“Se continuiamo così, dovremo pescare dalla Serie C o trovare oriundi. In attacco praticamente non gioca più nessuno”.
Le parole dell’allenatore dell’Under 21, Paolo Nicolato, il giorno della vigilia della sfida tra Italia e Macedonia del Nord, oltre a suonare come una profezia autoavverante, hanno preso i contorni della sentenza considerando il risultato che sarebbe arrivato solo 24 ore dopo nella semifinale di playoff per Qatar 2022.
Lo scarso impiego dei giovani attaccanti italiani nel massimo campionato e in giro per l’Europa sta rendendo la vita complicata a chi, come Nicolato, sugli under fa affidamento per svolgere al meglio il proprio mestiere.
Dopo l’eliminazione dai playoff per i Mondiali l’ecosistema del calcio italiano è stato sottoposto a processo, con una serie di idee e concetti che hanno monopolizzato la discussione. Tra questi sicuramente l’impiego dei giovani calciatori in Serie A e in Serie B, oltre alla distribuzione di questi nei vari campionati giovanili, uno su tutti la Primavera 1.
Sì, perché dalla stagione 2017-2018 l’ormai ex Campionato Primavera TIM è stato sostituito da una manifestazione di categoria suddivisa in due gerarchie: Primavera 1 e Primavera 2 appunto, con un meccanismo di promozioni e retrocessioni.
Un sistema pensato per aumentare la competitività e l’interesse delle squadre a formare il miglior settore giovanile, oltre che a rendere indipendenti le squadre Primavera dai risultati delle prime squadre, ma che ha finito col favorire l’impiego di stranieri nel calcio giovanile italiano.
- I numeri sull’impiego dei giovani nel calcio italiano
- Il valore economico dei migliori giovani della Serie B
- I calciatori passati dalla Serie B all’élite del calcio
I numeri sull’impiego dei giovani nel calcio italiano
In Primavera 1 infatti, la presenza di stranieri si attesta tra il 33 e il 35%, mentre in Serie A si arriva al 62%, praticamente una cifra doppia che sancisce un verdetto eloquente: la maggior parte dei calciatori del massimo campionato non sono italiani.
L’ostacolo più alto, infatti, si riscontra nel passaggio dalle giovanili al professionismo.
Se il numero di stranieri nei campionati giovanili può essere tollerabile, quella del massimo campionato, torneo in cui gran parte dei componenti della Nazionale dovrebbero confrontarsi, racconta le problematiche del calcio italiano.
I riflettori sono da puntare sulla Nazionale maggiore, dato che i risultati delle varie selezioni azzurre sono in linea con la tradizione vincente di chi ha 4 Coppe del Mondo alle spalle: l’Under 17 ha disputato le ultime due finali europee disputate prima del Covid-19 (nel 2018 con i classe 2001, l’anno dopo con i classe 2002); l’Under 19 ha raggiunto lo stesso traguardo prima con i ’97 (nel 2016, perdendo con la Francia di Mbappe) e poi con i ’99 (che si sono piegati nel 2018 al Portogallo, solo ai supplementari).
Nei Mondiali di categoria sempre segnali rassicuranti grazie ad un terzo posto con l’Under 20 nel 2017 in Corea del Sud (con Orsolini capocannoniere del torneo) e un quarto nel 2019, con Pinamonti secondo miglior marcatore del torneo alle spalle di un certo Haaland.
Il bandolo della matassa, come già ribadito, va dunque cercato nel passaggio di categoria.
In Serie A la media di calciatori italiani Under 21 in rosa è di 2,7 su circa 20-25 calciatori tesserati. Ovviamente un dato che non può che influenzare negativamente la percentuale del minutaggio degli under che si attesta al 4%.
In Serie B l’impiego dei giovani è più frequente come normale che sia in quello che si professa da sempre il campionato degli italiani e dei giovani.
Il campionato cadetto resta una delle migliori alternative per un sistema calcio che difficilmente cambierà nel breve periodo il proprio retaggio culturale e politico. Per forza di cose la Serie B diventa la strada più percorribile a stretto giro per sperimentare e far schiudere quanto prima le ferite rimarcate dalla seconda storica mancata qualificazione ad un Mondiale.
