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Razzismo, Acerbi venerdì in Procura Figc. Juan Jesus: il messaggio WhatsApp a Spalletti e il video del Napoli

Il difensore dell'Inter ascoltato in videoconferenza da Chiné: accanto a lui l'avvocato del club. Intanto il calciatore del Napoli si è messo in contatto con Spalletti.

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Rino Dazzo

Rino Dazzo

Giornalista

Se mai ci fosse modo di traslare il glossario del calcio in una nicchia di esperti, lui ne farebbe parte. Non si perde una svista arbitrale né gli umori social del mondo delle curve

La Procura Figc indaga. Toccherà al procuratore Giuseppe Chiné ricostruire con chiarezza quanto accaduto nel corso di Inter-Napoli, quando Juan Jesus e Acerbi si sono resi protagonisti di un alterco contraddistinto – pare – da insulti e minacce a sfondo razziale. Adesso c’è anche una data: venerdì 22 marzo il difensore nerazzurro si collegherà in video conferenza dalla Pinetina, affiancato dall’avvocato dell’Inter, Capellini, per raccontare alla Procura Federale la sua versione dei fatti. Insieme a Chiné, a Roma, ci saranno i suoi vice.

Acerbi, audizione alla Procura Figc con l’avvocato dell’Inter

Acerbi dovrà verbalizzare il contenuto degli insulti rivolti a Juan Jesus intorno al 15′ della ripresa a San Siro. Quelli per cui è già stato cacciato dalla Nazionale. Ha davvero detto “ti faccio nero”, come ha raccontato ai dirigenti dell’Inter, oppure non ha affatto rivolto espressioni razziste al difensore del Napoli, come spiegato ai giornalisti scendendo dal treno alla Stazione Centrale di Milano? Per quelle che saranno le decisioni della Procura, l’unica deposizione di Acerbi che farà fede sarà quella raccolta nel corso dell’audizione di venerdì. E se dovesse essere ravvisato del razzismo nelle sue dichiarazioni, la squalifica non sarebbe inferiore a dieci giornate.

Juan Jesus, il messaggino a Spalletti dopo le parole del Ct

Intanto, dopo il messaggio postato sui social dopo aver ascoltato le dichiarazioni “negazioniste” di Acerbi, Juan Jesus ha scritto e smistato un altro messaggio. Destinatario Luciano Spalletti, via WhatsApp. Il difensore del Napoli Spalletti lo conosce bene. Lo ha avuto come allenatore prima a Roma, poi sotto il Vesuvio. È stato proprio Spalletti, anzi, a caldeggiarne l’acquisto per il Napoli, nell’estate del 2021. C’è rimasto un po’ male, Juan Jesus, quando ha sentito il Ct dell’Italia raccontare che “per come me l’ha spiegata Acerbi, non è stato un caso di razzismo”. “Io ho detto la verità”, gli ha scritto nel messaggino, come riportato da Il Mattino. “Non è andata così come raccontato da Acerbi. Ho sentito benissimo quando mi ha insultato”.

Razzismo: il video diffuso dal Napoli con Juan Jesus

Nel frattempo il Napoli ha postato sui suoi canali social un video sul razzismo registrato venerdì 15 marzo a Castel Volturno, protagonisti proprio Juan Jesus e Mohamed Seick Mane, attaccante 15enne delle giovanili azzurre. Un video girato prima, dunque, dei fatti di Milano. Ma estremamente significativo.

“Razzismo purtroppo è una situazione che viviamo da tanto tempo, c’è gente che dice che abbiamo migliorato, peggiorato”, dice Juan Jesus. “Ci sono delle leggi che purtroppo non vanno tanto rispettate. A noi dispiace perché siamo tutti uguali: bianchi, neri, gialli. Siamo stati fatti da Dio, almeno questo è quello che credo io: non abbiamo differenze. Negli stadi ancora ce ne sono di razzisti, dobbiamo crescere come essere umani. Ci sono tante persone che non hanno consapevolezza che questa è una cosa che può ferire a tante persone, abbiamo cuore, anima, cervello. Penso che a breve si possano fare leggi un po’ più forti”.

Il giovanissimo Mane ha raccontato di aver subito offese razziste: “L’anno scorso un difensore avversario mi ha chiamato ‘negro’, non ho risposto, gli ho detto che sono felice di essere nero”. “Hai risposto bene”, gli ha detto Juan Jesus. “La prossima volta puoi dire che gli fai due gol, poi dopo averli segnati gli dici: ‘il negro ti ha fatto due gol’. Ti do un consiglio: bisogna essere forti, sappiamo che chi è razzista ha un cervello piccolo così. Tu sai di essere perfetto come Dio ti ha fatto, bisogna esserne consapevoli e avere un carattere forte. Quando succedono certi episodi bisogna subito informare l’allenatore, il ds. Nessuno deve essere discriminato per il colore della pelle, per la religione. Bisogna essere forti di testa e non ascoltare nessuno”.

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