La decisione di Boris Johnson vanta una tale portata, sullo scacchiere, che il sito dell’autorevole quotidiano britannico The Guardian apre con una foto di Roman Abramovich visibilmente preoccupato. Stando a quanto riporta la stampa inglese, la volontà del governo inglese – con quell’ultima stretta – è finalizzata a congelare i beni nel Regno Unito dell’oligarca russo, storicamente vicino al presidente russo Vladimir Putin. Una volontà maturata dopo l’esplosione della guerra in Ucraina.
- Roman Abramovich: la situazione del Chelsea
- Il documento inglese che indica Abramovich come "filo Cremlino"
- Le conseguenze della stretta inglese sul Chelsea
Roman Abramovich: la situazione del Chelsea
Tra questi c’è anche il Chelsea, che continuerà a giocare con una licenza speciale, ma il club inglese di proprietà di Abramovic poiché bene dello stesso non potrà essere ceduto. Abramovich non è il solo magnate russo a subire le conseguenze delle strette decise da Londra: altri sei oligarchi russi, tra i quali Oleg Deripaska, proprietario dell’EN+ Group, e Igor Sechin, a capo della Rosneft, sono inclusi in questa sorta di lista.
Stando a The Guardian, Abramovich è accusato di essere vicino al Cremlino, a Vladimir Putin, al primo ministro e amministratore delegato della VEB, Igor Shuvalov e all’ex direttore generale di Gazprom Alisher Usmanov. Le sue aziende contribuiscono o hanno contribuito a destabilizzare l’Ucraina.
Il documento inglese che indica Abramovich come “filo Cremlino”
A indicare costoro, è stato un documento pubblicato giovedì mattina dal governo, secondo il quale il proprietario del Chelsea è stato identificato come “un oligarca filo-Cremlino” e si dice che fosse
“associato a una persona che è o è stata coinvolta nella destabilizzazione dell’Ucraina e nell’indebolimento e nella minaccia dell’integrità territoriale, sovranità e indipendenza dell’Ucraina, ovvero Vladimir Putin, con il quale Abramovich ha uno stretto rapporto da decenni”.
Questo quanto riportato e risultante al Guardian.
Le conseguenze della stretta inglese sul Chelsea
Il Chelsea non potrà vendere nuovi biglietti, né ai tifosi di casa né agli ospiti, e non potrà incassare dal merchandising nel Regno Unito. Allo stadio andranno solo gli abbonati e i negozi ufficiali del club saranno temporaneamente chiusi.
Di fatto la società non sarebbe in grado di generare i profitti consueti e che, al pari di altri club inglesi, avevano costituito sempre motivo di attrattiva per gli imprenditori russi e non solo. Con ogni probabilità, ma manca ancora la conferma della Premier League, ma la società potrebbe trovarsi anche in difficoltà sul versante del calciomercato. Il che significa vendere, acquistare o anche solo rinnovare i contratti dei giocatori in scadenza.
Una valanga di conseguenze che scaturirebbe a breve e che impongono a Abramovich, uno dei padroni della Premier, un ruolo inedito, al quale non era sicuramente preparato.
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