Il campionato di Serie B, con l’età media fissata a 24 anni, diventa il trampolino ideale per i giovani e per formare la base futura della Nazionale. Stando ai dati rilasciati di recente proprio dalla Lega B, il 71% dei giocatori è italiano, inoltre un giocatore su 4 è nato oltre il 2000 in Serie B. Addirittura il 71,8% dei minuti giocati nel campionato sono stati messi a referto da giocatori italiani.
Mentre in Primavera 2 il dato è esplicito: il 90% di giocatori sono italiani, quindi 30 giocatori a squadra su rose di 33 calciatori in media.
Il valore economico dei migliori giovani della Serie B
Ma chi sono i giovani calciatori che quest’anno giocano in Serie B e che potremmo ritrovarci meritatamente in massima serie l’anno prossimo? Scopriamo chi sono, oltre a conoscere il loro valore di mercato.
- Nicolò Fagioli. Il talento di proprietà della Juventus sta disputando una stagione all’altezza della sua fama costruita tra qualche dichiarazione importante di Max Allegri e soprattutto le prestazioni nelle giovanili e nella Juventus Under 23. Il suo valore di mercato verso la fine della stagione di Serie B è fissato a 4 milioni circa ma aumenterà vertiginosamente nelle prossime settimane. Quando arrivò alla Cremonese meno di un anno fa il suo valore di mercato secondo Transfermarkt era fissato a 1.2 milioni di euro;
- Marco Carnesecchi. Il suo valore si aggira attorno ai 3 milioni di euro ma per lui vale lo stesso discorso di Fagioli, a fine stagione l’Atalanta, club detentrice del suo cartellino, valuterà decisamente di più il valore del portiere che quest’anno alla Cremonese si è reso protagonista di prestazioni suntuose;
- Lorenzo Lucca. È stato l’uomo copertina della prima metà di stagione di Serie B, arrivato dal Palermo per una cifra vicina ai 2.5 milioni di euro, l’attaccante ha mostrato ottime qualità con la maglia del Pisa. A gennaio i toscani hanno ricevuto diverse richieste di informazioni, ma come ha fatto intuire il presidente Corrado che ha una corsia preferenziale col Sassuolo grazie al rapporto con Giovanni Carnevali, il giocatore vale una cifra significativa che può avvicinarsi addirittura ai 20 milioni;
- Federico Gatti. Il difensore del Frosinone è diventato noto al grande pubblico grazie alle sue prestazioni, al suo passato da muratore e infine per il suo approdo alla Juventus ultimato nella sessione di calciomercato di gennaio. La Juventus ha giocato di anticipo e si è assicurata un difensore di 23 anni per 7.5 milioni di euro + 2.5 di bonus. Non una cifra banale;
- Alessio Zerbin. Dal 2017 il Napoli ha cominciato a mandare in prestito questo ragazzo classe 1999 dopo un ritiro estivo in azzurro, dopo averlo prelevato dal Gozzano. Oggi è diventato un punto fermo del Frosinone oltre che uno dei migliori calciatori della Serie B. Ha triplicato il suo valore portandolo dal mezzo milione di inizio stagione ai 2 milioni attuali che probabilmente toccheranno i 10 se il Napoli decidesse di venderlo.
I calciatori passati dalla Serie B all’élite del calcio
La Serie B non è assolutamente nuova al processo di valorizzazione tecnica ed economica di calciatori che diventano poi i pilastri delle big del calcio europeo.
Il calciatore simbolo che ha innalzato il valore della Serie B rappresentando il passaggio dalla cadetteria all’élite del calcio è sicuramente Marco Verratti: il “gufetto” di Manoppello passò dal Pescara al PSG, quindi direttamente dalla B alla massima serie francese per 12 milioni di euro nel 2012, non prima di aver portato in A gli abruzzesi insieme a Lorenzo Insigne e Ciro Immobile.
Nell’ultimo anno l’esempio perfetto è rappresentato da Davide Frattesi.
Il calciatore del Sassuolo dopo una militanza continuativa in B tra Empoli e Monza è arrivato pronto per il massimo campionato rivelandosi uno dei prospetti più interessanti di questa stagione, oltre ad essersi meritato la chiamata nella Nazionale allenata da Roberto Mancini.
Oltre ai calciatori citati nello specifico in precedenza, saranno molti i giocatori che hanno militato quest’anno in B e che nell’immediato andranno a rinforzare le rose di Serie A, creando una valorizzazione economica vitale per diversi club.
La Serie B si conferma il laboratorio ideale per sperimentare e far crescere a livello tecnico i giovani talenti italiani del futuro.