Bologna-Juventus 1-1: sblocca Orsolini su rigore al 10′ del primo tempo, pareggia Milik al 16′ del secondo tempo. I bianconeri non vanno oltre il pari al Dall’Ara e mancano il sorpasso alla Lazio al secondo posto. Le pagelle della Juve: Szczesny il migliore, Milik riscatta con la rete un calcio di rigore fallito e affrontato in modo goffo. Nelle file dei felsinei giganteggia Skorupski, bene anche Orsolini e Schouten.
Dieci minuti cronometrati. Tanto dura la resistenza di una bella Juventus al cospetto di un Bologna ostico e arcigno. L’approccio dei bianconeri è di quelli che non si vedeva da tempo ma l’episodio che scompagina le carte arriva presto. Danilo su Orsolini in area juventina, Sozza lascia correre ma il Var (Mazzoleni) corregge la decisione dell’arbitro. Calcio di rigore: palla da una parte, Szczesny dall’altra. La scena si ripete al 31′ a metà campo invertite: il direttore di gara sorvola sul contatto Lucumí-Milik, ancora una volta è la chiamata del Var a riscrivere le sorti del match. Rigore per i bianconeri: l’esecuzione di Milik e goffa, tiro centrale, Skorupski blocca. Il polacco si rifà nel secondo tempo infilando il pallone del pareggio.
Servivano i tre punti per consolidare la zona Champions in attesa di una penalizzazione certa. Serviva una prova di carattere per spazzare via il disastro di San Siro, dove Locatelli e compagni hanno messo a referto una prova molto deludente che è coincisa con l’eliminazione dalla Coppa Italia. Infine, sarebbe stata gradita una prestazione condita dal bel gioco, quello cui i bianconeri hanno smesso di abituare. Buona Juve a sprazzi: stavolta il gioco ha convinto più del carattere e i giovani sono sembrati più incisivi dei veterani. Cosa manca ai bianconeri? Il cuore. Manca il cuore che il Bologna ha gettato oltre l’ostacolo. I felsinei sono un collettivo, la Juventus no.
Ragionevoli dubbi. I tifosi, qualche giocatore, gli addetti ai lavori. Cosa va e cosa non funziona. La guardi da dentro, la guardi da fuori: la Juventus non convince più e l’indiziato maggiore, di un percorso involutivo che pare non avere un freno, è uno solo. Massimiliano Allegri. A processo finisce il tecnico: la stagione deve ancora dire tante cose eppure, nonostante lo scenario sia apertissimo, le aspettative poggiano su basi molto fragili.
I bianconeri non piacciono: una Juve non esaltante, altre volte, compensava con le vittorie. Venute meno quelle, i termini per bilanciare i giudizi si sono disallineati. Qualcuno (leggi la società) lo dà come un punto fermo per i prossimi anni: viene difficile pensare che nessuno, in seno alla dirigenza, non faccia più di una riflessione. Ragionevoli dubbi.
- Le pagelle del Bologna
- Le pagelle della Juventus
- La pagella dell’arbitro
- Il nostro SUPERTOP
- Il nostro SUPERFLOP
- Il calendario della Juventus tra Serie A ed Europa League
La diretta testuale live di Bologna-Juventus e gli highlights della partita
Le pagelle del Bologna
- Skorupski 8: è il migliore del Bologna. Decisivo in tre occasioni nel primo tempo quando dice no a Fagioli e a Milik: l’attaccante ipnotizzato due volte, una dal dischetto.
- Posch 6: si conferma uno dei più giovani talenti regalati dalla stagione attuale. Quanta personalità, gioca senza paura, ha un ottimo senso tattico ma soffre le iniziative di Kostic ogni volta che il serbo decide di accelerare.
- Soumaoro 6: stringe i denti quando Milik si affaccia dalle parti di Skorupski, va in affanno se i bianconeri alzano il ritmo.
- Lucumi 5,5: il fallo su Milik è grossolano, gli va bene che l’esecuzione del polacco lo sia ancora di più. Qualche incertezza di troppo e tanta fatica nei minuti finali.
- Kyriakopoulos 6: tanta quantità, generoso, aiuta i compagni in raddoppio.
