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Parigi 2024, Sinner ko ma Cobolli non va alle Olimpiadi: il post del papà del romano scatena la polemica

L’Italia del tennis ha dovuto fare a meno del suo numero 1 con il forfait di Jannik Sinner a Parigi, ora un post del papà di Cobolli, quinto italiano nel ranking, scatena la polemica tra i fan dell’altoatesino

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

I tifosi di tennis italiani avrebbero voluto i due numeri 1 del nostro movimento entrambi in campo alle Olimpiadi di Parigi. Jasmine Paolini è regolarmente al suo posto e oggi ha conquistato anche il passaggio agli ottavi di finale battendo la polacca Linette. Non c’è invece Jannik Sinner che ha dovuto dare forfait per una tonsillite che lo ha costretto a rinunciare all’opportunità del torneo olimpico.

Flavio Cobolli: il post del papà

La rinuncia di Jannik Sinner è avvenuta a pochi giorni dall’inizio del torneo francese con l’Italia che non ha potuto sostituire l’altoatesino né con un Berrettini in fortissima, né con l’azzurro che era al quinto posto nel ranking. Al posto di Jannik in tabellone è andato Andrea Vavassori. Ora sui social arriva il post del papà di Flavio Cobolli che racconta il rammarico del tennista romano: “Approfitto di questa mia settimana di riposo per fare una piccola riflessione. In tanti mi hanno scritto nei giorni passati riguardo le Olimpiadi; del perché Flavio non abbia potuto partecipare nonostante la classifica top 50 (unico nel mondo ad essere escluso).Il regolamento parla chiaro: ogni nazione può portare i suoi migliori 4 singolaristi. Flavio era il quinto, quindi, tutto regolare. Buono per l’Italia che sta godendo di un momento magico”.

Perché Flavio non è entrato al posto di Sinner? Perché, ancora una volta, il regolamento stabilisce che se un giocatore qualificato (in questo caso Sinner) si cancella dopo il 20 di luglio, a quel punto entra al suo posto un giocatore onsite e non il giocatore che lo segue in classifica – continua il papà del romano – Sinner si è cancellato, credo, il 23 di luglio e quindi pochi giorni dopo la deadline che avrebbe consentito a Flavio di subentrare. Anche in questo caso tutto regolare. Non sono certo io a discutere o polemizzare sulla questione se il regolamento sia giusto o sbagliato; nè tantomeno sul perché Sinner abbia superato la deadline: avrà avuto le sue motivazioni”.

Il mio pensiero, invece, si focalizza su Flavio. Al ritorno da Umago Flavio mi ha detto una frase che mi ha inorgoglito, reso fiero e fatto sentire bene. “Pa’, sai che avrei barattato la vittoria di un grande torneo ATP in cambio della partecipazione alle olimpiadi?. Attenzione, non vincere le olimpiadi ma partecipare! Beh, questo mi ha reso molto fiero perché allora la mia famiglia è riuscita a trasferirgli dei valori sportivi importanti. Pensare e riconoscere le Olimpiadi come il massimo traguardo sportivo, rappresentando il proprio paese, detto da un tennista, per me vale tanto. Vuol di dire che prima di sentirsi tennista si sente un atleta italiano”.

La rabbia dei tifosi di Jannik

Il post del papà di Cobolli, però, più che come una lode al giocatore romano è stato letto da tanti tifosi di Jannik come un attacco all’altoatesino e alla sua decisione di rinunciare a Parigi solo pochi giorni prima dell’inizio. Nel mirino dei tifosi di Jannik finiscono soprattutto due frasi: la prima su Sinner e le motivazioni dietro la sua scelta, la seconda che riguarda proprio una delle ultimi frasi: “Prima di sentirsi tennista si sente un atleta italiano”. Sui social in tanti hanno giudicato questo post e le parole del papà di Cobolli come “passivo-aggressive”, anche se non c’è nessun atto di accusa vero e proprio nei confronti del numero 1 al mondo.

Le polemiche su Sinner

Negli ultimi giorni sono state tante le polemiche sulla mancata partecipazione di Jannik Sinner alle Olimpiadi di Parigi. Nel mirino dei media sono finite le ultime decisioni del tennista azzurro, dalla sua vacanza in Sardegna con Anna Kalinskaya fino alla presunta “crisi” che qualcuno imputa all’altoatesino. Una situazione che riporta alla memoria il fuoco mediatico a cui Jannik fu sottoposto lo scorso settembre dopo la decisione di non partecipare al primo round di Coppa Davis a Bologna.

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