Sembrava una boutade, e invece è tutto vero: Louis Rees-Zammit, 23 anni, trequarti gallese da tempo nel giro della nazionale del Dragone, dalla prossima stagione sbarcherà ufficialmente in NFL. E lo farà passando dalla porta principale, perché a metterlo sotto contratto per i prossimi tre anni sono stati nientemeno che i Kansas City Chiefs, ovvero la squadra che ha vinto 3 degli ultimi 5 Super Bowl (inclusi gli ultimi due).
- Il primo professionista di successo che passa al football
- Una scelta (anche) economica: stipendi a confronto
- I test da urlo, il sogno nel cassetto: "Entro 5 anni un Super Bowl"
- Il Galles perde un riferimento del prossimo decennio
Il primo professionista di successo che passa al football
La storia che arriva dagli States ha dell’incredibile, ma solo perché vedere un giocatore di primo livello del mondo del rugby passare a giocare a football americano è qualcosa di decisamente inusuale. Per trovare casi analoghi bisogna tornare indietro nel tempo, ma senza l’eco mediatica che ha avuto la scelta di Rees-Zammit. Solo Jordan Mailata è riuscito effettivamente a fare breccia nel mondo NFL, proveniente proprio da quello del rugby, giocato però solo a livello giovanile (dal 2018 è di stanza ai Philadelphia Eagles, dove ha disputato da titolare anche un Super Bowl, quello perso nel 2023 contro i Chiefs).
Molti altri hanno tentato, ma senza riuscire a centrare l’obiettivo, vedi Christian Wade (ex ala della nazionale inglese), Alex Gray (altro inglese che successivamente tornò al primo amore) o l’australiano Hayden Smith, che collezionò soltanto un’amichevole con i Jets nel 2012. Insomma, Rees-Zammit potrebbe aver aperto tutta un’altra frontiera, anche perché lui a differenza di chi l’ha preceduto ad alti livelli c’è arrivato, e ci sarebbe rimasto probabilmente per tanti anni ancora.
Una scelta (anche) economica: stipendi a confronto
Classe 2001, l’ex trequarti del Gloucester (dove guadagnava poco più di 200mila sterline l’anno, cui sommava i gettoni di presenza in nazionale tra Sei Nazioni, test match e Coppa del Mondo) a Kansas City guadagnerà pressappoco la stessa cifra (216mila dollari) se dovesse essere inserito nella cosiddetta squadra riserve, altrimenti vedrebbe il suo ingaggio annuale lievitare a 750mila dollari.
Il tutto però impegnandosi in una finestra decisamente più ristretta: tra il camp di inizio stagione e l’eventuale Super Bowl passano più o meno 8 mesi, che se confrontati con la stagione del rugby (che non va praticamente mai in vacanza) è ben altra cosa. Per il momento verrà aggregato alternandosi nel ruolo di wide riceiver e runningback, ma toccherà a quel santone di Andy Reid, head coach dei Chiefs, capire bene come impiegarlo.
I test da urlo, il sogno nel cassetto: “Entro 5 anni un Super Bowl”
Rees-Zammit nei due mesi di International Players Pathway, il programma che l’NFL ha riservato per quei giocatori non americani che si avvicinano al mondo del football (una sorta di vetrina per gli scout di ogni franchigia, oltre che un addestramento vero e proprio al gioco), ha stupito per la facilità d’esecuzione e doti atletiche e di rapidità, come dimostrano i 4”44 impiegati per coprire 40 yards.
Insomma, quella che due mesi fa appariva alla stregua di una scommessa nel vero senso della parola, adesso rischia di tramutarsi in una decisione di una lungimiranza davvero unica. Lui stesso a febbraio, spiegando il motivo dell’addio al rugby professionistico, si lasciò scappare una frase che non passò inosservata: “Entro cinque anni mi piacerebbe vincere un Super Bowl”. Essere approdato in quella che è attualmente la franchigia più forte e completa dell’intera lega è certamente un buon viatico per provare ad addentrarsi nel proposito.
Il Galles perde un riferimento del prossimo decennio
In carriera peraltro Rees-Zammit ha già vinto un torneo del Sei Nazioni da assoluto protagonista, nel 2021 (anno in cui è stato convocato anche con i British & Irish Lions nel tour in Sudafrica), e all’ultimo mondiale è stato tra i giocatori più positivi del Galles, che ha visto la sua corsa interrotta dall’Argentina nei quarti di finale.
Dell’esperienza in terra francese è rimasta iconica l’esultanza alla Cristiano Ronaldo dopo una meta nel match contro il Portogallo, che suscitò peraltro non poche polemiche (lui si difese dicendo di essere grande fan di CR7, ma i lusitani e i puristi del gioco non gliela perdonarono). Chissà ora che esultanza s’inventerà nl caso in cui dovesse realizzare un touchdown con la maglia di Chiefs, naturalmente su lancio di Pat Mahomes: dovesse accadere per davvero, sarà un evento unico nella storia.