Tanta rabbia, e pure una buona dose di rimpianti. Quelli che Federica Brignone quest’anno ha imparato a seminare con una puntualità che proprio non le si addiceva in passato. Perché vederla uscire tre volte su 5 gare di gigante è un unicum che fa a cazzotti con quanto raccontano i numeri di una delle annate più incerte della storia recente della Coppa del Mondo. Dove l’assenza di Shiffrin ha aperto a scenari inimmaginabili fino a un paio di mesi fa, ma dove l’incostanza rischia di diventare il vero grosso nemico di ognuna delle pretendenti alla sfera di cristallo.
- Rabbia Federica: "Però so che sto sciando bene"
- Gut-Behrami adesso è vicina: l'elvetica fa paura
- La Kandahar ultimo giudice prima dei mondiali
Rabbia Federica: “Però so che sto sciando bene”
Federica al solito non s’è voluta piangere addosso: ha ammesso l’errore, ma ha detto che rifarebbe tutto quello che ha fatto e che nella sua testa c’è spazio ormai solo per le gare del fine settimana a Garmisch. “Dopo l’uscita a Kranjska Gora ero triste e delusa, qui onestamente sono soltanto arrabbiata. Stavo sciando bene, così come bene avevo già sciato a Cortina nei giorni scorsi. Non so bene cosa sia successo, nemmeno le immagini hanno chiarito i miei dubbi: ho preso un rimbalzo e sono stata sbalzata fuori dalla traiettoria, però ripeto, non ho rimpianti perché so che stavo scendendo bene e volevo attaccare.
Io non scendo mai per frenare, non è nelle mie corde, e dunque era giusto prendersi determinati rischi. Solo che quest’anno gira un po’ così: in passato se sciavo male comunque qualcosa raccoglievo, quest’anno sto bene e vado giù forte, ma a quanto pare in gigante o arrivo prima oppure esco, non ci sono mezze misure. Per fortuna le gare di Garmisch arrivano presto, speriamo di recuperare un po’ dei punti buttati via oggi”.
Federica più che altro spera che in Germania possa trovare un po’ più di serenità: “Sono stati giorni duri, perché ogni volta che non ero in pista c’era gente che voleva una foto o un autografo, e alla lunga queste sono situazioni che un po’ ti sottraggono energia. Per carità, è bellissimo ricevere tutto questo affetto, ed è bellissimo vedere la mia famiglia, gli amici e in fan club a bordo pista, ma ammetto di non aver avuto un attimo di tregua durante questa tappa italiana e spero che il prossimo week-end possa rivelarsi più tranquillo”.
Gut-Behrami adesso è vicina: l’elvetica fa paura
L’uscita di Plan de Corones un peso nell’economia della corsa verso la sfera di cristallo ce l’ha: Lara Gut-Behrami, che in stagione è partita “piano” privilegiando i mondiali di Saalbach di febbraio alla riconquista della Coppa del Mondo (ma quando ha deciso di fare così Shiffrin non era ancora infortunata…), pur senza mai vincere una sola gara è comunque ad appena 55 punti di distanza dalla vetta della generale, occupata sempre da Federica, che di gare ne ha vinte 4 ed è salita altre due volte sul gradino più basso del podio (a St. Anton in supergigante e a Cortina in discesa), ma al netto di tre uscite in gigante che in qualche modo hanno il loro peso specifico.
La svizzera ha raccolto sin qui 5 podi, ma ha cambiato marcia da metà gennaio in poi, tanto che da quattro gare a questa parte il peggior risultato ottenuto è il quinto posto di St. Anton in supergigante. E le sue doti di atleta polivalente la pongono ora in rampa di lancio, più di quanto non lo fosse già l’altra elvetica Camille Rast, che nello slalom non ha grosse rivali ma che nelle discipline più veloci qualche difficoltà di rendimento l’ha mostrata.
La Kandahar ultimo giudice prima dei mondiali
La stagione di Coppa del Mondo è praticamente al giro di boa, con 18 gare completate e 17 ancora in programma (salvo annullamenti). Ne restano tre da disputare prima della pausa per i mondiali di Saalbach: una libera e un supergigante a Garmisch (sabato e domenica), poi uno slalom speciale a Courchevel giovedì 30.
La Kandahar di Garmisch sulla carta è favorevole a Gut-Behrami, che ha vinto 4 volte in supergigante, salendo sul podio anche in discesa. L’ultima volta che si corse sulla pista tedesca (tre anni fa) a far festa in supergigante fu però proprio Federica Brignone (ex aequo con Cornelia Huetter), che nel 2020 arrivò seconda in discesa.
Anche Sofia Goggia vanta tre secondi posti in discesa a Garmisch: la scivolata nella prima manche sulla Erta l’è costata altri punti pesanti in chiave Coppa del Mondo (è sesta a -218 punti dalla connazionale), sebbene il fatto che abbia corso appena 9 gare (concludendone 6) dimostri quanto la fuoriclasse di Bergamo Alta sia stata in realtà competitiva nel corso della prima parte di stagione.
Per riaprire i giochi, però, le servirebbe una doppietta sulla Kandahar, o qualcosa di simile: il modo migliore per mettere pressione alle avversarie e riportarsi a contatto, rimandando ogni discorso a dopo i mondiali. Perché una stagione così, con Shiffrin ai box e Gut-Beharmi sin qui meno “famelica” del dovuto, potrebbe non ricapitare più. E vale per Sofia, tanto quanto per Federica.