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Champions League, pagelle Celtic-Lazio 1-2: Pedro all'ultimo respiro, ectoplasma Immobile

Top e flop della partita Celtic-Lazio, valevole per la 2^ giornata di Champions League 2023/2024: Sarri vince una partita sporca grazie al colpo del campione di Pedro

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Antonio Salomone

Antonio Salomone

Giornalista

Giornalista pubblicista. Lo affascinano, da sempre, le categorie minori e i talenti in erba. Ha fiuto per la notizia e per gli emergenti. Calcio, basket, motori: ci pensa lui

Brutta e imprecisa, la Lazio contro il Celtic conferma le non esaltanti prestazioni di inizio stagione, ma centra la vittoria. Gli scozzesi hanno più gamba e lo dimostrano dopo 12′ con il gol di Furuhashi, dopo una bella combinazione di sarriana memoria, quasi come se fosse uno scherzo del destino. I biancocelesti si rendono poco pericolosi e vincono grazie a due colpi di testa: quello di Vecino nel primo tempo e poi di Pedro al 94′. I ragazzi di Sarri conquistano tre punti d’oro e restano aggrappati al sogno qualificazione, salendo al comando del girone insieme all’Atletico Madrid.

Celtic-Lazio, la chiave della partita

La migliore fisicità del Celtic ha fatto la differenza. Gli scozzesi hanno vinto quasi tutti i duelli a distanza con gli avversari, pareggiando così la differenza tecnica. La velocità e il gioco nelle stretto degli attaccanti non ha dato punti di riferimento alla difesa biancoceleste, che non ha letto bene gli scambi di posizione della squadra di Rodgers.

Il 4-3-3 a specchio dei biancoverdi ha limitato le giocate centrali della Lazio, costringendo i centrocampisti ad allargare sulle fasce, dove è mancato lo spunto di Zaccagni e Felipe Anderson. Sarri ha dovuto rimediare con le giocate dei singoli, una caratteristica che non appartiene al suo repertorio. Vecino e Pedro lo hanno accontentato e in una serata complicata può bastare per ritrovare il sorriso.

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Lazio, cosa ha funzionato

Cosa ha funzionato nella Lazio? Poco, a prescindere dal risultato. Il maggior tasso tecnico della rosa di Sarri non si è visto e gli scozzesi hanno giocato alla pari dei biancocelesti. L’unica nota positiva? Le giocate di Luis Alberto, l’equilibrio di Vecino, un messaggio per l’allenatore che ancora deve costruire il centrocampo ideale.

Lazio, cosa non ha funzionato

I biancocelesti hanno confermato i tanti problemi di questo inizio stagione: poca brillantezza, qualità a tratti e una difesa disattenta. In fase di costruzione le giocate sono state sempre le stesse e gli esterni non hanno saltato mai l’uomo. Il ritmo del palleggio è stato monotono e qualche illuminazione è arrivata solo dai piedi di Luis Alberto. La coppia di difesa non è riuscita ad affinare l’intesa e senza Casale anche Romagnoli è andato in difficoltà, come in occasione del gol del Celtic. Tante cose da migliorare, Sarri non deve farsi annebbiare dal risultato.

Le pagelle della Lazio

  • Provedel 6: Non viene chiamato in causa spesso, aiuta la squadra con il palleggio dal basso. Non può nulla sul gol del Celtic.
  • Lazzari 5.5: Timido e poco incisivo sulla fascia, aiuta poco Felipe Anderson e il brasiliano lo paga. Ha vissuto serate migliori, ma anche peggiori.
  • Patric 5.5: Non garantisce molta sicurezza quando gli scozzesi attaccano con tanto campo a disposizione. Legge in ritardo gli scambi delle punte e comunica poco con il compagno di reparto.
  • Romagnoli 5: Commette un grave errore in occasione del gol del vantaggio del Celtic, leggendo male l’anticipo e lasciando spazio per l’inserimento di Furuashi.
  • Hysaj 5.5: Non una bella serata per i terzini, che si limitano al compitino e a non commettere errori. “Si può fare di più”. Molto di più.
  • Kamada 5: Il giapponese non ha ancora imparato la nuova lingua, che non è l’italiano, ma il sarrismo. Non incide e spesso si estranea dal match, come uno studente durante una lezione noiosa.
  • Vecino 6.5: Il suo dinamismo ed equilibrio è importante per bilanciare le volate offensive. Ha in mano il pendolo della squadra e lo fa oscillare bene, firmando anche il gol del pareggio.
  • Luis Alberto 6.5: Sarri ha bisogno della sua fantasia, dai suoi piedi nascono le migliori occasioni della Lazio. Nasconde il pallone e lo fa apparire, ci sarà un motivo se lo chiamano mago. In campo si vede, ma predica nel deserto e Sarri lo toglie inspiegabilmente dal campo al 67′. Forse pensava già all’Atalanta.
  • Felipe Anderson 5: L‘impressione è che gli manchi sempre un pezzo per completare il puzzle e non riesce a trovarlo. Una volta ci va vicino, ma poi si dimentica sul più bello come utilizzarlo. Il pezzo mancante è il pallone.
  • Immobile 5: Poco coinvolto dalla squadra, non fa nulla per cambiare il copione del match. Non lo chiamano in causa, lui resta in disparte, quasi come se fosse in castigo.
  • Zaccagni 5.5: Le fondamenta di Sarri sono gli esterni e quando il loro spunto manca, si nota. L’ala non salta quasi mai l’uomo e non crea pericoli.
  • Pedro 7: Entra in campo e dimostra perché ha giocato nel Barcellona. Segna il gol vittoria in un match difficile.
  • Guendouzi 6.5: Gioca pochi palloni, il più importante però al 94′, quando pesca Pedro per il gol vittoria.
  • Isaksen 6: Prende il posto di Felipe Anderson, ma non riesce ad incidere.
  • Castellanos 6: Così come Immobile prende pochi palloni.

Top e flop del Celtic

TOP

  • Furuashi 6.5: Fa passare una brutta serata ai difensori della Lazio. La sua rapidità mette in crisi le coperture biancocelesti, come in occasione del gol. Davanti il portiere è freddo e mostra il suo senso del gol.

FLOP

  • Phillips 5.5: È il meno preciso della difesa, complica la sua gara con un giallo dopo pochi minuti. Al 61′ lascia il campo e non ci pensa più.

Celtic-Lazio 1-2, il tabellino del match

RETI: Furuhashi (C) 12′, Vecino (L) 29′, Pedro (L) 94′

CELTIC (4-3-3): Hart, Johnston, Phillips (Carter-Vickers 62′), Scales, Taylor; O’Riley, McGregor, Hatate (Bernardo 72′); Maeda, Furuashi (Oh 86′), Yang (Palma 62′). Allenatore: Brendan Rodgers. A disposizione: Bains, Morrison, Turnbull, Oh, Tomoki, Forrest, Ralston, M. Johnston.

LAZIO (4-3-3): Provedel; Lazzari (Marusic 84′), Patric, Romagnoli, Hysaj; Kamada, Vecino, Luis Alberto (Guendouzi 67′); Felipe Anderson (Isaksen 67′), Immobile (Castellanos 72′), Zaccagni (Pedro 84′). Allenatore: Maurizio Sarri. A disposizione: Sepe, Magro, Pellegrini, Casale, Cataldi, Gila, Rovella.

ARBITRO: Donatas Rumsas

AMMONIZIONI: Phillips, Luis Alberto, Castellanos, Palma, Vecino, Sepe

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