- Moro 5,5: gli tocca difendere, poche iniziative, tanto sacrificio.
- Schouten 6,5: prende per mano la squadra e prova costantemente a ragionare.
- Dominguez 6: si azzarda poche volte a involarsi sulla sinistra, Motta gli chiede senso della posizione e capacità di contenere. Lui esegue in maniera pedissequa.
- Orsolini 7: la sblocca alla prima occasione ma è un portento dal fischio di inizio. Spina nel fianco di Danilo, che ne soffre la velocità e l’imprevedibilità.
- Barrow 6: pressing e movimento, scorrazza da una parte all’altra della metà campo bianconera e fa rifiatare i compagni con un gioco di attesa, spalle alla porta. Va al tiro una volta sola, trova Szczesny pronto.
- Ferguson 6: intensità e costanza. Un punto fermo anche per la retroguardia, cui garantisce man forte quando la Juve si lancia nell’assedio finale.
- All. Thiago Motta 7: l’ha giocata a viso aperto, senza rinunciare ai punti di forza di una squadra che sa proporre gioco e difendersi con le unghie. Il Bologna è un collettivo e il tocco del suo allenatore si vede tutto.
Le pagelle della Juventus
- Szczesny 6,5: attento e puntuale, si frappone tra Barrow, Orsolini e la sua porta con efficacia. Si fa spiazzare sul rigore ma è sempre lucido.
- Cuadrado 6: spinge e si fa sentire. Non è lui a soffrire Dominguez e Ferguson, semmai il contrario. Gli manca però il cambio di passo.
- Gatti 6: non sbaglia un intervento, è perfetto in anticipo e si propone anche in fase di impostazione. Fonte:
- Danilo 5: avvio thrilling, incerto in marcatura, è suo il fallo da rigore che regala a Orsolini il tiro dal dischetto. Si riprende nel proseguo dell’incontro ma l’errore iniziale ha un peso specifico enorme.
- Alex Sandro 5,5: si perde strada facendo, male in costruzione, spesso in ritardo quando gli tocca arretrare.
- Fagioli 6: cresce col passare dei minuti. Trova la posizione e si propone con personalità. Vicino al gol al 27′, quando Skorupski piazza il secondo intervento decisivo. Allegri gli concede solo uno scampolo di ripresa.
- Locatelli 6: è infaticabile ma non è sempre lucido. Nei primi 45′ sale in cattedra a sprazzi anche se macina chilometri. Si concentra sul lavoro di interdizione. Ripresa su ritmi alti
- Rabiot 6: le redini della mediana sono nelle sue mani. Metronomo, geometra, maratoneta, palleggiatore: fa di tutto, anche l’incursore. Solita anima ma nelle fasi topiche non sceglie sempre la soluzione migliore.
- Kostic 5,5: parte col piglio giusto, due fiammate tanto per far capire che è in serata. Assist, volata sulla fascia, conclusione. I compagni intuiscono, lo cercano, lo assistono fino a quando ne ha. Ripresa scialba, Allegri se ne accorge.
- Chiesa 5,5: più reattivo rispetto all’ombra che aveva calcato l’erba di San Siro, cerca Milik con insistenza ma non disdegna l’azione personale. Pecca di imprecisione in fase di finalizzazione. Non è ancora lui, la sensazione è che resterà una stagione di transizione in attesa di ritrovarlo integro e decisivo nel 2023/24. Fonte:
- Milik 6,5: le movenze della punta di razza si vedono subito. Si incunea negli spazi, fa salire i compagni, si smarca e fa un movimento incessante. Gran tiro al volo al 25′, Skorupski si supera. Quando gli capita sui piedi l’occasione per riaprire la partita, però, diventa tragicomico: tira un calcio di rigore con flemma e superficialità. Primo penalty calciato in serie A con esiti pessimi. L’errore dal dischetto lo condiziona ma si fa perdonare nel secondo tempo con il gol del pari.
