Non esistono più le mezze stagioni, ma a quanto pare nemmeno più le normali “convenzioni” nel mondo del basket americano. Dove può succedere di tutto e di più, anche di vedere una squadra rimontare 20 punti in una gara 7 (mai successo prima) e battere a casa loro i detentori del titolo per tre volte nella stessa serie. L’hanno fatto i Minnesota Timberwolves, e con pieno merito: la corsa al back to back di Denver s’infrange sulla straordinaria coralità di una squadra che di colpo s’è scoperta grande, tornata nelle Western Conference Finals a distanza di 20 anni dall’ultima volta. Mentre a Est sarà Indiana a contendere il titolo a Boston: decisivi gli infortuni di casa Knicks, troppi per non poter essere pagati a prezzo pieno.
- Una rimonta per la storia: Wolves sempre più famelici
- Knicks, anche Brunson va ko.: Indiana la vince di squadra
- Le finali di Conference: Boston-Indiana e Minnesota-Dallas
Una rimonta per la storia: Wolves sempre più famelici
Minnesota, va detto, ha compiuto un piccolo capolavoro. Perché è vero, la versione 2024 dei Nuggets magari sarà stata meno dominante di quella di un anno fa, ma batterli in una serie non era cosa scontata. I Wolves l’hanno fatto esaltando il collettivo, trovando cioè risposte da ogni singolo elemento. Basti pensare che la pedina chiave della serata è stata Naz Reid, il sesto uomo dell’anno, uscito dalla panchina per dar fiato a turno a Gobert e Towns e chiudere ogni linea di passaggio dei Nuggets.
Jokic e Murray sono stati abbandonati a loro stessi: il supporting cast di Denver è stato inesistente e questo ha fatto tutta la differenza del mondo. Il serbo ha chiuso con 34 punti e 19 rimbalzi, Murray con 35 punti, ma gli altri (Gordon, Porter jr., Caldwell-Pope e Braun) sono spariti soprattutto dopo l’intervallo, quando cioè i Wolves hanno preso a segnare a raffica, ribaltando l’inerzia di una gara che pareva segnata.
Invece a Denver non è entrato più niente: triple sbagliate (9 di fila), palle perse (saranno 10), nervosismo latente ma piuttosto evidente. Edwards e Towns cominciano a fare danni nella difesa dei campioni in carica, Gobert in avvio di quarto periodo segna il canestro del sorpasso e la storia prende la sua piega. Finisce 98-90, e alla Ball Arena sono lacrime e stupore.
Knicks, anche Brunson va ko.: Indiana la vince di squadra
Certo, a fare notizia nella domenica che ha chiuso le serie di secondo turno è anche e soprattutto la vittoria dei Pacers al MSG, con NY costretta a cedere l’onore delle armi, spazzata via 130-109. Epilogo amarissimo della stagione dei Knicks, i quali però sanno che il vero problema non è stata la forza bruta degli avversari, quanto l’incredibile sequenza di infortuni che di partita in partita ha tolto a Thibodeau pedine troppo preziose per non dover poi pagarne dazio.
Josh Hart ha stretto i denti restando sul parquet 37’, Anunoby non è stato in grado di garantire più di 5’, ma soprattutto è la frattura alla mano sinistra di Jalen Brunson, rimediata nel terzo periodo, ad aver sancito sostanzialmente la fine delle speranze dei Knicks. Ai quali non sono bastati i 39 punti di Donte DiVincenzo, uno che all’Italia di Pozzecco (lo ribadiamo una volta di più) farebbe comodo, e pure parecchio.
Indiana però ha vinto di squadra, tirando col 67% in area e con il 54% dall’arco (66/103 il totale di serata): Haliburton è stato il faro, ma Siakam, Nembhard, Nesmith e pure McConnell dalla panchina hanno fatto malissimo alla difesa di casa. NY c’ha provato, ma la fortuna non l’ha assistita. O forse coach Thibs ha osato troppo: nell’era moderna il logorio è parte del gioco, e le sue rotazioni ridottissime alla fine hanno presentato il conto. Salato, come era logico attendersi.
Le finali di Conference: Boston-Indiana e Minnesota-Dallas
Nella notte tra martedì e mercoledì scatteranno le finali a Est, proprio con la sfida tra Boston e Indiana che a questo livello dei play-off rappresenta un inedito (Celtics avanti 4-2 nelle serie di play-off del passato). Quella successiva vedrà di scena Minnesota e Dallas: quest’ultima ha superato in gara 6 gli OKC Thunder, che a loro volta hanno subito una rimonta importante (erano avanti di 16 punti all’intervallo lungo) sotto i colpi di un Luka Doncic tornato grande quando più contava.
La tripla doppia dello sloveno (29 punti, 10 assist e 10 rimbalzi) è servita per sparigliare le carte e rimettere i Mavs in scia, con PJ Washington ancora una volta determinante nel finale. Una finale inedita a Ovest che vede di fronte la testa di serie numero 3 (i Wolves) opposta alla 5, con Irving che va a caccia della quinta finale in carriera dopo le 4 disputate con Cleveland. A livello play-off c’è un solo precedente tra Mavs e Wolves, datato 2002, con netta vittoria di Dallas al primo turno. Ma stavolta, chissà…