Si era messo davanti alla tv senza avere troppa fiducia Giampiero Mughini. Il giornalista di fede bianconera aveva paura della forza del Milan che aveva dimostrato di saper supplire all’assenza di Ibra (e non solo) con un collettivo in cui tutti si aiutano a vicenda (“a un giornalista della “Gazzetta dello sport” che mi aveva chiesto di sintetizzare in una sola frase quel che mi aspettavo da Milan-Juve avevo risposto che mi aspettavo che “Dio ce la mandasse buona”) ma alla fine ha esultato.
Mughini esalta Chiesa
In una lettera aperta a Dagospia Mughini dice: “Ebbene Dio ce l’ha mandata bene per quello che io volevo dire con quel mio auspicio. Che la Juve in campo fosse la Juve, che avesse l’uomo o le giocate che risultassero decisive, e non necessariamente che quell’uomo fosse il sempiterno Ronaldo. Quell’uomo e quelle giocate ci sono state. Il suo nome è Federico Chiesa, è figlio d’arte, ha appena 23 anni, ho capito stasera perché la Juve lo cercava ossessivamente da almeno due anni”.
Dopo aver esaltato le qualità di McKennie, che a Mughini ricorda il miglior Vidal, Mughini però sottolinea gli errori di Irrati ricordando che l’unico gol del Milan è nato da una svista colossale dell’arbitro, “il quale ha lasciato passare come se niente fosse una memorabile ciancata con cui un milanista ha mandato per le terre un omone da 1,86 quale Rabiot. Il gol del Milan in contropiede è nato dritto dritto da quella ciancata. Allucinante”.
Mughini ritiene che ora gli arbitri sbaglino contro la Juve
Poi Mughini – che già in passato aveva sottolineato questo cambio di rotta – torna su un suo pallino ed ipotizza la fine della cosiddetta sudditanza nei confronti dei bianconeri da parte degli arbitri, dando una stoccata anche a Ziliani che di recente l’aveva chiamato polemicamente in causa.
“Per carità, gli arbitri sbagliano ed è umano che sia così. Ho come l’impressione però che a questo punto della storia del calcio italiano preferiscano sbagliare contro la Juventus che non a suo favore, come avveniva in passato. Forse perché sono suggestionati dalle intemerate di Paolo Ziliani, un influencer di tale autorevolezza che al suo confronto la Chiara Ferragni seppure in bikini è niente, proprio niente”.