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Milan-Taremi, ecco perché è sfumato in extremis: il retroscena

Il centravanti iraniano a sorpresa rimane al Porto. Rossoneri traditi dai troppi intermediari interessati all'affare. Adesso si valutano alternative

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Non sarà in Italia il futuro di Mehdi Taremi. La trattativa con il Milan sembra infatti definitivamente sfumata dopo che nei giorni scorsi le parti si erano sensibilmente avvicinate. Se il club rossonero ed il Porto, club proprietario del cartellino, avevano ormai trovato un accordo per la somma di 15 milioni di euro più bonus non altrettanta fortuna c’è stata con gli agenti del calciatore fino all’interruzione dei negoziati. Il 31enne iraniano continuerà quindi la sua carriera nel team lusitano, dove tra l’altro ha realizzato la bellezza di 80 gol in 147 partite. Finisce così l’ennesima telenovela di mercato della quale ciò che ci rimane sono solo i retroscena. Che proviamo a raccontarvi.

Un caso simile a quello di Samardzic all’Inter

Ricorderete bene cosa è accaduto con Lazar Samardzic, promesso sposo dell’Inter rientrato poi ad Udine dopo aver già addirittura effettuato le visite mediche con i nerazzurri. Bene, con Taremi la storia è piuttosto simile anche se stavolta il viaggio all’attaccante iraniano è stato risparmiato.

Dietro la mancata riuscita dell’affare ci sono al solito gli intermediari, ognuno dei quali voleva attingere alla propria fetta di torta per uscire sazio dal trasferimento. In questo caso erano ben tre gli agenti, o presunti tali, che si erano inseriti nella bagarre alzando sensibilmente l’importo delle commissioni da riconoscere da parte del Milan. Che alla fine si è tirato indietro.

Chi c’era dietro l’affare Taremi: Mendes, l’agente e l’avvocato

Ma andiamo con ordine per mettere chiarezza in questa pazza storia di calciomercato, una delle tante di un’estate al solito frenetica. Il primo intermediario ad essersi occupato dell’affare è Jorge Mendes, l’uomo più influente di tutto il Portogallo relativamente alle procure dei calciatori e ai trasferimenti.

Dopodiché in ballo c’era pure Alireza Nikoomanesh che sarebbe il vero agente dell’attaccante iraniano nonché proprietario del 15% del cartellino dello stesso. Infine, ultimo ma non ultimo Pedro Pinho avvocato amico del presidente del Porto Pinto Da Costa. Ognuno dei tre avrebbe voluto incassare qualcosa e alla fine i soldi erano diventati troppi. Un peccato, anche perché cocn Taremi il Milan pure aveva fatto tutto riconoscendogli un ingaggio pari a circa 3 milioni di euro annui.

Tante alternative, poche ore per chiudere

Nel frattempo il Milan ha dato il via libera al passaggio di Lorenzo Colombo in prestito al Monza. Ecco perché adesso rischia di rimanere senza un vice del 36enne Olivier Giroud e setaccia il mercato a caccia di un’opportunità poco dispendiosa. Uno dei nomi dell’ultima ora porta a Toni Sanabria che rischia di trovare meno posto al Torino adesso che è arrivato pure Duvan Zapata.

C’è poi Luka Jovic, in uscita dalla Fiorentina ma che pare non scaldare più di tanto Stefano Pioli. Allora non vanno scartate le opzioni relative al greco Pavlidis dell’Az Alkmaar, a William José del Betis Siviglia, ad Armando Broja o Mason Burstow del Chelsea e a Patson Daka del Leicester. E se nulla di tutto ciò dovesse concretizzarsi c’è sempre Divock Origi, almeno fino a gennaio.

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