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Reggina, c’è la svolta: entra Bandecchi dell’Unicusano per salvare il club

Il sindaco di Terni tenta la missione disperata per salvare gli amaranto. Conto alla rovescia per ripartire dalla D e riconsegnare al calcio professionistico la squadra calabrese

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Alessio Raicaldo

Alessio Raicaldo

Sport Specialist

Un figlio che si chiama Diego e la tesi di laurea sugli stadi di proprietà in Italia. Il calcio quale filo conduttore irrinunciabile tra passione e professione. Per Virgilio Sport indaga, approfondisce e scandaglia l'universo mondo dello sport per antonomasia

Estate turbolenta per la Reggina. Dopo aver provato invano a risalire in Serie A tramite il campionato, il team calabrese ha passato poi mesi tra aule di tribunali e carte bollate nel tentativo di iscrivere la squadra al torneo cadetto.

Ma non c’è stato nulla da fare, con il Consiglio di Stato che a fine agosto ha rigettato definitivamente il ricorso presentato dal club spedendolo addirittura tra i dilettanti. Oggi gli amaranto non hanno una proprietà e sono in grande difficoltà. Si è fatti quindi avanti il sindaco di Terni Stefano Bandecchi per salvare la situazione.

Perché la Reggina non è in B. Ecco cosa è accaduto

Anzitutto facciamo un passo indietro per comprendere come mai la Reggina non ha potuto far parte della Serie B, torneo che sul campo avrebbe meritato di giocare. I calabresi hanno presentato richiesta di iscrizione il 20 giugno, ultimo giorno utile possibile. Richiesta che, tuttavia, non è stata accettata per motivi economici.

La decisione della Covisoc è maturata in virtù dei mancati pagamenti all’Erario per 757 mila euro con scadenza 12 luglio, che per la Federcalcio dovevano essere regolarizzati proprio entro il 20 giugno. Da lì sono partiti una serie di ricorsi che non hanno però alterato la storia degli amaranto.

Il progetto di Bandecchi: salvare il club e poi cederlo

Nel caos generale si è fatto avanti per guidare il club il primo cittadino della città di Terni nonché proprietario dell’Università degli Studi Niccolò Cusano. La conferma è arrivata dallo stesso Stefano Bandecchi a StrettoWeb:

Nel nostro progetto l’Università Niccolò Cusano avrà il 50% delle quote sociali e altri imprenditori locali avranno l’altro 50%. Per quanto ci riguarda la nostra idea è quella di riaccompagnare la Reggina fino alla serie C, e poi di cederla. L’intenzione è quella di tentare di salvare questa squadra quantomeno in serie D, perchè altrimenti in questo momento è concreto il rischio che possa sparire“.

Un sindaco al timone. Ma senza Massimo Ferrero

Se tutto va bene sarò io il presidente” ha spiegato Bandecchi. Che ha anche escluso una possibile partecipazione del suo amico Massimo Ferrero nella eventuale futura gestione del club. E’ possibile, anche se non scontato, che nel nome del club compaia anche Unicusano (ad esempio Unicusano Reggio) anche per il ruolo nevralgico dell’università nella nuova società nascente.

Non ci sono regole che vietano ad un sindaco, anche se di città diversa, di diventare proprietario di una squadra di calcio. Lo stesso Bandecchi, tra l’altro, è proprietario della Ternana Women.

Perché Bandecchi è interessato alla Reggina: rapporto speciale con la città

Ma perché un imprenditore livornese, sindaco di un’altra città, sarebbe interessato alla Reggina? La risposta l’ha data lo stesso Bandecchi:

Sarebbe davvero mostruoso se non ci fosse nessuno per riprendere la Reggina quantomeno dalla serie D, io avevo sperato che arrivasse qualcuno di serio anche in B. Con Reggio ho un legame speciale. E’ qualcosa che è nato nel tempo, forse anche per il fatto che avete la maglia amaranto come quella del Livorno e della bandiera di Livorno, la città in cui sono nato. E poi i reggini sono persone di animo e di cuore. All’inizio non c’eravamo capiti, poi tutto è cambiato“. E adesso è partito il conto alla rovescia per salvare il club.

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