Non è troppo abituato a vincere in rimonta, Jannik Sinner, ma la sensazione provata è di quelle che fanno piacere. Perché vincere è sempre bello, specialmente quando il timore di vedere vanificato tutto il lavoro fatto nei giorni precedenti (il problema all’anca c’era, c’è e, probabilmente, ci sarà anche nei prossimi giorni) era tale da arrivare persino a pensare di rinunciare a giocare per non peggiorare la situazione. Khachanov c’è rimasto male, ma Jannik ha dimostrato una volta di più di avere qualche parola in più da spendere sul campo. Perché dove non arriva la tecnica talvolta può arrivare anche la garra.
- Sinner ha saputo esaltarsi nelle difficoltà
- Il corpo ha risposto bene: "Molto meglio rispetto a ieri"
- Sinner ai quarti ormai è la costante. A Roma per fare... 13
Sinner ha saputo esaltarsi nelle difficoltà
Khachanov lo scorso anno a Madrid aveva centrato i quarti, fermato soltanto da un sontuoso Alcaraz. Quest’anno dovrà guardarli nelle vesti di spettatore, nonostante la vittoria in volata nel primo set gli aveva fatto pregustare ben altro finale di giornata. Sinner ha saputo esaltarsi nelle difficoltà, vincendo una partita “sporca” facendo leva su virtù e qualità mostrate soltanto sporadicamente negli ultimi mesi, e non perché non le possedesse. Semplicemente, la maggior parte delle vittorie erano arrivate per manifesta superiorità tecnica, mentre stavolta c’è stato da andare a ripescare la vittoria nel cestino della spazzatura.
Il corpo ha risposto bene: “Molto meglio rispetto a ieri”
“Onestamente credo di aver giocato una delle partite più difficili di tutta la mia carriera. Con Khachanov ci conosciamo talmente bene che praticamente ognuno conosce i punti di forza e i punti deboli dell’altro. Sono felice di aver vinto, ma soprattutto sono felice di aver potuto giocare tre set senza avvertire fastidi particolari. Mi sono sentito sicuramente meglio rispetto alla partita vinta contro Kotov, anche se non posso dire di sentirmi come vorrei. Sto semplicemente cercando di dare il meglio che posso dare in questo momento. Ieri ero deluso a fine partita perché sentivo che il mio corpo non rispondeva, oggi le sensazioni sono differenti”, ha commentato Jannik a fine match.
Sinner ai quarti ormai è la costante. A Roma per fare… 13
Sinner a fine match s’è complimentato con Khachanov, pur ammettendo di essersi un po’ complicato la vita da solo. “Nel primo set ho commesso troppi errori. Nel secondo ho ritrova la giusta concentrazione, poi nel terzo ho faticato di nuovo all’inizio, riuscendo però a trovare la forza e la giusta attenzione per chiudere i conti. Domani come penso che starò? Non lo so, ma sono felice di essere ancora della partita”.
Una cosa ormai abitudinaria: in tutti e quattro i Masters 1000 stagionali, Sinner ha sempre raggiunto almeno i quarti di finale (e i tre precedenti li ha tutti vinti). È soltanto il sesto giocatore a compiere tale impresa negli ultimi 13 anni, in buona compagnia con Djokovic, Federer, Nadal, Berdych e Raonic (ultimo a riuscirci nel 2016). In totale sono 12 le partecipazioni ai quarti di finale in un 1000: se tutto va come deve andare, a Roma Jannik potrà fare 13.