, dove vivono tanti connazionali. “The Hammer”, che ha piegato in modo convincente Zizou Bergs nei sedicesimi, è in vantaggio nei precedenti con l’australiano. Ha vinto infatti due partite (entrambe sull’erba) contro una di De Minaur (sul cemento). Nel 2017, in verità, Matteo è stato sconfitto da Alex in un Challenger e sempre sul cemento. Insomma, sarà una bella sfida al Rio Open. Pardon, a Miami.