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Skriniar saluta l'Inter e va al Psg, il messaggio agli ex tifosi: "Ho giocato su una gamba sola"

Dal ritiro della nazionale slovacca, Milan Skriniar, dà l'addio all'Inter e parla per la prima volta di PSG. Sui social i tifosi nerazzurri dimostrano di non gradire

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

Hanno imparato a convivere con la rispettiva assenza, assaporato una separazione che la lomboglutalgia e l’operazione hanno diluito nel tempo, anticipato e forzato, senza regalare la possibilità di addolcire il finale e rendere meno netto il distacco. E, forse, è stato meglio così. Skriniar lascia l’Inter a zero, si prepara a iniziare la sua avventura sotto la Tour Eiffel e, dal ritiro della nazionale slovacca, parla per la prima volta del Paris Saint-Germain saluta il nerazzurro, scatenando un putiferio sui social.

Skriniar pronto per il PSG

Dopo 246 gare insieme, lo slovacco e i nerazzurri si dicono, forse per la prima e unica volta, addio. Un addio masticato, consumato ancora lontano dai riflettori di una Milano ferita da una finale persa a testa altissima. Un addio la cui eco assume nella testa del tifoso le sembianze di un tradimento assimilato e levigato dal tempo, ma mai affrontato realmente e che torna, oggi, per un’ultima dolorosa volta a mostrare la sua faccia più gelida:

Che cosa succederà a Parigi? Lo vedremo. L’importante è che ora io stia bene. Ho subito un infortunio importante e ho provato a recuperare il tempo perso allenandomi sempre, anche quando la squadra riposava. Ora sto bene, mi sento bene, anche se ovviamente mi manca il ritmo partita. Sono a disposizione del commissario, se dovesse decidere di schierarmi, farò di tutto per aiutare la squadra. Sono pronto e determinato.

Skriniar: “Per l’Inter ho giocato su una gamba sola”

In questi mesi, l’Inter e Simone Inzaghi non hanno patito oltremodo l’assenza di Skriniar. Lo slovacco manca dal 14 marzo scorso: dieci minuti, poco più, con il Porto agli ottavi di Champions, giocati:

su una gamba sola, perché era impossibile fare di più. Certo, avrei voluto essere in campo dall’inizio, ma è stato impossibile… avrei rischiato un infortunio più grave. Ma oggi sto benissimo. L’unica cosa di cui mi pento è di non essermi operato prima. I medici sono stati bravissimi. Quando mi sono svegliato dall’anestesia ho provato un formicolio alla gamba, che non sentivo da tempo ed è stato bello.

Inter, Skriniar dispiaciuto per la sconfitta con il City

Da lì, lo stop forzato, ma i nerazzurri si sono scoperti solidi anche senza il loro condottiero designato, aggrappati a un Francesco Acerbi capace di farsi nuovo baluardo della difesa, per guidare i suoi verso traguardi importanti e, in parte, inattesi. Due finali, un nuovo trofeo da esporre in bacheca (la Coppa Italia vinta con la Fiorentina), il terzo posto in classifica e il sogno Champions infranto solo dal destro chirurgico di Rodri, al termine di un match giocato con maturità e che lascia un senso dolce-amaro di consapevolezza nei propri mezzi:

Purtroppo – ha concluso Skriniar – è stato un addio triste e la finale di Istanbul persa con il Manchester City ci disturberà per molto tempo. Siamo stati vicini a vincere il trofeo, offrendo un’ottima prestazione. Avremmo meritato di più, ma sono orgoglioso di ciò che abbiamo fatto durante la finale.

Tifosi furiosi con Skriniar

Parole che fanno male e che sui social scatenano inevitabilmente le reazioni dei tifosi, pervase da una rabbia alimentata dai ricordi. Ricordi, in un modo o nell’altro, difficili di cancellare, ma che lasciano sul palato il gusto amaro del tradimento. Il giornalista di fede interista, Fabrizio Biasin scrive: “‘Meritavamo’. Meritavano. Robe da matti”. C’è poi chi chiede: “Ma a che titolo parla a nome dell’Inter?” e ancora: “Falso come pochi”, “La perfetta spiegazione di un comportamento ipocrita. Chiamarlo pagliaccio è fargli un complimento”.

I comenti sono veramente tanti. Un altro tifoso della Beneamata posta: “Va beh si chiama Milan, nomen omen“, e poi si legge ancora: “Lo voglio nel girone di Champions”, “Ma di suo in quest’ultima Champions non c’è nulla. Deve andare via in fretta e non parare più di noi. Tornerà come tutti gli altri rinco***oniti che sono partiti”, “Ci disturberà?? Ma se tra mezz’ora dovrà andare a Parigi… che ridicolo, sempre peggio. Molte volte meglio stare zitti…“.

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