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Napoli, Mazzarri: Osimhen come Cavani, io altro che bollito, qui è casa mia

Il neo-tecnico azzurro è emozionato nel giorno della sua prima conferenza, l'obiettivo è tornare a vincere e ricreare l'entusiasmo che si è perso

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Fabrizio Piccolo

Fabrizio Piccolo

Giornalista

Nella sua carriera ha seguito numerose manifestazioni sportive e collaborato con agenzie e testate. Esperienza, competenza, conoscenza e memoria storica. Si occupa prevalentemente di calcio

Dov’eravamo rimasti? Ai tre tenori. Alle giacche tolte anche d’inverno, all’orologio che contava i secondi delle rimonte, all’adrenalina di un Napoli che stava diventando grande per la prima volta dopo i fasti di Maradona. Walter Mazzarri è di nuovo qui, dieci anni dopo un ciclo quadriennale di imprese, nervi, stress, successi e liti. In questo tempo il Napoli è cresciuto e tanto, fino a vincere lo scudetto, lui invece ha imboccato il percorso inverso con delusioni in serie dall’Inter fino al Torino e il Cagliari. Il tecnico livornese vuol provare a tutti che rispetto a 10 anni fa non è cambiato, è rimasto lo stesso perfezionista, maniacale e vincente dell’epoca. Domani il debutto a Bergamo sulla panchina azzurra dopo l’esonero di Garcia, la curiosità dei tifosi e degli addetti ai lavori è anche la sua.

Mazzarri rivela il compito che lo aspetta

Inizia con un quarto d’ora di ritardo la sua prima conferenza (“sono sudato, ho fatto una corsa per venire in tempo”), è emozionato visibilmente, si tocca le mani in continuazione e ammette: “Sicuramente è la squadra più forte che ho mai allenato, non mi lamento più, sono cambiato: questo Napoli è stato un piacere vederlo l’anno scorso ed è un piacere allenarlo. Sono nel calcio da 23 anni, non ho vinto scudetti ma ho visto cosa è successo dopo una vittoria in coppa Italia: ho detto alla squadra che una squadra non abituata a vincere era fisiologico calasse. Con la mia esperienza farò capire i pericoli ai giocatori, è questo il mio vero compito ora”.

Mazzarri e la pace con De Laurentiis

Dopo un passaggio sul presidente (“Con De Laurentiis c’è stato un rapporto importante e bello, ci diamo del tu, abbiamo chiarito quelle poche cose che c’erano da chiarire, all’epoca dopo un secondo posto dissi che era difficile rimanere”) Mazzarri aggiunge: “Sarò qui a vigilare sul particolare, questo ho detto alla squadra, ora parlerò con tutti ma pensate che Anguissa l’ho visto solo stamane. Osimhen mi ha dato ottime sensazioni, è un generoso, vuol vincere con la squadra. Visto da fuori somiglia a Cavani, per quel che ho visto in tv. Anche Cavani aveva un grande feeling con l’allenatore, quando c’è questo un giocatore corre di più. Osimhen dà la stessa sensazione. Kvara come Lavezzi? Come ruolo sono simili ma in realtà le differenze sono tante, il Pocho non rientrava a coprire. Sulla formazione non mi piace dare vantaggi agli avversari”.

Mazzarri non esclude un cambio di modulo

Il Napoli è apparso assai alterno nel rendimento: “Non sarei in grado di dirne i motivi ma non criticherei mai l’allenatore che c’era prima di me. Dicono che sono bollito? Se è buono lo mangio anche io il bollito, scherzi a parte, sono talmente esperto che non rispondo a queste sciocchezze. Io ero considerato uno che può fare qualsiasi modulo e mi chiamano per dare lezioni agli altri, penso di poter insegnare qualsiasi modulo. Ora deciderò sia di partita in partita che in generale, per ora giocherà come era abituata a fare quando ha dato spettacolo vincendo lo scudetto, il 4-3-3 lo utilizzavo anche nella mia precedente esperienza a Napoli nel finale”.

Il calendario è tremendo: “Lo sappiamo, ma mi son trovato sempre bene quando mi son buttato nella causa senza pensarci troppo. Quando venni la prima volta avevamo partite proibitive, se mi fossi posto il problema non sarei venuto e ora è la stessa cosa. Ho visto un po’ il film dello scudetto, mi son venuti i brividi, qui è casa mia, sono entusiasta di essere qui”.

Mazzarri non rivela gli obiettivi stagionali

Non si spinge troppo oltre il tecnico azzurro: “In un momento così delicato non puoi parlare di obiettivi, dobbiamo creare entusiasmo, migliorare la squadra e dare tutto partita per partita, ora bisogna risolvere i problemi che questa squadra sta avendo rispetto all’anno scorso. Se non si comincia a vincere come si fa a pensare allo scudetto? Che senso ha fare proclami?”.

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