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MotoGP, Yamaha scarica Valentino Rossi: Ducati e un no di troppo dietro la rottura storica, cosa è successo

Che smacco per Valentino Rossi: Yamaha lo abbandona e firma con un altro marchio. Dietro la rottura probabilmente il rifiuto di Valentino di fare da team satellite in MotoGP alla casa di Iwata

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Luca Fusco

Luca Fusco

Giornalista

Giornalista multimediale. Quando si accendono i motori, lui sgasa, impenna, derapa. E spesso e volentieri finisce sul podio

Valentino Rossi e Yamaha. Una sorta di binomio inscindibile, una dicotomia, corrispondenza biunivoca. Che però d’un tratto è venuta meno. Non a livello personale ma lavorativo, di marketing e non solo. In queste ore sta facendo molto notizia l’ufficialità da parte del Team di Iwata di un nuovo marchio di abbigliamento, Macron, che prende il posto della linea di vestiario prodotta e griffata dal Dottore. Una decisione si cui molto probabilmente pesa il rifiuto da parte del Team VR46 di proprietà della legenda della MotoGP di prendere gestire il team satellite Yamaha.

Yamaha si spoglia di Valentino Rossi e veste Macron

Oramai è ufficiale, Yamaha ha interrotto la collaborazione con VR46 Appareal. O meglio la storica casa giapponese ha annunciato che “è lieta di annunciare di aver stipulato un accordo pluriennale con Macron. Il rinomato marchio europeo di abbigliamento sportivo sarà il loro sponsor ufficiale e fornitore di abbigliamento per il 2025, progettando e producendo l’abbigliamento ufficiale del team e la divisa aziendale”.

Cosa c’entra Valentino Rossi in tutto questo? C’entra eccome. Visto che da quattro anni a questa parte le divise dei team Yamaha nel Motomondiale erano firmati proprio dal brand VR46 che non a caso, nell’essere scaricato, è stato ringraziato all’interno della stessa nota firmata da Guglielmo Favero responsabile marketing della Yamaha: “Voglio ringraziare sinceramente VR|46 Racing Apparel per la loro dedizione e il duro lavoro in questi ultimi quattro anni. Abbiamo condiviso una partnership molto stretta con loro. Hanno sempre fatto di tutto per rendere la nostra collaborazione un successo, ma prenderemo strade separate alla fine della stagione 2024”.

Dietro la rottura Yamaha-Rossi c’è il no al team satellite VR46

Insomma sembra quasi una sorta di fine di luna di miele tra Yamaha e Rossi che insieme hanno scritto la storia della MotoGP degli ultimi anni riuscendo nell’impresa di sottrarre lo scettro di moto migliore alla Honda proprio con il passaggio del Dottore alla Yamaha nel 2004.

Alla base di questa rottura, da capire se completa o parziale, c’è sicuramente il rifiuto da parte di Rossi e del suo entourage dell’offerta della Yamaha di prendere in gestione il team satellite che la casa di Iwata avrà proprio a partire dal 2025 ad affiancare quello ufficiale. Rossi e il suo fido braccio destro Alessio Salucci sono rimasti con Ducati che per ripagarli di questa fiducia ha dato loro una moto ufficiale GP25 che fino a quest’anno era destinata all’altra scuderia satellite, il Team Pramac, quella con cui tanto per essere chiari, Jorge Martin ha vinto il Mondiale 2025. Pramac che a sua volta ha invece accettato la corte Yamaha dopo che Campinoti ha mollato Ducati.

Rossi, a rischio anche il ruolo di “brand ambassador”

Ma non è finita. Pramac rileverà VR46 nella gestione del team Yamaha in Moto2. A questo punto da capire che fine faranno i numerosi rapporti che Valentino Rossi ha con Yamaha. A cominciare dalla figura di brand ambassador che ha la stessa scadenza di quello non prolungato per il vestiario, 31/12/2024. E poi da capire il futuro degli altri rapporti: la fornitura e manutenzione delle moto del ranch VR46 a Tavullia, le R1 di Valentino da guidare sulla pista di Misano, fino all’utilizzo del Ranch e delle sue installazioni per la borsa di studio Yamaha Master Camp.

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