Voleva essere un duro, Joao Fonseca, e per quanto visto c’è riuscito piuttosto rapidamente. Perché se a 18 anni, 5 mesi e 26 giorni vinci un torneo ATP vuol dire che qualcosa di buono ci deve essere in quel concentrato di potenza e precisione. Farlo poi a Buenos Aires, nella patria degli acerrimi rivali argentini, e battendo in finale il beniamino di casa, beh, dimostra che si, Joao un duro lo è per davvero. E non solo quando scarica dritti e servizi a oltre 200 km/h.
- L'investitura di Kuerten, la crescita costante
- Il confronto: stessa classifica di Sinner a 18 anni e mezzo
- "Il piccolo Sinner", in Brasile tutti tifano Fonseca
- Anche la "nuova" Camila Giorgi esalta Joao
L’investitura di Kuerten, la crescita costante
Dalle parti di Rio de Janeiro, dove peraltro è atteso in settimana nel torneo ATP 500 che dovrebbe vedere al via anche Lorenzo Musetti (polpaccio permettendo) oltre a Luciano Darderi, si stanno già sfregando le mani. Perché un talento così cristallino in Brasile lo attendevano da almeno un paio di decenni, da quando cioè Guga Kuerten andava a sparigliare le carte in mezzo a tanti americani ed europei, facendo della terra rossa il suo piccolo grande regno.
Kuerten che a suo modo già da qualche settimana aveva predetto per Joao un avvenire luminoso: “Fonseca ha il potenziale per fare meglio di me ed è bello sapere che c’è un tennista brasiliano pronto a competere con i migliori al mondo. Il livello che sta raggiungendo a paragonabile a quello dei top ten ed è solo questione di tempo prima che diventi uno dei migliori interpreti a livello mondiale”.
Buenos Aires, in fondo, è servito soltanto a svelare il vaso di Pandora: Joao è già pronto per stare al passo con i big, anche se a lui questa cosa poco interessa. “Io penso solo a migliorare e a crescere, giorno dopo giorno. Il paragone con Kuerten fa piacere, anche perché Guga è da sempre il mio idolo, ma io voglio solo essere Joao”. Uno che se vuole però sa essere anche un duro. Citofonare Cerundolo per avere conferma.
Il confronto: stessa classifica di Sinner a 18 anni e mezzo
Fonseca è il nuovo che avanza, ma che forse è già arrivato a bussare alla porta dei grandi. Il best ranking alla 68 non gli garantisce ancora la possibilità di presentarsi nei tornei più importanti come testa di serie, ma per qualcuno i tempi sono maturi ormai per assistere alla definitiva ascesa del talento brasiliano.
Che dopo aver conquistato le NextGen Finals ha attirato inevitabilmente tutti i riflettori su di sé, tanto che molti l’hanno paragonato al futuro Sinner della racchetta. Col quale peraltro ci passano appena 5 anni di differenza, il che rende plausibile l’idea di un terzo incomodo nella sfida generazionale che vede Jannik impegnato con Alcaraz (classe 2003).
Dopotutto è incredibile constatare che Fonseca a 18 anni e mezzo occupa praticamente la stessa posizione ATP nel ranking che occupava Sinner alla sua stessa età, cioè intorno alla 70 (Alcaraz ha fatto meglio di entrambi, poiché era alla 35). Sinner che per Joao è da sempre un riferimento: “È stato lui a consigliarmi di passare al professionismo”, ha raccontato il brasiliano, facendo riferimento a quanto l’attuale numero uno del mondo gli suggerì di fare a margine di un allenamento a Torino durante le Nitto ATP Finals 2023. Un consiglio preso alla lettera, e chissà che Jannik non dovrà mordersi la lingua per quelle parole tanto sincere, quanto “motivazionali”.
“Il piccolo Sinner”, in Brasile tutti tifano Fonseca
Fonseca a Buenos Aires ha mostrato condizione e grande acume tattico. In Brasile l’hanno ribattezzato da tempo “il piccolo Sinner” per via di una somiglianza tecnica e fisica abbastanza evidente: “Ho un buon servizio, gambe molto magre e riesco a muovermi rapidamente, proprio come Jannik”, ha detto in tempi non sospetti Joao. Migliorato sensibilmente col dritto e dotato di un rovescio potente ed efficace.
Soprattutto però, un ragazzo con la testa sulle spalle: social vietati durante i tornei, massima concentrazione e prevenzione negli infortuni. Insomma, un ragazzo da tenere d’occhio, peraltro spinto da un intero paese che aspetta da anni un nuovo idolo da sostenere, per giunta in tempi in cui il calcio verdeoro è in difficoltà e anche in altri sport si fatica a trovare nuovi riferimenti.
Anche la “nuova” Camila Giorgi esalta Joao
Ad accogliere la prima vittoria di Joao Fonseca nel circuito maggiore c’era anche una reporter d’eccezione: Camila Giorgi, a pochi mesi dal ritiro dalle competizioni, non è voluta mancare nel torneo della “sua” Buenos Aires, la città dove è tornata a vivere assieme a tutta la famiglia.
Tra una comparsata social in cucina (si è specializzata come influencer ai fornelli) e in qualche locale alla moda della capitale argentina, Camila ha trovato il tempo anche per saggiare le sue doti di intervistatrice dietro le quinte del torneo, compiaciuta per l’ascesa del nuovo talento sudamericano. Un modo comunque per restare ancorata a un mondo che tanta popolarità gli ha dato, per la gioia dei tanti fan che ancora ne rimpiangono l’uscita di scena.