E’ l’ultimo (per ora) coniglio tirato fuori dal cilindro di Aurelio De Laurentiis. Si diverte sempre di più a stupire tutti il presidente del Napoli: dopo aver depistato sul nome dell’allenatore, scegliendo a sorpresa Garcia mentre si parlava di Paulo Sousa o Galtier, il patron azzurro ha preso tutti in contropiede anche sul nuovo direttore sportivo, scegliendo Mauro Meluso quando circolavano i nomi di Massara e Tare.
- Meluso raccoglie l'eredità di Giuntoli a Napoli
- De Laurentiis spiega la scelta di Meluso
- Meluso rivela come ha raggiunto l'accordo col Napoli
- Meluso fa catenaccio sul mercato
Meluso raccoglie l’eredità di Giuntoli a Napoli
Spiazzati anche i tifosi che si sono chiesti chi fosse Meluso, un ds che da qualche anno non lavora più e che i meno giovani ricorderanno anche per essere stato centravanti della Lazio nei primi anni 80. Dopo aver ottenuto successi importanti con Lecce e Spezia sembrava fuori dal grande giro Meluso, ora invece è chiamato a raccogliere la difficile eredità di Giuntoli, volato a Torino ad abbracciare la sua amata Juventus.
De Laurentiis spiega la scelta di Meluso
Il nuovo ds è stato presentato oggi nel ritiro di Dimaro dallo stesso De Laurentiis che ha spiegato: “La scelta di Meluso è nata dalla concertazione e dalla verifica fatta assieme a Micheli e Chiavelli, abbiamo deciso che il profilo di Meluso rispondeva alle nostre richieste, mi sono ricordato anche che quando feci i complimenti allo Spezia, che venne a vincere a Napoli, e al suo allenatore dell’epoca Italiano ad accompagnarmi fu proprio Meluso”.
Poi tocca a Meluso, che racconta: “Le mie responsabilità rispetto al passato aumentano ma ho fatto calcio a tutti i livelli da calciatore e da ds, è dal ’97 che faccio questo mestiere perché per un infortunio ho smesso presto di giocare, il calcio è sempre lo stesso, so di conoscerlo bene e questo mi dà forza anche se è evidente che a Napoli si chieda di più. Ma non è motivo di paura bensì di responsabilità e di stimolo. Posso rivelarvi che a 13 anni fui selezionato per un provino dal Napoli ma mia madre non volle portarmi così lontano, fu Janich – che era passato alla Lazio – a portarmi a Roma e così cominciai”.
Meluso rivela come ha raggiunto l’accordo col Napoli
“Ricordo l’episodio citato dal presidente. Andando fuori dal protocollo De Laurentiis venne nel nostro spogliatoio e da quel momento abbiamo avuto spesso contatti formali, il 13 luglio alle 7 del mattino ho ricevuto questa telefonata e mi sono fiondato dal presidente. Non me l’aspettavo, non dico che non lo meritassi ma non pensavo più potesse accadere”
“Il presidente mi ha fatto tante domande, anche se mi conosceva già, mi ha invitato a pranzo di fronte al golfo ed ha tirato fuori un fogliettino con le condizioni contrattuali: in pochi secondi abbiamo trovato l’intesa. Mi ha chiesto se facessi questo mestiere a 360 gradi, non solo di mercato, e di occuparmi anche di lavorare dall’interno”.
Inevitabile toccare il tema del tifo: “Non tifo per la Juve, non ho mai tifato per la Juve, tifo per le squadre dove ho lavorato e ora darò tutto quello che potrò dare al Napoli”.
Meluso fa catenaccio sul mercato
Meluso viene chiamato subito in causa sulla vicenda Osimhen: “Se riuscissimo a tenerlo sarebbe una gran cosa ma sono appena arrivato, lavoreremo di concerto con Micheli e Chiavelli e prenderemo le decisioni migliori. Anche sul sostituto di Kim posso dir poco, da lunedì faremo riunioni e programmazioni ma non sono stati con le mani in mano prima di me, sicuramente dovremo sostituire sia Kim che Ndombelè. Certo, trovare nuovi Kvara o Kim è il sogno di tutti quelli che fanno questo mestiere. Peccato che ci sia la norma che consente di tesserare solo due extracomunitari”.
“Una squadra che vince lo scudetto con 20 punti di distacco è una super-squadra, io li terrei tutti come Garcia ma bisogna vedere le dinamiche interne. Interessi arabi per i giocatori del Napoli? Non mi sono stati riferiti, certo hanno potenzialità economiche enormi e non si può competere con certe cifre”.