Nulla di fatto per la Reggina. Sarà il Brescia a giocare il prossimo campionato, peraltro già cominciato, di Serie B. Questa è stata la decisione, ormai definitiva, del Consiglio di Stato a seguito del ricorso presentato dalla società calabrese. Con quest’ultima che ora sparisce dal calcio professionistico in quello che è un vero e proprio dramma, sportivamente parlando, per l’intera regione. Tra l’altro causato sostanzialmente da 750.000 euro, tale è stata la somma incriminata come pagamento dei debiti tributari entro la scadenza prestabilita. Si spengono così le luci dello stadio Oreste Granillo nella speranza di poter tornare presto a riaccendersi nei tornei che più competono una piazza del genere.
- Dal sogno A allo sprofondo: così è finita l'avventura della Reggina
- La cessione della società e la caccia affannosa all'iscrizione
- Gli iter giudiziari fino all'ultima decisione
Dal sogno A allo sprofondo: così è finita l’avventura della Reggina
Pensare che nello scorso campionato la Reggina ha combattuto per arrivare addirittura in Serie A. La formazione guidata da Filippo Inzaghi aveva infatti concluso al settimo posto la stagione collezionando la bellezza di 50 punti. Ma dinanzi agli adempimenti burocratici anche il campo, che nello sport dovrebbe essere unico giudice sovrano, viene scavalcato. Tutto cancellato con un colpo di spugna, come se non fosse mai accaduto. Evidente la responsabilità della società calabrese che ha vissuto un’estate ricca di passione e tormenti conclusa ora nella maniera peggiore possibile dopo una battaglia portata avanti in tutte le sedi giudiziarie.
La cessione della società e la caccia affannosa all’iscrizione
E dunque gli amaranto saranno costretti a ripartire addirittura tra i dilettanti. Questa è la sintesi di un viaggio terribile che ha avuto il proprio inizio al termine della passata stagione. A inizio luglio la Reggina cambia proprietà, passando nelle mani della Guild Capital, società inglese con sede a Londra costituita da una rete di gestori patrimoniali specializzati nell’investment banking. Il club si affretta a presentare tutta la documentazione necessaria per l’iscrizione al campionato cadetto.
Il comunicato della società parla chiaro: “La Società Reggina 1914 comunica che questa sera (5 luglio, ndr) è stato formalmente presentato ricorso alla Covisoc per chiedere l’ammissione al prossimo campionato di calcio di serie B – si legge nella nota ufficiale del club. Si è inoltre ottemperato, anticipando il versamento delle scadenze del prossimo 12 luglio previsto dalla sentenza di omologa, al versamento delle restanti di quanto dovuto all’erario. Grazie anche al supporto delle Istituzioni che hanno a cuore le sorti amaranto e quindi della Città, ci siamo attivati, presso tutte le sedi di competenza, per far valere le ragioni societarie e sportive della Reggina, sempre nel totale rispetto dei ruoli e degli organismi preposti a valutare il nostro operato“.
Gli iter giudiziari fino all’ultima decisione
La prima decisione a seguito del ricorso presentato dalla Reggina la prende il Consiglio federale che opta immediatamente per il no. Da lì si passa agli step successivi che non alterano però il futuro del sodalizio calabrese. Che tenta comunque tutte le vie pur di farsi giustizia, fino ad oggi 30 agosto. Il primo passo è stato il Consiglio di Garanzia di fine luglio, poi il Tar per il 2 agosto e infine l’ultima speranza costituita appunto dal Consiglio di Stato. Richiesta non accolta e fine dei giochi per una squadra che fino a poco tempo fa riusciva a competere con le altre di B per la promozione e che avrebbe voluto riprovarci attingendo anche alle risorse straniere. Il percorso adesso sarà inevitabilmente più lungo, molto più lungo. Serviranno anni prima di rivedere la Reggina nuovamente nei principali tornei italiani.