Pole position Ferrari dopo le Qualifiche F1 del Gp di Monza. Carlos Sainz davanti a Max Verstappen e Charles Leclerc: il cuore della marea Rossa batte ancora e picchierà più forte oggi, domenica 3 settembre. La pole dello spagnolo regala una prima fila che ricompatta, allinea e prova a cancellare con una ramazzata tutto il recente passato.
La Ferrari che non gira più da una vita a Monza s’è fatta bellissima; Charles e Carlos hanno capito perché – ovunque sia l’altrove in cui potrà portarli il prossimo futuro – non sarà mai come qui. Italia, Ferrari, Monza, casa. La storia è storia, la leggenda è leggenda, la Ferrari è la Ferrari. I due Carletti non dimentichino.
Grazie per il vostro incredibile affetto, significa tantissimo per noi! 🇮🇹 ♥️#ItalianGP #F1 pic.twitter.com/9yG4wbnITY
— Scuderia Ferrari (@ScuderiaFerrari) September 2, 2023
Non appena l’ultima bandiera a scacchi ha certificato la pole di Carlos Sainz jr. al termine delle qualifiche del Gp di F1 sul circuito di Monza, un brivido è corso lungo la schiena del popolo ferrarista. Che ancora una volta sul circuito brianzolo ha visto spuntare un raggio di sole nel bel mezzo di una stagione carica di nubi, dove la fatica fatta per trovare l’interruttore della luce è stata a tratti sfiancante.
- Quarta pole in carriera per Carlos
- 23 pole su 73 edizioni
- L'ultima vittoria è di Leclerc nel 2019
- Monza è l'isola felice
- La "resurrezione" di Niki Lauda
- Le lacrime e la marea Rossa
- Gli anni di Michael Schumacher
- Da Alonso a un altro spagnolo...
Quarta pole in carriera per Carlos
Lo spagnolo ha conquistato la quarta pole in carriera, tutte al volante della rossa (lo scorso anno c’era riuscito a Silverstone, Spa e Austin), proprio sulla pista che più di ogni altra evoca il legame tra il Cavallino e il mondo dei motori.
Difficile dire oggi se basterà per interrompere anche solo per una domenica l’egemonia di Max Verstappen, ma intanto un segnale dalle rosse è arrivato, a ricordare al mondo intero che la magia di Monza ha la forza per spingere anche una vettura oggettivamente inferiore alla concorrenza verso prestazioni e risultati fuori dalle attese.
23 pole su 73 edizioni
Con quella ottenuta da Sainz fanno 23 pole Ferrari a Monza su 73 edizioni del Gran Premio d’Italia, primato che doppia quello ottenuto dalla McLaren, oggi la scuderia più a contatto con la rossa (ma distante 11 pole position).
Se proprio si volesse però allargare il cerchio, allora quella odierna è la 24esima pole position ottenuta da una vettura motorizzata Ferrari nella storia di Monza: nel 2008 infatti fu la Toro Rosso di Sebastian Vettel a partire davanti a tutti, all’epoca motorizzata proprio Ferrari (sarebbe passata sotto l’egida RedBull qualche stagione più tardi).
L’ultima vittoria è di Leclerc nel 2019
L’obiettivo adesso sarà di migliorare la media in relazione alla vittorie conquistate sul circuito lombardo, che grazie all’ultima ottenuta da Leclerc nel 2019 hanno toccato appunto quota 19. Proprio il monegasco un anno fa conquistò la pole davanti al solito Verstappen, che poi però in gara non gli diede possibilità di transitare per primo sotto la bandiera a scacchi.
E sempre Leclerc è stato l’ultimo a centrare l’accoppiata pole e vittoria nello stesso fine settimana al volante di una rossa, ricordando la favolosa settimana di inizio settembre 2019 nella quale vinse prima a Spa e 7 giorni dopo nel tempio della velocità brianzola.
Monza è l’isola felice
Cosa spinga la Ferrari a trovare a Monza risorse si cui ignora persino essa stessa l’esistenza è davvero esercizio difficile e complicato da spiegare. Come nel 1966, anno dominato in Formula Uno da Jack Bracham e dalla sua scuderia di cui è pilota e proprietario (quando si dice casa e bottega): il GP d’Italia viene vinto a sorpresa dalla rossa di Scarfiotti, che precede peraltro sul traguardo il compagno di squadra Parkes, nell’ultima gara di quella stagione dove le due monoposto italiane riescono a competere per davvero per la vittoria.
La “resurrezione” di Niki Lauda
Dodici anni più tardi, è il 1976, a Monza si assiste alla resurrezione sportiva (e forse anche oltre) di Niki Lauda, in pista a poche settimane dal terribile rogo del Nurburgring nel quale per poco non perse la vita, favoloso nel concludere la gara al quarto posto, seppur a fronte di un dolore fortissimo all’altezza delle ferite facciali provocate dalle ustioni.
Proprio lì dove Lauda un anno prima, chiudendo alle spalle di Regazzoni, conquistò il suo primo titolo con la Ferrari. Altra doppietta, con tanto di passerella, nel 1979: trionfa Jody Scheckter, ormai a un passo dal mondiale, “scortato” al traguardo da Gilles Villeneuve.
Le lacrime e la marea Rossa
Nel 1988, annata dominata dalla McLaren di Senna, Monza diventa una volta di più l’ancora di salvataggio di una Ferrari dilaniata dentro, perché da poche settimane se n’è andato il “Drake”, Enzo Ferrari. Senna sta andando a vincere anche il GP d’Italia, perché vuol far regalare al team di Woking il record un filotto unico e irripetibile, puntando a vincere tutte le 16 gare del mondiale.
Arriverà a 15, perché a Monza a due giri dalla fine sbanda su una chicane mobile, e dietro di lui Berger e Alboreto danno vita a una doppietta che ancora oggi, 35 anni dopo, profuma di lacrime e di storia, pensando che il “Drake” da lassù c’abbia messo lo zampino. Anche nel 1996 la Ferrari non è favorita, perché le Williams vanno più veloci.
Gli anni di Michael Schumacher
Ma a Spa è arrivata la seconda vittoria dell’era Schumacher (la prima, a primavera, sotto il diluvio a Montmelò), e a Monza puntuale arriva la terza, che suona come un monito per gli anni a venire.
Il Kaiser ne conquisterà altre 4, l’ultima nel 2006, quando in conferenza stampa pochi minuti dopo scoppierà in lacrime, annunciando il ritiro dalle competizioni (poi tornerà con la Mercedes, ma questa è un’altra storia).
Da Alonso a un altro spagnolo…
Quando Alonso vincerà nel 2010, ultimo successo prima di quello ottenuto da Leclerc nel 2019, s’illuderà di avere il mondiale già in tasca, ma almeno si godrà quella marea umana di gente sotto al podio, adorante verso il nuovo vate della rossa di Maranello.
Quel popolo che due anni dopo, seppur sconfitto, riprendere con la telecamera dall’alto, giusto per far vedere quanto è bella quella marea dove il rosso prevale su tutto. E che domani, pur in una stagione disgraziata, sogna di tornare a colorare tutto il rettilineo d’arrivo. Che poi uno spagnolo pronto a riprendere con la telecamere ci sarebbe anche: scatterà davanti a tutti, come per magia…