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Raducanu, arrestato lo stalker: il messaggio della britannica dopo lo spavento. Le colleghe: "Abbiamo paura"

Emma Raducanu ha ringraziato tutti coloro che l'hanno sostenuta dopo che uno stalker l'ha importunata durante il match con Karolina Muchova, Ma la guardia nel circuito resta alta.

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Il grosso spavento è alle spalle, ma Emma Raducanu sa che la “sua” battaglia è soltanto all’inizio. Perché quanto successo a Dubai ha aperto il vaso di Pandora: la sicurezza è un problema a tutti i livelli, anche nel “dorato” circuito WTA che pure sembrerebbe essersi chiuso in una bolla, anche se per una volta almeno tutte le sue componenti hanno fatto quadrato. Perché quanto successo nel corso della partita contro Karolina Muchova è servito almeno a far luce su una questione che risolta proprio non è: gli stalker nel mondo del tennis femminile esistono da sempre, e senza sanzioni esemplari sradicare il problema diventa decisamente complicato.

Il messaggio per i fan e la voglia di guardare avanti

Raducanu è tornata a parlare per la prima volta dopo aver chiesto al giudice di sedia Miriam Bley di allontanare quello spettatore molesto che già l’aveva avvicinata nella giornata di lunedì, in quel caso però in un’area pubblica del centro di Dubai dove si tiene il torneo WTA del circuito 1000.

Lo ha fatto postando una stories su Instagram con una tazza di caffè e la copertina del romanzo “Emma” di Jane Austen, aggiungendo un messaggio di ringraziamento per coloro che l’hanno sostenuta in questo momento così delicato e inopportuno. “Grazie a tutti per i messaggi di supporto. È stata un’esperienza difficile quella di ieri, ma starò bene e sarò orgogliosa di come sono tornata in campo e ho giocato, nonostante ciò che è successo all’inizio della partita”. Perché la richiesta di Emma di interrompere il match e chiedere di allontanare lo stalker è avvenuta dopo appena due game, entrambi vinti dalla sua avversaria (che ha poi vinto 7-6 6-4).

Emma e il ricordo del precedente stalker londinese

Raducanu ha rivissuto un incubo, pensando a quanto accaduto tre anni fa nella sua Londra: Amrit Magar, un appassionato che s’era letteralmente invaghito della giocatrice britannica, arrivò più volte davanti al cancello di casa, in alcuni casi portando via anche oggetti lasciati fuori dal portone. Un Tribunale londinese fu chiamato a esprimersi sul caso, con Emma che ottenne un ordine restrittivo di cinque anni nei confronti del fan “ossessivo”.

Ma quel fatto ha lasciato comunque una traccia profonda nell’animo della giocatrice, che dopo la sentenza arrivò a dichiarare di “guardarsi alle spalle in ogni momento”, oltre che a “vivere con la paura che tutto ciò possa accadere nuovamente”.

Ecco perché a Dubai, quando s’è portata dal giudice di sedia per chiedere di far allontanare lo stalker, s’è poi rifugiata proprio dietro la struttura dell’arbitro, intimorita all’idea che quella stessa persona che la stava importunando potesse in qualche modo far irruzione sul campo. Le lacrime versate prima di riprendere il match hanno detto molto del suo stato d’animo, ma è evidente quanto il ricordo dei fatti avvenuti negli anni precedenti abbiano influito sulla reazione della tennista.

Le altre tenniste che hanno “paura” di muoversi da sole

Nel circuito femminile invero da diversi anni si susseguono episodi che vedono coinvolte diverse giocatrici, le quali lamentano spesso e volentieri di essere vittime di persone che le inseguono e le perseguitano anche all’interno degli spazi dei tornei.

Katie Boulter, altra tennista britannica (fidanzata di Alex de Minaur), aveva dichiarato nei mesi scorsi di aver ricevuto minacce di violenza da uomini che partecipavano sistematicamente ai tornei WTA che la vedevano iscritta nel tabellone.

E anche l’americana Danielle Collins, salita alle cronache durante gli Australian Open per i suoi atteggiamenti di sfida nei confronti del pubblico australiano, ha spiegato al “Telegraph” di non volersi mai spostare da sola all’interno delle varie lounge dei tornei a cui partecipa, ritenendo essenziale la compagnia di qualche altra atleta o comunque di figure legate al suo team per potersi muovere in condizioni di assoluta sicurezza, memore di alcuni episodi dove è stata importunata da semplici spettatori presenti all’esterno dei campi da gioco.

Aggiornamento da Dubai: arrestato lo stalker di Emma

Intanto dagli Emirati Arabi arrivano aggiornamenti sulla vicenda. Dopo la denuncia, lo stalker di Raducanu è stato arrestato. Non sono state fornite le generalità del turista-tifoso che aveva infastidito la tennista britannica, prima attraverso la consegna di una lettera e poi scattando foto nelle immediate fasi precedenti il match contro Muchova. Le autorità di Dubai, nonostante il ritiro delle accuse da parte di Emma, hanno fatto firmare all’uomo un impegno formale a mantenere le distanze da lei, vietandogli di assistere a futuri tornei.

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