Il mondo del calcio e in particolare i tifosi della Juventus trattengono il fiato per le condizioni di Stefano Tacconi. L’ex portiere bianconero si trova infatti ricoverato in prognosi riservata presso il reparto di neurochirurgia dell’ospedale Santi Antonio e Biagio di Alessandria dopo essere rimasto vittima di un’emorragia cerebrale.
- Stefano Tacconi, il malore ad Asti e la corsa in ospedale
- Stefano Tacconi e l'eterno dualismo con Walter Zenga
- Tacconi, bandiera e grande tifoso della Juventus
Stefano Tacconi, il malore ad Asti e la corsa in ospedale
Le prime notizie che filtrano sulle condizioni di Tacconi riportano che l’ex portiere si sarebbe sentito male nella serata di venerdì mentre si trovava al Michelerio di Asti, ospite della “Giornata delle Figurine”. Si attendono ulteriori aggiornamenti sullo stato di salute dell’ex estremo difensore nativo di Perugia, che il prossimo 13 maggio compirà 65 anni e che era ospite della cena di gala presso il ristorante Mariuccia a Pratomorone.
Stefano Tacconi e l’eterno dualismo con Walter Zenga
Dopo aver mosso i primi passi calcistici nelle giovanili dell’Inter e dopo le prime esperienze con Spoleto, Pro Patria e Livorno, Tacconi ha legato la propria carriera a quattro squadre, Sambenedettese, Avellino, Juventus e Genoa. Nella squadra marchigiana si è messo in luce in B nel 1979, curiosa analogia con Walter Zenga, del quale sarebbe stato eterno secondo in Nazionale negli anni ’80 e che proprio in rossoblù disputò una stagione in prestito dall’Inter prima di tornare alla casa madre.
Tacconi, bandiera e grande tifoso della Juventus
Dopo tre stagioni da titolare in Serie A all’Avellino, dal 1983 al 1992 Tacconi ha giocato nella Juventus, vincendo tutto: due scudetti, una Coppa Italia, una Coppa delle Coppe, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Coppa Uefa e una Supercoppa Europea, prima di concludere la carriera nel 1994 con altre due stagioni e mezzo al Genoa.
Tacconi ha disputato solo sette partite in Nazionale, tutte amichevoli, pur facendo parte della spedizione terza al Mondiale casalingo del 1990. Dopo l’addio al calcio ha fatto spesso capolino in televisione e in radio come appuntito e schietto opinionista, sempre con la Juventus nel cuore.