Nell’arcipelago delle Fiji è festa nazionale. Il motivo? La storica vittoria dei Flying Fijans, i ragazzi del rugby, su una big storica della palla ovale mondiale: l’Australia. Da quelle parti il rugby è religione e le sfide contro Australia o Nuova Zelanda sono sentite doppiamente: molto spesso, infatti, Wallabies e All Blacks “rubano” a Fiji i suoi giocatori migliori, usanza peraltro praticata pure con le altre storiche nazionali degli arcipelaghi vicini: Samoa e Tonga.
- Impresa Fiji, al tappeto l'Australia di Eddie Jones
- Tuisova e Kuruvoli gli eroi della storica vittoria
- Cibi, la "Haka" di Fiji e il rapporto mistico col rugby
Impresa Fiji, al tappeto l’Australia di Eddie Jones
Questa volta a esultare sono stati i fijani…che giocano per il proprio paese. Già, perché l’Australia di Eddie Jones, uno dei santoni del rugby moderno, s’è dovuta inchinare all’estro, alla fantasia e al gioco avvolgente dei guerrieri del Pacifico. Il risultato finale, 22-15, sta addirittura stretto ai fijani. Grazie al passivo contenuto entro i sette punti di scarto, l’Australia ha portato infatti a casa un punticino prezioso nella classifica del girone C, che ora vede avanti il Galles (10 punti in due partite) davanti proprio al duo Fiji-Australia (6 punti), mentre Georgia e Portogallo sono ancora a zero ma hanno giocato un solo match.
Tuisova e Kuruvoli gli eroi della storica vittoria
MVP della partita l’autore dell’unica meta fijana, Josua Tuisova, a segno in apertura di ripresa finalizzando una splendida azione alla mano dei compagni. Ma precisissimo è stato anche Simione Kuruvoli dalla piazzola (quattro calci in mezzo ai pali e una conversione di meta), mentre il piazzato della sicurezza l’ha firmato Frank Lomani. E l’Australia? Due le mete dei Wallabies, nel primo tempo con Mark Nawaqanitawase (che peraltro ha origini fijane e italiane) e nella ripresa con Suli Vunivalu, nato – indovinate un po’ – a Suva, la capitale delle Fiji. Ma la sua marcatura ha solo reso più avvincente il finale, fino all’esplosione di gioia dei ragazzi del Pacifico (almeno, di quelli che giocano per la nazionale del loro paese).
Cibi, la “Haka” di Fiji e il rapporto mistico col rugby
Quello tra le isole Fiji e la palla ovale è un rapporto quasi mistico. Nel 2016, dopo l’oro olimpico dei ragazzi del rugby a sette a Rio, si festeggiò per giorni. Domenica scorsa, dopo la rocambolesca sconfitta col Galles (32-26, con l’azione del possibile sorpasso sfumata a pochi metri dalla linea di meta per un tocco in avanti) l’arcipelago è piombato invece nello sconforto. Ora, dopo il trionfo sull’Australia che mancava da 69 anni (ultima volta Sydney nel 1954) le speranze di passare il turno sono rifiorite. Per il XV allenato da Simon Raiwalui, che prima di ogni partita pratica la “sua” Haka, una danza di guerra che si chiama Cibi ed è stata introdotta nel 1939, sarebbe un traguardo più che meritato.