Sogna di trovare una “Pablita” che trascina l’Italdonne al Mondiale in Nuova Zelanda, si dice entusiasta del suo nuovo ruolo di presidente della Divisione serie A femminile, l’organo della Figc che gestisce il campionato professionistico italiano, e racconta come Paolo Rossi sia ancora e per sempre nella sua vita quotidiana. Federica Cappelletti, la vedova dell’ex bomber, si confessa al Corriere della Sera mentre sta per partire verso verso Australia e Nuova Zelanda, sedi del Mondiale di calcio donne al via il 20 luglio.
- Vedova Rossi rivela l'eredità morale di Pablito
- Vedova Rossi sogna impresa Italdonne ai Mondiali
- Vedova Rossi aiutata dai campioni dell'82
Vedova Rossi rivela l’eredità morale di Pablito
Nel bagaglio anche tante bandiere e felpe tricolori, Federica Cappelletti ricorda come abbia deciso di candidarsi al ruolo istituzionale: «è mia l’idea di candidarmi, amplificare il movimento femminile mi intrigava già da un po’. Il calcio è stato il pane quotidiano mio e di Paolo, che seguiva anche le ragazze. I valori dello sport e il concetto di squadra sono l’eredità di mio marito che porterò con me. Perché io? Per la determinazione nel rialzarmi subito dopo un dolore così grande, forse, nel tenere alto il nome di Paolo Rossi con la Fondazione, ambisco a fare le cose».
Chiaro il programma della Cappelletti e sul come consolidare il professionismo delle ragazze: «Con un’autonomia sostenibile della serie A, il coinvolgimento dei club, il riconoscimento da parte del Governo dell’avviamento al professionismo (che prevede sgravi fiscali per i contratti alle giovani atlete), la crescita dei vivai, una maggiore visibilità e, quindi, introiti più alti da distribuire alle società. La prossima sarà una stagione di passaggio importante: ci aspetta un lavoro enorme».
Vedova Rossi sogna impresa Italdonne ai Mondiali
Il sogno è far subito bene ai Mondiali: «Serve equilibrio, il Mondiale va affrontato con serenità. Il capocannoniere dell’82, Paolo, non arrivò certo in Spagna da messia né quell’Italia partì favorita. Sappiamo come è andata a finire. Il calcio rappresenta sempre una grande incognita: nulla è scontato».
Vedova Rossi aiutata dai campioni dell’82
I campioni del mondo ’82 le sono sempre stati vicini, rivela la vedova di Rossi: «Hanno riempito di congratulazioni per la mia elezione la chat che condividevano con Paolo. Il primo è stato Cabrini, che ha allenato la Nazionale donne, poi a ruota gli altri: Tardelli, Altobelli, Conti, Antognoni, tutti. Se hai bisogno ci saremo, hanno scritto. Mi ha fatto tanto piacere: l’Italia dell’82, in fondo, è una famiglia. Ecco, vorrei coinvolgerli, portarli allo stadio a vedere le donne. Da quando non c’è più Paolo, non mi hanno lasciata sola un attimo».
Ultima confessione su quale oggetto di Paolo porterà con sé in questo viaggio come amuleto: «La fedina che ci scambiammo all’ospedale poco prima che mio marito mancasse: no, non la fede del matrimonio, un anello ancora più speciale. Il suo ricordo è presentissimo, ma se stringo forte quella fede sento Paolo qui con me».