Sembrava potesse arrivare la svolta dal mercato di gennaio, invece il Milan non ha fatto mezzo passo avanti. Come una valanga che ti travolge, come la dura legge di Murphy: tutto ha continuato a girare male. E chi – come Gimenez e Joao Felix – era stato chiamato per dare una mano, ha finito con l’essere risucchiato dalla negatività di una stagione impossibile forse da raddrizzare. Si ripartirà anzitutto da un nuovo ds, il cui compito non sarà semplice.
- Un mercato criticabile solo a posteriori
- Il centravanti: un investimento da far fruttare
- Un nuovo ds e tanto lavoro da fare
Un mercato criticabile solo a posteriori
Alzi la mano chi aveva bocciato il mercato del Milan al primo febbraio. In pochi, infatti, potevano dirsi insoddisfatti di una sessione invernale che aveva portato in dote calciatori come Kyle Walker, Santiago Gimenez, Joao Felix, Warren Bondo e anche Riccardo Sottil. Poi però c’è stato il campo che ha dato torto ancora una volta ai dirigenti del Diavolo.
Il centravanti: un investimento da far fruttare
Altro che riparazione. Forse più un danno fatto a chi verrà dopo. Perché il nuovo direttore sportivo, chiunque esso sia, dovrà ripartire anche da alcuni di questi nomi. Walker e Joao Felix sono due prestiti, probabilmente non verranno riscattati.
Ma Gimenez, ad esempio, è stato un investimento pesante che in qualche modo si dovrà tentare di far valere. Quello del centravanti è un ruolo cruciale nella costruzione di una squadra vincente. Il messicano può diventare all’altezza della situazione? L’impatto era stato buono, poi l’ex Feyenoord è scomparso dai radar facendosi scavalcare nelle gerarchie da Abraham e forse pure da Jovic.
Un nuovo ds e tanto lavoro da fare
Insomma, praticamente il buon Santi è costato 9 milioni per ogni gol segnato. Non proprio il bottino auspicato quando è stata conclusa la trattativa. Tra allenatore, calciatori da rimettere in piedi, elementi da scartare, selezione di quelli su cui puntare il lavoro che spetta al nuovo direttore sportivo sarà davvero complicato. Paratici è fuori dalla corsa, Tare e D’Amico ancora dentro. Ma bisogna fare in fretta: c’è un Milan da riportare velocemente in alto.