Non accenna a stemperarsi il clima di tensione dopo la gazzarra in Como-Wolverhampton. Risse, cazzotti e insulti tra i calciatori delle due squadre per quello che i calciatori del club inglese hanno interpretato come un insulto razzista da parte di un difensore lariano rimasto anonimo nei confronti di Hwang Hee-chan, calciatore coreano dei Wolves. La situazione, come è noto, è degenerata. Entrambe le società hanno diffuso alcuni comunicati sulla vicenda, quella inglese si è già rivolta all’UEFA chiedendo l’adozione di provvedimenti. Oggi è arrivata notizia dell’intervento della federazione calcistica della Corea del Sud, che ha scritto alla FIFA.
- Caso Hwang Hee-chan, la Federcalcio coreana scrive alla FIFA
- "Si sente Jackie Chan": l'espressione che ha scatenato i Wolves
- La posizione del Como e il rischio squalifica per il difensore
Caso Hwang Hee-chan, la Federcalcio coreana scrive alla FIFA
È stata la stessa KFA, la Korean Football Association, a dare notizia del reclamo alla massima organizzazione calcistica mondiale con una nota sul suo account X. “In una lettera ufficiale inviata alla FIFA il 18 luglio, la Federcalcio coreana ha espresso seria preoccupazione per il comportamento razzista subito da Hwang Hee-chan (Wolverhampton) da parte di un giocatore della squadra avversaria durante una recente partita di allenamento e ha lanciato un appello a prevenire la discriminazione razziale nel calcio. Per sradicarla, abbiamo chiesto alla FIFA di rafforzare ulteriormente le sanzioni contro i responsabili”.
“Si sente Jackie Chan”: l’espressione che ha scatenato i Wolves
Insomma, senza troppi giri di parole, la Federcalcio di Seul ha chiesto a viva voce alla FIFA di adottare sanzioni, di punire severamente il responsabile degli insulti. Ma che è successo nel corso del tumultuoso match tra i lombardi e gli inglesi, giocato sotto il sole di Marbella? Semplice: un difensore del Como avrebbe invitato un compagno di squadra a lasciar perdere dopo un intervento rude di Hwang, dicendogli “si sente Jackie Chan”. Il riferimento al popolare attore di Hong Kong, star del cinema d’azione, è stato interpretato da calciatori e dirigenti del Wolverhampton, da Hwang e dalla federazione sudcoreana come inequivocabilmente razzista.
La posizione del Como e il rischio squalifica per il difensore
Il Como, ovviamente, non è dello stesso avviso. Nella sua nota sull’accaduto, il club – presieduto tra l’altro da due imprenditori asiatici, i magnati indonesiani Robert e Michael Hartono – ha ribadito di non aver interpretato come dispregiativa o razzista l’espressione del suo difensore e ha accusato a sua volta quelli del Wolverhampton di aver ingigantito a dismisura l’accaduto. Che, dai bagliori della Costa del Sol, ora rischia di finire su una scrivania di un ispettore FIFA a Zurigo. L’organismo retto da Gianni Infantino potrebbe decidere di aprire un’indagine, col rischio di una squalifica o di una multa per l’autore dell’espressione incriminata.