Adesso Rudi Garcia è un po’ più sereno. La sosta è finalmente finita e, con essa, le chiacchiere sul possibile cambio di allenatore del Napoli. La presenza a Castel Volturno di De Laurentiis, che pure con le sue parole dopo il ko con la Fiorentina aveva fatto scoppiare il caso, è servita a rafforzare la posizione del tecnico. E in campo a Verona si è visto un Napoli più quadrato, padrone del campo per un’ora e meritatamente vincente, nonostante un finale un po’ sofferto.
- Napoli, Garcia fa i complimenti a Meret
- Raspadori per Osimhen, arrivano gol e vittoria
- Napoli, Garcia e l'esultanza di Kvaratskhelia
Napoli, Garcia fa i complimenti a Meret
Stavolta al termine della gara Garcia ha visto solo amici e nessun nemico. Così il tecnico ai microfoni di Dazn:
Ci tenevo a vincere come sempre. Abbiamo fatto due gol nel primo tempo, poi il terzo è sempre il più importante in una gara e l’abbiamo fatto noi. Normalmente le partite finiscono qui, ma un rimpallo e i cambi hanno rimesso il Verona in partita. Bravi gli attaccanti per i gol e gli assist, ma oggi menzione speciale al nostro portiere Meret, che ha fatto una grande gara soprattutto in avvio.
Raspadori per Osimhen, arrivano gol e vittoria
Dell‘assenza di Osimhen se ne sono accorti in pochi, anzi si è visto – almeno per un’ora – un Napoli capace di governare il gioco come ai bei tempi di Spalletti:
Raspadori è uno che lega il gioco, per avere gioco offensivo di qualità e palleggio nella metà campo avversaria ci serviva tanto uno come lui. Abbiamo la fortuna di avere in rosa Osimhen, lui e Cholito: meglio non avere assenze, ma sono sempre stato tranquillo.
Napoli, Garcia e l’esultanza di Kvaratskhelia
Quindi sulla piccola nota stonata di giornata, il finale un po’ troppo carico di tensioni:
Avremmo potuto congelare la partita non prendendo gol, abbiamo lasciato tirare troppe volte il Verona nel finale. Sul 3-0 può succedere che qualcuno abbia iniziato a pensare all’Union Berlino e alla Champions, lotterò perché non capiti più.
Chiusura su Kvaratskhelia tornato protagonista e sulla sua esultanza che ha fatto arrabbiare i veronesi:
Era tornato già dall’Udinese. Adesso è più sciolto, non ha più l’ossessione del gol, se gioca così può pesare sulle difese avversarie e fare la differenza per noi. L’esultanza della freccia? Basta che non la prendo io, poi va benissimo che esulti come vuole.
Il clima in campo, dopo lo 0-2 del georgiano, si è infatti surriscaldato. E oggi per la verità a Verona di tensioni ce ne sono state parecchie.