Nella tormenta di Valence spunta Jonathan Milan. Che sapeva di non avere margini d’errore se da qui a domenica vorrà continuare a vestire il verde bottiglia della maglia della classifica a punti. Troppo importante vincere il penultimo sprint di questa edizione del Tour: la pioggia ha reso tutto ancora più complicato, ma il toro di Buja non s’è fatto pregare e ha saputo addomesticare un asfalto viscido e infingardo con la classe che contraddistingue in veri fuoriclasse. E guai a pensare che per il solo fatto che fosse rimasto “orfano” del grande rivale Tim Merlier le cose sia siano rivelate più facili del dovuto.
- Attento e determinato: Milan non ha sbagliato una virgola
- "La pioggia ha reso tutto più difficile, felice di quel che ho fatto"
- Pogacar festeggia le 50 maglie gialle. E domani si risale
Attento e determinato: Milan non ha sbagliato una virgola
Merlier, suo malgrado, è rimasto intruppato nella caduta che a un chilometro dall’arrivo ha spezzato letteralmente in due il gruppo. Il belga non è finito a terra, ma ha dovuto mettere il piede a terra e smettere di pedalare, vedendo partire il plotoncino dei corridori che si sono giocati la volata.
Non un aspetto secondario: Milan ha rischiato a sua volta di finire a terra, ma era posizionato un po’ più avanti rispetto a Merlier, che ha pagato a caro prezzo un eccesso di confidenza (i bravi direttori sportivi lo dicono sempre ai loro atleti: anche in una volata, meglio stare sempre nelle prime posizioni e non troppo coperti quando all’arrivo mancano poche centinaia di metri”.
Milan così ha potuto giocare attirando su di sé tutti gli occhi dei rivali: rimasto senza compagni di squadra, è uscito a 200 metri dall’arrivo sfruttando anche il lavoro fatto da Ballerini (che ha chiuso quinto, appena davanti a Dainese) e ha resistito al ritorno di Meeus, battuto per una trentina di centimetri o giù di lì. Sul podio di giornata anche Lund Andersen, con De Lbie (che è velocista con un pedigree importante, ma che quest’anno al Tour non s’è fatto mai vedere) che ha chiuso al quarto posto davanti alla coppia italiana.
“La pioggia ha reso tutto più difficile, felice di quel che ho fatto”
Milan sapeva che non poteva permettersi battute d’arresto se voleva rinforzare il proprio vantaggio nella classifica della maglia verde su Pogacar, che avrà ancora almeno due tappe alpine per avvicinarsi e cercare di accorciare il gap di 72 punti dal friulano. “Oggi sapevo di giocarmi tanto, ma la pioggia ha reso tutto molto più complicato”, ha spiegato Milan dopo l’arrivo.
“Ho avuto anche un po’ di paura, perché con tutte quelle rotonde nei chilometri finali bisognava prestare molta più attenzione. Per fortuna però ne sono venuto fuori bene: Stuyven mi ha portato davanti fino a un chilometro dall’arrivo, era difficile restare compatti con il consueto treno ma ho cercato di fare il mio sprint, si vedeva anche poco ma alla fine è andata come doveva andare e sono davvero contento”. La speranza è che il vantaggio costruito su Pogacar possa resistere: “Adesso ho un paio di giornate difficili, ma speriamo che possa bastare. Andiamo avanti giorno per giorno”.
Pogacar festeggia le 50 maglie gialle. E domani si risale
Pogacar oggi se n’è stato buono, evitando qualsiasi tipo di rischio, proprio come hanno fatto tutti gli altri corridori di classifica. Da domani si ricomincia a fare sul serio: a Courchevel, passando per il Col de la Loze, la Visma di Vingegaard avrà forse l’ultima vera occasione per provare a mettere un po’ in discussione la leadership dello sloveno.
Che intanto oggi ha tagliato un altro invidiabile traguardo, a nemmeno 27 anni: quella di domani sarà la 50esima tappa in carriera nella quale partirà indossando la maglia gialla. Rispetto al record di successi di tappa, stabilito lo scorso anno da Cavendish a quota 35 (Pogacar è però minaccioso a 21…), quello delle maglie gialle complessive indossate è un po’ più complicato da raggiungere, essendo 111 i giorni che Eddy Merckx ha trascorso vestito di giallo (Armstrong secondo a 83, Hinault terzo a 79). Tecnicamente Pogacar può arrivare a 54 in questa edizione, e poi in futuro si vedrà. Ma forse questo è il pensiero che meno gli passa per la testa.