Pericolo scampato. Jannik Sinner, visto all’opera nei 16esimi di finale del Miami Open, non è il migliore della stagione. Del resto lui stesso prima del torneo in Florida aveva rivelato di non essere al 100% e contro Griekspoor è arrivata la conferma con un match difficilissimo che l’azzurro è riuscito a riprendere per i capelli e conquistare il passaggio del turno che stasera lo vedrà opposto a Christopher O’Connell.
- Bertolucci analizza il match con Griekspoor
- Sinner benedice la pioggia
- Miami Open: l’insidia O’Connell
Bertolucci analizza il match con Griekspoor
Ormai da Sinner tutti si attendono una vittoria, a volte anche molto agevole, contro avversari che gli sono inferiori nel ranking. I campi da tennis raccontano però storie diverse come accaduto anche domenica nel match contro Griekspoor e come spiega Paolo Bertolucci dalle colonne della Gazzetta dello Sport: “La colpa di tutto ciò è che Jannik, negli ultimi sei mesi, ci ha abituato troppo bene. Domenica invece è apparso un po’ scarico, meno reattivo del solito, incerto in alcuni frangenti, timido in altri. Nel primo set e fino a metà del secondo non ha sfoderato il suo tennis spavaldo, per lunghi tratti è sembrato rinunciatario. Per fortuna è arrivata la pioggia”.
Sinner benedice la pioggia
Bertolucci aveva già parlato degli effetti positivi della pioggia nel corso del match con Griekspoor e ora torna sul quella pausa che potrebbe essere stata decisiva: “Sono bastati 30-40 minuti, tanto è durata la pausa. Jannik ha riordinato le idee: il colloquio con coach Cahill deve essergli servito per capire di dover chiudere le risposte molto più verso l’esterno, togliendo una freccia importante all’arco del rivale. Nell’arco di una stagione non sono più di 5-6 le partite nelle quali un giocatore dispone di tutto il proprio arsenale di colpi. Il tennista è chiamato a risolvere vari problemi e a vincere anche in assenza di un colpo, o in presenza di qualche dolore o di qualche problema fisico. Dobbiamo capire che ci stanno altre patita sporche da portare a casa. Ma è attraverso questi match che il buon giocatore diventa grande o addirittura grandissimo”.
Miami Open: l’insidia O’Connell
La classifica di Christopher O’Connell non è di quelle che sembrano impensierire a prima vista ma come nel match con Griekspoor sarebbe un errore fatale sottovalutare l’avversario. L’australiano ha dalle sue buoni colpi e un’ottima tenuta mentale, è un giocatore che può creare problemi come ha fatto in passato con lo stesso Sinner e per Jannik arriva un altro esame da maturità, da passare ma non necessariamente con la lode.