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Roma, Mourinho dribbla sul futuro ma le parole su Dybala spaventano

José Mourinho, tecnico della Roma, partecipa al Media Day della Uefa in vista della finale di Europa League contro il Siviglia ma non arrivano buone notizie sulle condizioni di Paulo Dybala

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Gerry Capasso

Gerry Capasso

Giornalista

Per lui gli sport americani non hanno segreti: basket, football, baseball e la capacità innata di trovare la notizia dove altri non vedono granché

L’obiettivo è quello della finale di Europa League. In questo momento in casa Roma, la gara di sabato contro la Fiorentina sembra più un fastidio che un impegno da affrontare per migliorare la classifica in serie A. José Mourinho si presenta ai microfoni in occasione del Media Day organizzata dalla Uefa.

Roma, Mourinho pessimista sulle condizioni di Dybala

Il primo scoglio in vista della finale di Europa League contro il Siviglia non è rappresentato dalla gara contro la Fiorentina in programma sabato al Franchi, ma le condizioni di Paulo Dybala su cui il tecnico portoghese sembra essere molto pessimista.

Dybala non è che è nascosto ad allenarsi, non penso che possa giocare a Budapest. Onestamente penso di no, però ho una speranza che possa andare almeno in panchina anche in considerazione del fatto che sia l’ultima partita della stagione. Anche contro il Feyenoord era in panchina, ed ha fatto il gol che ci ha portato al supplementare. Sarei già contento di 15-20 minuti. Non ci sono segreti, Paulo è ancora alle prese con le terapie. Abbiamo provato a recuperarlo, pensavo di averlo a disposizione contro la Salernitana. Si sta facendo tutto il possibile. Sabato non sarà convocato, anche Pellegrini non sarà convocato per la Fiorentina ma sicuramente sarà recuperato per mercoledì.

Roma, Mourinho pensa soltanto alla finale di Budapest

In casa Roma, la gara di sabato contro la Fiorentina viene vista quasi come un fastidio nella preparazione per il match contro il Siviglia in programma a Budapest il prossimo 31 maggio. Il tecnico portoghese continua a dribblare le domande sul suo futuro in giallorosso e si concentra sulla finale.

Siamo super felici di giocare quella finale. Vogliamo giocare. Il mio focus è solo sulla finale, un poco anche alla Fiorentina. Abbiamo fatto un gran percorso, abbiamo dovuto lavorare molto per arrivare qui e ora ci dobbiamo godere questo momento. Non possiamo pensare a qualificazioni e a cose del genere. Abbiamo dovuto affrontare tantissimi ostacoli, squadre difficili, senza dimenticare gli infortuni. Ora ci vogliamo godere questo momento. Spero che sia i fan della Roma che quelli del Siviglia possano godersi la finale di Budapest.

Mourinho e la stoccata al Tottenham: Con loro nessun legame

José Mourinho nel corso dell’incontro con la stampa riflette anche sul suo passato da allenatore, che lo porta con la Roma all’ennesima finale internazionale di una carriera costellata di successi. E nell’occasione lo Special One manda anche una piccola stoccata al Tottenham ed al presidente Levy.

Spero che i fan del Tottenham non la prendono per il verso sbagliato, ma è l’unico club in cui non ho mai creato un legame. Forse perché il club di Levy non mi ha lasciato vincere una finale e vincere un trofeo, o forse perché non c’erano fan sugli spalti per via del Covid. In tutti gli altri club ho sempre avuto un forte legame. Ho sempre dato tutto e le persone non sono stupide, non è sempre legato alla vittoria ma piuttosto legato a quello che hai dato. Nel caso della Roma penso che sappiano che io vesto la maglietta e combatto per loro ogni giorno. Amo ogni club in cui sono stato, perché ho sempre sentito l’amore che ho ricevuto. Anche se dovesse arrivare il momento della separazione con la Roma, rimarrò sempre legato a questo club.

Mourinho: Penso di essere un allenatore e una persona migliore

Quello di Mourinho è un percorso che dura da oltre 20 anni, lo Special One ha conquistato l’ennesima finale di una carriera incredibile, una rarità anche per gli allenatori ma è lo stesso José a spiegare cosa c’è dietro questa sua longevità.

Penso di essere un allenatore migliore e una persona migliore rispetto a quando ho cominciato, ma è il Dna è sempre lo stesso e in questo c’è motivazione, felicità e la voglia di vincere. Sono questi i sentimenti che voglio passare ai giocatori, di giocare con questa mentalità e senza pressione. Penso che come allenatore, l’esperienza e le conoscenze acquisite siano importanti. L’unica cosa che ti può portare a smettere è la mancanza di motivazione, ma penso di avere più motivazioni di quante ne avevo in passato.

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