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Tennis, chi è Joao Fonseca: il brasiliano che somiglia a Sinner, ma stravede per Federer

Sta facendo parlare di sé Joao Fonseca, 17enne brasiliano che ha appena vinto le prime gare ATP. E che in patria chiamano curiosamente "il piccolo Sinner".

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Due indizi non fanno ancora una prova, ma stanotte potrebbe già il terzo a dare evidenza di quel che qualcuno va prefigurando da tempo. E cioè che Joao Fonseca, nato il 21 agosto 2006 a Rio de Janeiro, è destinato a diventare uno dei volti più noti del circuito ATP negli anni a venire. E non è la classica “profezia” da quattro soldi buttata lì tanto per fare un po’ di rumore: il Brasile attende un nuovo “messia” del tennis da almeno un paio di decenni, da quando cioè Guga Kuerten dettava legge sulla terra rossa di mezzo mondo (Roland Garros incluso). Chissà se i tempi siano realmente maturi per consacrare un nuovo idolo delle masse.

Una favola carioca: a Rio “vede” le semifinali

Per ora Joao Fonseca ha giocato solo in casa, almeno nel circuito dei “grandi”: l’esordio lo scorso anno al Rio Open contro Alex Molcan, quasi 800 posti nel ranking più avanti di lui. Quest’anno la seconda occasione, sempre nel torneo “di casa”, con due turni superati contro Arthur Fils (numero 44 del mondo) e Cristian Garin, il cileno attuale numero 88 del ranking.

Stanotte contro Mariano Navone, arrivato dalle qualificazioni, l’occasione è ghiotta per avanzare ancora e centrare una storica semifinale, aggiornando una volta di più il libro dei record dopo essere diventato il primo atleta nato nel 2006 a vincere una gara nel circuito ATP. E alimentando una fama che in patria lo ha già consacrato alla stregua di uno dei prospetti più attesi dei mesi a venire, appena entrato nella top 350 mondiale.

Un terraiolo che sa farsi valere anche sul cemento

Da buon carioca, Joao è un amante della terra rossa, che rimane la superficie che in Brasile va per la maggiore. Eppure il successo più importante della sua giovane carriera l’ha ottenuto sul cemento nel torneo Junior degli US Open 2023. Tra Futures e Challenger l’acuto non è ancora arrivato, ma dopo questa settimana tante cose potrebbero cambiare. Perché è facile pensare tra poco più di un mese un viaggio in Europa possa essere nell’ordine delle cose, approcciando nella maniera migliore possibile alla stagione sul rosso.

Europa che ben conosce, inclusa l’Italia: c’era lui a Torino lo scorso novembre quando l’ATP scelse alcuni giovani sparring partner per gli 8 atleti protagonisti alle Nitto ATP Finals, incluso Sinner, che col brasiliano ha avuto modo di allenarsi un paio di volte. E sarà forse anche per questo che in patria hanno cominciato a riferirsi a Fonseca con il nomignolo di “piccolo Sinner”.

Somiglia tanto a… Sinner: gambe e braccia sottili, ma tanta potenza

Non è solo una questione di opportunità, visto il periodo: Joao ricorda un po’ Sinner per quel fisico così asciutto, specie braccia e gambe, che pure riesce a sprigionare colpi potenti sia in uscita dal servizio, sia sul dritto. Ma anche il rovescio è stato affinato bene: a Rio, specie contro Fils, Fonseca ha dimostrato di saper spingere forte anche lontano dal campo, mostrando colpi lungo linea di notevole rilevanza.

Un talento svezzato dall’allenatore Guilherme Texeira, che a Rio ha un’accademia e che da anni segue con cura quasi maniacale il percorso di crescita del giovane tennista locale. Al quale ha dettato regole ben precise, vedi quella di non utilizzare i social quando è impegnato nei tornei in giro per il Sudamerica e (ormai succederà sempre più spesso) nel mondo.

Federer, l’idolo che l’ha selezionato nel suo brand

Per far capire quanto sia forte l’interesse attorno al giovane Fonseca, vi basti sapere che a 17 anni e mezzo ha già uno sponsor personale a livello di abbigliamento tecnico. E non è un’azienda qualunque ad averlo scelto: si tratta di On Running, quella ideata da Roger Federer, che ha deciso di annettere anche la promessa carioca alla sua scuderia della quale fanno parte tra gli altri Ben Shelton e Iga Swiatek.

Federer che è anche l’idolo che in qualche modo ha alimentato i sogni da bambino di Joao, il quale avrà il compito soprattutto di riportare il Brasile sulla cartina geografica del tennis mondiale, da dove è ormai assente da troppo tempo (dopo Kuerten, praticamente c’è stato il vuoto). Aspettative enormi, unite però a un’innata voglia di voler stupire. E già contro Navone nella notte italiana qualcosa di magico potrebbe avvenire.

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