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MotoGp, che fine ha fatto Max Biaggi: il Corsaro rivale mal sopportato da Valentino Rossi che scoprì le moto per caso

La storia di Max Biaggi, una delle icone del motociclismo italiano e mondiale tra gli anni '90 e 2000: dalla rivalità con Valentino Rossi fino a cosa fa oggi il Corsaro

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Matteo Morace

Matteo Morace

Live Sport Specialist

La multimedialità quale approccio personale e professionale. Ama raccontare lo sport focalizzando ogni attenzione sul tempo reale: la verità della dirette non sono opinioni ma fatti

Nato a Roma il 26 giugno 1971, Massimiliano “Max” Biaggi è un personaggio iconico del motociclismo italiano e non solo. Capace di laurearsi campione del mondo per quattro stagioni consecutive nella classe 250 e due volte in Superbike, è stato uno dei piloti più vincenti della sua generazione. Ripercorriamo la carriera del Corsaro, dalla passione per le moto nata per caso, fino a cosa fa oggi, passando per l’accesa rivalità con Valentino Rossi.

Una passione nata per caso

Al contrario della maggior parte dei suoi colleghi, Max Biaggi non inizia da giovanissimo a correre sulle moto. Da piccolo preferisce giocare a pallone e del motociclismo non conosce assolutamente niente, non ha nemmeno idea di chi sia Giacomo Agostini come ammette lo stesso Biaggi in un’intervista del 2023 a Sky Sport:

Delle moto non conoscevo nulla, non mi erano mai interessate. Non avevo neanche mai sentito il nome di Giacomo Agostini”.

Le cose però cambiano drasticamente quando “…al bar Andrea Doria arriva il mio amico Daniele in sella ad una fantastica, elegante, bellissima Yamaha Tz 250 con un casco rosso e la tuta… Un vero e proprio colpo di fulmine!”. Da quel momento, a 18 anni, inizia a gareggiare nella categoria 125 cc e in breve capisce di essere nato per quello. Infatti l’anno successivo viene notato dall’Aprilia e nel 1991 vince il Campionato europeo 250, risultato che gli permette di esordire nel Mondiale saltando la classe 125 e accedendo direttamente alla 250.

I successi e i record in 250

Alla sua prima stagione intera, 1992, nella classe 250 Max raccoglie subito cinque podi, tra cui una vittoria in Sudafrica, la sua prima nel motomondiale. Dopo aver corso nel 1993 con la Honda, concludendo il Mondiale al 4° posto, nel 1994 torna in Aprilia con cui da inizio a un ciclo di vittorie da record.

Il Corsaro conquista infatti quattro titoli mondiali consecutivi nella classe 250 tra il 1994 e il 1997, di cui i primi tre con Aprilia e l’ultimo con Honda. Questi risultati lo rendono il più titolato nella categoria al pari di Phil Read, nonché l’unico a conquistare così tanti mondiali consecutivi. Dopo l’ultima trionfale stagione decide di fare il salto di categoria e passare alla classe 500.

L’approdo in 500

Il debutto in 500 è indimenticabile. A Suzuka Biaggi ottiene infatti pole position, giro veloce e vittoria nella sua prima gara nella categoria, impresa riuscita solamente a Jarno Saarinen prima di lui. Dopo essere stato stato in testa alla classifica per buona parte della stagione, fino a quando non venne squalificato nel gran premio di Barcellona, la prima stagione del Corsaro si conclude con un ottimo secondo posto alle spalle Mick Doohan.

L’anno successivo Max decide di lasciare la Honda. Come raccontato dal pilota stesso nell’intervista a Sky Sport, questa scelta fu presa dal pilota a causa di una mancata promessa del capo della HRC: “Shinozaki mi aveva promesso che nel 1999 avrei avuto una moto ufficiale. Poi disse che avevo capito male. Insomma mi ha preso per i fondelli”. Lasciata la Honda Biaggi sale in sella alla Yamaha, con cui conclude la stagione al 4° posto.

Fonte:

Biaggi secondo dietro a Rossi

La rivalità con Rossi

Nelle tre stagioni successive con la Yamaha Max si migliora ottenendo un terzo e due secondi posti nella classifica mondiale, finendo sempre alle spalle di un altro grande pilota italiano appena salito in 500: Valentino Rossi. Gli ultimi anni di carriera di Biaggi tra 500 e MotoGp sono infatti contraddistinti dall’accesissima rivalità con il connazionale.

