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Parma in serie A, parte la festa. Dai meriti di Pecchia ai baby talenti: l’anno magico dei Ducali

Il tecnico dei gialloblù festeggia la terza promozione dopo quelle con Verona e Cremonese. Per il club il compito più difficile sarà trattenere Bernabé e gli altri giovani protagonisti  

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Fabrizio Napoli

Fabrizio Napoli

Giornalista

Giornalista professionista, per Virgilio Sport segue anche il calcio ma è con la pallanuoto che esalta competenze e passioni. Cura la comunicazione di HaBaWaBa, il più grande festival di waterpolo per bambini al mondo

Tre anni: tanto ha impiegato il Parma per tornare in serie A dopo la retrocessione del 2021. Grazie all’1-1 di Bari la squadra emiliana può festeggiare la promozione con due turni d’anticipo sulla fine della serie B: è il trionfo di Fabio Pecchia, che fa tris dopo le imprese compiute con l’Hellas Verona nel 2016/17 e la Cremonese nella stagione 2021/22, e di una squadra di giovani costruita dal d.s. Mauro Pederzoli e dall’ex capitano Alessandro Lucarelli.

Parma in A: l’equilibrio di Pecchia

Con l’1-1 di Bari il Parma festeggia la promozione in serie A dopo 3 stagioni in serie B. Il salto di categoria è un premio alla fiducia della famiglia Krause in dirigenti sportivi abili a scovare talenti all’estero – il d.s. Mauro Pederzoli, affiancato dalla bandiera Alessandro Lucarelli – e nelle qualità dell’allenatore Fabio Pecchia, reduce dalla delusione di un anno fa, quando gli emiliani vennero eliminati nella semifinale playoff dal Cagliari. Pecchia, già protagonista della promozione dell’Hellas Verona nella stagione 2016/17 e della Cremonese nel 2022, costruisce un Parma sul concetto di equilibrio, tanto caro al suo maestro Rafa Benitez: oggi, giorno della promozione, la squadra emiliana ha il 2° attacco e la 2a difesa della serie B, con la miglior differenza reti.

Parma in A: Man e gli altri talenti pescati all’estero

I pilastri del 4-2-3-1 del Parma sono tutti giovani talenti, già entrati nel mirino dei top club italiani e stranieri, giocatori di qualità per la serie B che Pecchia ha saputo ruotare con costrutto, mostrando un’abilità nel turnover che manca anche ad alcuni colleghi più celebrati: l’esterno 25enne rumeno Dennis Man, capocannoniere con 11 reti, è il più noto, ma dietro di lui ci sono il connazionale Valentin Mihaila (24), il 23enne polacco Adrian Benedyczak (10 gol) e il 20enne francoivoriano Ange-Yoan Bonny, centravanti da 6 gol, ma maestro nelle sponde (10 assist). E poi soprattutto Adrian Bernabé, 22enne folletto scuola Barcellona, passato dall’Academy del City, divenuto il faro a metà campo, oltre che il risolutore dal limite e su punizione: 8 gol e 4 assist finora per lui.

Parma in A, Pecchia non si accontenta

“Non mi lascio andare neanche ora – le parole di Pecchia dopo il pareggio col Bari -. È stato un campionato complicatissimo fino all’ultimo, arrivare a 73 punti e giocarsi ancora la promozione non era mai successo negli ultimi anni. Lo dicevo da tempo che sarebbe stata combattuta fino alla fine, abbiamo avuto avversari forti che ci hanno stimolato e spinto. C’è gioia ma anche tanta stanchezza”.

E sulle tre promozioni Pecchia commenta così: “A Verona è stata complicata perché giocata fino all’ultimo. Cremona una favola bellissima, questa la più dura. Ancora non siamo primi, è un campionato in cui siamo davanti sin dall’inizio. L’obiettivo era portare questo club storico in Serie A, siamo un club forte e io ho fatto solo la mia parte in un circuito importante. Ora dobbiamo terminare davanti, sarebbe una gran bella gioia”.

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