- All. Allegri 5,5: piove sul bagnato. La squadra stavolta gira, il gioco premia i bianconeri che a sprazzi sono fluidi e incisivi. Eppure, i limiti evidenti sono emersi sul piano del carattere. Manca l’intenzione, manca grinta e cattiveria agonistica. Non c’è cuore, lo scollamento è uno spauracchio che arriva quando meno te lo aspetti. La coralità messa in scena dal Bologna, i cui giocatori non hanno ceduto di un millimetro e non hanno mollato un secondo, stringendo i denti tutte le volte che è stato necessario farlo, è un quid che ai bianconeri manca.
La pagella dell’arbitro
Simone Sozza della sezione di Seregno non ha vita facile: pronti, via e arriva subito l’episodio che farà discutere. Il Bologna reclama un rigore inizialmente non concesso. Il Var corregge Sozza, il fallo su Orsolini è sanzionato col rigore. Eppure, a viziare l’azione c’è un fallo su Alex Sandro non punito. Al 31′ la scena si ripete ad aree invertite: fallo su Milik, non interviene, ci pensa ancora Mazzoleni. Non dà la sensazione di essere lucido nelle occasioni cruciali.
Il nostro SUPERTOP
Skorupski decisivo. Mette i guanti dappertutto ed è un baluardo invalicabile anche quando alla Juventus riesce di mettere gli attaccanti a tu per tu con l’estremo felsineo. Il rigore parato è il valore aggiunto di un match in cui ha infilato almeno tre parate decisive.
Il nostro SUPERFLOP
L’esperienza e il talento di Danilo sono un paio di biglietti da visita che, da soli, rendono ingiustificabile un errore grossolano come il fallo in area bianconera su Orsolini. Trovato il vantaggio, i felsinei hanno saputo coprirsi fino a rendere dura la rimonta ospite. Nel proseguo della partita si riprende bene ma quello svarione, al netto del risultato, pesa parecchio.
Il calendario della Juventus tra Serie A ed Europa League
Il momento più difficile, anche più del meno 15. Massimiliano Allegri, almeno su questo, raccoglie consensi trasversali. Perché? Presto detto: la penalità aveva ricompattato l’ambiente e scaturito una sorta di uno contro tutti in cui l’orgoglio s’è visto. E poi, quell’ammanco, restava pur sempre un “alibi”, una tacita giustificazione che, in buona parte, poteva spiegare la maledizione di un anno complicato.
Ora no: quell’alibi non c’è più, il percorso dei bianconeri è di nuovo netto, meriti e demeriti tornano ad avere un peso specifico. Mister Allegri mostra segnali di nervosismo, ha dimenticato l’aplomb, sa di essere sotto osservazione insieme alla squadra. In questo ha ragione lui: è innegabile che siamo nella fase più delicata della stagione bianconera. L’eliminazione in semifinale di Coppa Italia ha fatto da spartiacque.
Troppo brutta quella Juve, poco elegante l’accettazione della sconfitta, nervi tesi nel post partita. Salvare la stagione è ancora possibile ma serve rasentare la perfezione. Tradotto: se il gioco latita, se il tecnico riceve e subisce critiche ormai da tempo, se nemmeno i risultati possono più essere esposti in vetrina per mettere a zittire i detrattori occorre una immediata inversione di rotta. Sei gare alla fine del campionato: serve fare bottino pieno, 18 punti o giù di lì.
Sono le premesse inevitabili per provare a strappare il pass per la prossima Champions League nonostante una penalizzazione sicura, certa, alle porte della quale non si conosce l’entità. Sono i requisiti necessari per non fallire le prossime due partite di Europa League, doppia sfida di semifinale contro il Siviglia, e spianare le porte verso la finale del 31 maggio alla Puskás Aréna di Budapest, in Ungheria.
Save the dates: andata allo Stadium l’11 maggio, ritorno a Siviglia il 18. Il calendario del campionato recita questo: sei partite alla fine, tre in casa e tre fuori. Lecce allo Stadium il prossimo 3 maggio, trasferta importantissima a Bergamo, contro l’Atalanta, il 7. 14 maggio in casa contro la Cremonese, il 21 trasferta a Empoli, il 28 altra sfida-Champions contro il Milan, di nuovo allo Stadium. Ultimo turno fuori casa, a Udine, il 4 giugno.