L’eventuale riduzione a 18 squadre non servirà a salvare la Serie A: ne è convinto Aurelio De Laurentiis, che di fronte ai membri del Napoli Club Parlamento in Senato è tornato ad accusare le “piccole” di falsare il campionato e ad attaccare la categoria dei procuratori.
- Serie A, De Laurentiis all’attacco delle “piccole”
- De Laurentiis: “Il calcio rischia di morire”
- De Laurentiis contro i procuratori
Serie A, De Laurentiis all’attacco delle “piccole”
Quella contro le cosiddette “piccole” è un’antica battaglia di Aurelio De Laurentiis, che oggi in Senato, di fronte ai parlamentari del Napoli Club Parlamento, è tornato a prendersela con i club di provincia, la cui partecipazione arrecherebbe un danno alla Serie A. Per De Laurentiis l’eventuale riduzione della Serie A a 18 squadre non basterà a salvare il calcio italiano. “Non è riducendo la Serie A a 18 squadre che si risolvono i problemi – ha dichiarato ADL -. C’è un campionato della parte sinistra della classifica e uno della parte destra. Le squadre che rappresentano città con 20mila abitanti falsano il campionato. E poi resta sempre la questione degli extracomunitari. Bisogna resettare la Lega Calcio”.
De Laurentiis: “Il calcio rischia di morire”
Di fronte ai senatori De Laurentiis ha parlato della sua visione del calcio, sport che a suo parere rischia di sparire presto se non si adotteranno le necessarie riforme. “Va azzerata la legge Melandri e varata una nuova normativa – le parole del presidente del Napoli -, Sono qui perché dovete salvare il calcio. Altrimenti tra 20 anni morirà“.
De Laurentiis contro i procuratori
Tra le proposte di De Laurentiis la più innovativa riguarda la limitazione del potere dei procuratori, anzi la cancellazione di questa figura per i calciatori più giovani. “Le società devono poter essere i procuratori dei propri calciatori – ha detto il presidente del Napoli -: se ingaggio un ragazzo di 17 o 18 anni, non posso fargli soltanto cinque anni di contratto, ma devo essere libero di metterlo sotto contratto per 7-8 anni. E se poi alla fine del periodo contrattuale vuole andare via, allora può andare. Devo decidere io, non i procuratori”.