Una rivalità sbocciata nel 1997, quando Valentino disse “meglio un giorno da Rossi che cento da Biaggi”, affermazione a cui Max controbatté suggerendogli di “sciacquarsi la bocca prima di parlare di lui”. Un rivalità fatta di duri scontri in pista e fuori e che contribuì a rendere sempre più popolare il Motomondiale, ma che oggi i protagonisti vivono in maniera differente, tanto da portare il Corsaro ad ammettere che non fu gestita al meglio dai due: “Adesso però penso che siamo stati due cretini a farci la guerra tramite stampa anziché chiarirci a quattrocchi come avremmo potuto fare”.

Nonostante il ritorno nella più competitiva Honda, Biaggi non andrà mai oltre ai secondi posti ottenuti con Yamaha e, anzi, alla sua ultima stagione nel Motomondiale (2005), l’unica alla guida di una moto ufficiale del team Repsol HRC, ottiene il suo peggior risultato in MotoGp chiudendo 5° in classifica. Questo risultato porta la Honda a decidere di non affidargli una moto per il 2006 e vietare al team Camel Pons, con cui Biaggi aveva già firmato un precontratto, di ingaggiarlo.

Fonte: ANSA

Max Biaggi e Valentino Rossi sul podio

I mondiali in Superbike

Dopo un anno sabbatico, Biaggi, attratto dall’idea di correre in una categoria diversa, decide di competere nel mondiale Superbike, dove nelle prime due stagioni guida una Suzuki, con cui arriva 3°, e una Ducati, con cui termina 7°, prima di passare nel 2009 all’Aprilia, con cui invece conquista due titoli mondiali, il primo nel 2010 e il secondo nel 2012, sua ultima stagione. Questi successi lo rendono l’unico insieme a John Krocinski e Alvaro Bautista ad aver vinto un mondiale sia con motociclette prototipo sia con la le Superbike.

Quasi tre anni dopo il ritiro torna in sella a una moto come collaudatore dell’Aprilia Racing, con cui corre due gran premi, compreso quello a Sepang concluso con un terzo posto finale. Dopo un grave incidente capitatogli durante un allenamento nel 2017 decide di ritirarsi in maniera definitiva dalle corse agoniste.

Fonte: ANSA

Max Biaggi festeggia il podio, nel 2012 in Superbike

Vita privata

Biaggi è stato spesso al centro anche delle notizie di gossip per le sue relazioni con donne famosissime. Tra queste rientrano anche le top model Naomi Campbell e Claudia Schiffer, l’attrice e showgirl Anna Falchi e la cantante Bianca Atzei, che gli è stata accanto nell’ultimo, gravissimo incidente in pista.

Il 9 giugno 2017, mentre era sulla sua moto sul circuito il Sagittario di Latina, Biaggi sarebbe caduto durante un giro di prova, in vista degli Internazionali di Supermoto in programma per il fine settimana. Trasportato in eliambulanza al San Camillo di Roma, è rimasta in terapia intensiva e poi in reparto per quasi un mese.

L’ADNkronos, all’epoca dei fatti, riportò questo bollettino: “ha riportato fratture costali multiple. E’ arrivato cosciente ed ora per precauzione sarà ricoverato presso il reparto di rianimazione”, ha detto il direttore del pronto soccorso del San Camillo, Emanuele Guglielmelli. “La rete del 118 ha funzionato molto bene siamo subito stati allertati come avviene in casi simili. Il paziente non ha mai perso conoscenza. Ha un trauma toracico importante e per questo motivo a scopo precauzionale lo porteremo nel reparto di rianimazione e la prognosi resta riservata. Alle 19 faremo un altro bollettino”. “Se non ci saranno complicazioni” la prognosi è di “circa 30 giorni”.

In quei giorni gli fece visita anche la sua ex compagna, l’ex Miss Italia Eleonora Pedron, con la quale è stato legato per undici anni e che gli ha dato due figli.

Cosa fa oggi

Dopo il ritiro, Biaggi è rimasto comunque nel mondo delle moto, fondando nel 2016 la Max Racing Team, che inizialmente compete nel Campionato italiano di Velocità e poi dal 2019 al 2022 nella Moto3, dove all’esordio riesce a portare Aron Canet al secondo posto nella classifica piloti finale.

Biaggi ha sempre avuto un occhio di riguardo anche per il mondo dell’elettrico, con cui ha iniziato a lavorare nel 1994 come collaudatore, e nel 2021 insieme a Voxan ha stabilito il primato di velocità di velocità massima (470 km/h) per moto elettriche semi-aerodinamiche sotto i 300 kg.

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