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Nations League, Egonu s'è presa subito la nuova Italia di Velasco. E Antropova è un valore aggiunto

A Macao sta nascendo l'Italia del futuro, che somiglia a quella del passato: Egonu titolare indiscussa, ma Antropova in uscita dalla panchina può rivelarsi devastante

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Parigi è più vicina, e a voler essere pignoli sorprende un po’ che proprio l’approssimarsi con la capitale francese, teatro dei giochi olimpici estivi, sia diretta conseguenza della… restaurazione del volley italiano. Altro che rivoluzione: quella di Julio Velasco è stata in tutto e per tutto una riproposizione di ciò che si era visto fino a un paio d’anno fa, col ritorno in pompa magna del blocco storico che la scorsa estate era stato fatto fuori dall’ex CT Davide Mazzanti. Un ritorno in auge che ha una protagonista indiscussa, quella Paola Egonu che in pochi giorni ha ripreso pieno possesso delle chiavi del sestetto azzurro.

Paola è la titolare: se qualcuno nutriva dubbi…

Sul fatto che potesse essere lei la titolare di Nations League, pochi dubbi c’erano: s’era capito da tempo che Velasco avrebbe puntato sull’opposto di Cittadella per occupare la casella di titolare di posto 2, senza lasciare troppo spazio all’immaginazione. Il dualismo con Antropova nella sua testa non è mai esistito: sin dal giorno del suo ritorno sulla panchina della nazionale femminile le gerarchie erano chiare, e magari nei colloqui che portarono alla rottura brusca con la UYBA l’argomento Egonu era già stato abbondantemente sviscerato (della serie: anche Manfredi voleva vederci chiaro, rassicurato dalla prospettiva di consegnare la panchina a un tecnico che avrebbe messo Egonu al centro del progetto).

Così nessuno s’è sorpreso troppo quando Velasco ha inserito titolare Paoletta nel match con la Francia, il primo nel quale la giocatrice di Milano s’è resa disponibile nella campagna 2024 di VNL. E dopo i 13 punti rifilati alle transalpine ne sono arrivati 20 contro la Dominicana per un doppio 3-0 che ha consegnato alle azzurre il pass per Parigi su un vassoio d’argento.

Le gerarchie di Velasco, il ruolo chiave di Antropova

Chi si aspettava una sorta di anticamera (almeno iniziale) per far posto ad Antropova, che aveva già preso parte alla prima settimana di VNL, è rimasto “deluso”. Kate ha compreso perfettamente la situazione: il suo ruolo in questa nazionale agli albori della rincorsa a una medaglia olimpica (ma la VNL conta, eccome: se dovessero andare così le cose, difficile non pensare di andare dritte al bersaglio grosso) è quello di pepita in uscita dalla panchina, col doppio cambio (Cambi e Antropova al posto di Orro ed Egonu) che rappresenta una risorsa di inestimabile valore per la nazionale azzurra.

Velasco non è tipo da girare intorno alle cose: la sua scelta è stata sin dal principio quella che ha mandato a referto nelle prime due gare della settimana di Macao, dove l’Italia tornerà in campo sabato mattina alle 6,30 italiane affrontando l’imbattuto Brasile in un match che rappresenta un test decisamente probante per capire a che punto è la costruzione della nuova (o vecchia, fate voi) creatura azzurra.

La restaurazione: stesso sestetto del mondiale 2022

Quel che stupisce è che il sestetto mandato in campo contro la Dominicana è praticamente lo stesso che un anno e mezzo fa si giocava il bronzo mondiale nella partita contro gli Stati Uniti, vinta 3-0 (e al termine arriverà il famoso sfogo di Egonu, con annessa decisione di abbandonare temporaneamente la nazionale). Orro al palleggio, Egonu opposto, Bosetti e Sylla in banda, Lubian e Danesi al centro e De Gennaro libero: incredibili le similitudini con quella squadra che agli occhi dell’allora CT Mazzanti non era più gestibile, tanto da arrivare ad ammettere di averne perso il controllo.

Quella nazionale però non aveva Antropova come opposto di riserva: il ruolo di Kate sarà fondamentale nell’economia degli equilibri e del gioco azzurro, anche perché quando è stata chiamata in causa nelle ultime due partite ha subito fatto vedere di impiegare un amen a rompere il ghiaccio. Tanto che il possibile esperimento che vorrebbe vederla schierata come schiacciatrice (l’infortunio di Pietrini, che si è operata alla spalla, è sembrato un assist perfetto per metterlo in pratica) per il momento è rimasto chiuso in un cassetto. Per ora Velasco ha tracciato la via: la partita col Brasile servirà a capire se il percorso è quello giusto, o se necessiterà di piccoli (o grandi) accorgimenti.

Week 2, Macao

  • 1 giugno, ore 6.30: Brasile-Italia
  • 2 giugno, ore 13.30: Italia-Cina

Week 3, Fukuoka

  • 11 giugno, ore 11.20: Italia-Canada
  • 14 giugno, ore 11.30: Italia-Corea del Sud
  • 15 giugno, ore 7.30: Italia-Stati Uniti
  • 16 giugno, ore 7: Serbia-Italia

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