Poteva essere una grande occasione, si è trasformata in una via crucis. Questi Europei per la Nazionale italiana targata Luciano Spalletti sono stati un autentico disastro. Che la squadra fosse molto più scarsa rispetto a quanto il calcio italiano storicamente abbia prodotto nella sua storia, era abbastanza evidente. Che questa squadra non avesse in rosa nessun campione, o addirittura nessun giocatore di talento, era pure abbastanza chiaro. Ma si sperava che il mister toscano con la sua creatività potesse trovare il modo di far risultati anche se in rosa non ci sono Maldini, Baggio, Totti o Del Piero. E invece è stato un flop totale. Il miracoloso passaggio del primo turno, giunto al termine di una partita modestissima giocata (si fa per dire) contro la Croazia, si sperava potesse essere l’inizio di un qualcosa. Pensavamo che peggio di quello che abbiamo dovuto vedere nelle prime tre partite non potesse esserci.
E invece contro la Svizzera abbiamo probabilmente assistito a una delle peggiori figure calcistiche della gloriosa storia degli Azzurri. Già dal nostro sondaggio il pubblico aveva detto in maggioranza che l’Italia non avrebbe passato il turno (questo per dire il livello di scarsa fiducia serpeggiante). Schiacciati fin dai primi minuti, palloni sempre tra i piedi degli avversari, Donnarumma come al solito straordinario a parare Embolo a pochi metri dalla porta, nessun tiro in porta verso Sommer e poi un gol (quello di Freuler) arrivato al termine di un fraseggio semplice che anche le squadre di Serie C sono capaci di fare. Ti aspetti la reazione e invece inizia il secondo tempo e dopo 30 secondi la seconda umiliazione con un triangolo elementare, i nostri a far le belle statuine e Vargas (ala sinistra che segna in media 4 gol a stagione) ci restituisce il “tiraggiro” di Zaccagni di 4 giorni fa. Poi il nulla: confusione, scoramento, manovra lentissima, azioni improvvisate, nervosismo. Una squadra inesistente. Uscire dagli Europei agli ottavi non è umiliante in sé e non lo è perdere contro la Svizzera che (ormai lo sanno tutti) non è più una squadra di formaggiai come 40 anni fa, ma una squadra di tutto rispetto; è umiliante uscire così senza combattere, senza orgoglio, senza palle. Tutte le squadre sembrano sempre più motivate e più grintose dell’Italia, anche quelle che sono oggettivamente inguardabili. Gioco assente, risultati assenti, entusiasmo assente in questi casi il primo a finire sul banco degli imputati è l’allenatore. E allora facciamo noi la domanda a voi: Spalletti deve restare al suo posto oppure deve essere sostituito?
VIRGILIO SPORT