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AIA e VAR sotto accusa, un arbitro di Serie A vuota il sacco a "Le Iene". Rocchi: "Porti le prove"

Il servizio della popolare trasmissione tv promette di sollevare un nuovo polverone sulla classe arbitrale italiana e sulle modalità di utilizzo del VAR. Se confermate, le accuse sarebbero pesantissime

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Lorenzo Marsili

Lorenzo Marsili

Sport Specialist

Giornalista pubblicista, redattore, divulgatore. E' una delle anime video del sito: racconta in immagini un evento e lo fa come pochi altri

La trasmissione Mediaset Le Iene in onda questa sera su Italia 1 torna a parlare di calcio e lo fa con un servizio che raccoglie in esclusiva la testimonianza choc rilasciata da un arbitro di Serie A ancora in attività, che rivela “gravi anomalie del sistema arbitrale in Italia” e di una “situazione insostenibile che sta condizionando le carriere di molti arbitri” e che “rischia di falsare i campionati“. Il servizio raccoglie, inoltre, le parole del designatore arbitrale, Gianluca Rocchi.

Le rivelazioni choc dell’arbitro di Serie A a Le Iene

Prosegue il periodo nero per la classe arbitrale italiana che torna al centro del dibattito dopo le scioccanti parole rilasciata a Le Iene da un direttore di gara ancora in attività, che ha voluto rimanere anonimo per evitare ripercussioni sulla propria carriera “da parte dei vertici dell’Associazione italiana arbitri”.

Firmato da Filippo Roma, il servizio andato in onda il 23 gennaio 2024, durante la puntata dalle popolare trasmissione televisiva rischia di scoperchiare un vaso di Pandora di proporzioni enormi per la classe arbitrale.

“Gravi anomalie del sistema arbitrale in Italia”

Come riportato da Sportmediaset.it, il direttore di gara ha deciso di concedere l’intervista a Le Iene per “segnalare quelle che per me, e per altri arbitri, sono delle gravi anomalie del sistema arbitrale in Italia. Parlo per amore del calcio e perché credo ancora nei principi di lealtà sportiva, ma anche perché questa situazione è diventata insostenibile e sta condizionando le carriere di molti arbitri, attraverso un sistema di valutazione del loro operato che presenta molte anomalie”.

Scendendo nel dettaglio, l’intervistato argomenta: “Quest’anno ci sono stati tantissimi errori degli arbitri in campo e al VAR che sono davvero inspiegabili, soprattutto per noi che siamo degli addetti ai lavori. Se hai delle immagini chiare davanti agli occhi e hai la possibilità di rivedere l’episodio con tante telecamere a disposizione come fai a non accorgerti dell’errore commesso dall’arbitro in campo?”.

VAR sotto accusa

Gli esempi sono quelli noti del rigore non concesso in Juve-Bologna per il fallo su Ndoye a inizio stagione, ma anche il tocco con la mano di Pulisic in Genoa-Milan e il più recente contatto tra Bastoni e Duda all’inizio dell’azione che ha deciso in favore dei nerazzurri in Inter-Verona. Tutti casi in cui non ha sbagliato solo l’arbitro ma “anche il VAR che, nonostante immagini chiare, ha deciso di perseverare nell’errore commesso“.

Rischio “campionati falsati”

Poi, su una possibile lotta intestina tra arbitri per via delle prossime elezioni federali, il direttore di gara spiega: “Questa situazione è diventata insostenibile e sta condizionando le carriere di molti di noi. Da come viene valutato un arbitro dipende il fatto che questo continui ad arbitrare o meno. Se le valutazioni dipendono da dinamiche, diciamo politiche, allora in questo modo c’è il rischio che si falsino i campionati“.

“Molti di noi – prosegue l’arbitro – hanno la forte sensazione che non sempre i voti, le valutazioni e le eventuali retrocessioni o dismissioni a fine anno dipendano esclusivamente dalle nostre prestazioni durante le partite. […] Per me e per altri arbitri ci sono delle gravi anomalie, che secondo noi condizionano il buon andamento dei campionati di calcio di Serie A e di Serie B”.

Criterio di valutazione non omogeneo

Non sempre quello che viene deciso in campo e l’intervento del VAR durante le partite segue un criterio omogeneo. A volte il VAR interviene per correggere una decisione, a volte non interviene, anche quando gli episodi sono molto molto simili, quasi identici, tra loro. […] Ma non solo, a volte la scelta delle immagini per giustificare una decisione presa non convince neanche noi addetti ai lavori. Poi si ha la sensazione che alcuni arbitri siano protetti e tutelati, sia nel voto che prendono a fine partita, sia nella spiegazione che dà la Can, la commissione arbitri nazionali, di alcuni episodi controversi. […] Non parliamo di complotto e non c’entrano le squadre, parliamo di questione arbitrale. Ci sono arbitri più protetti e meno chiamati al VAR”.

L’intervistato rivela poi come ci siano procedimenti aperti tra direttori di gara e assistenti di A e di B contro l’AIA: “Sono almeno cinque che stanno ricorrendo alle vie legali per denunciare l’Associazione Italiana Arbitri per quelle che riteniamo gravi irregolarità. Per esempio, c’è chi sbaglia e continua ad arbitrare il turno dopo come niente fosse. C’è chi invece viene fermato, che è l’unica vera punizione che colpisce l’arbitro dal punto di vista economico, ma anche della carriera. In alcuni casi, secondo il regolamento, bisognerebbe intervenire e chi è al VAR non interviene, questo va comunque a inficiare sia il risultato di una gara in campo e chiaramente nel lungo termine, condiziona anche l’andamento dei campionati di calcio“.

Uso incomprensibile del VAR

L’arbitro porta, poi, gli esempi dei mancati interventi del VAR in Salernitana-Bologna e in Juventus-Verona con gli interventi da condotta violenta di Dia e Gatti non sanzionati per un VAR che ha deciso “inspiegabilmente” di non intervenire: “Non si capisce quale sia il criterio in base al quale non sia intervenuto il VAR, perché le immagini sono chiare. Non me lo spiego […] Le regole sono certe, ma l’intervento del VAR non segue delle logiche definite“.

Poi, il discorso passa sul rigore concesso e, dopo l’intervento del VAR, tolto erroneamente al Torino nella gara di di Coppa Italia contro il Frosinone: “Il VAR non è intervenuto quando doveva intervenire e invece è intervenuto quando non doveva intervenire? Esatto, è proprio così. […] A volte la scelta delle immagini per giustificare una decisione presa non convince neanche noi addetti ai lavori”.

I casi Juve e Lazio

Accuse anche in merito alle immagini mostrate in tv per motivare le decisione del VAR, con l’arbitro che analizza la rete di Rabiot in Juventus-Roma e il frame scelto per valutare la posizione del francese al momento del tocco di Vlahovic: “il VAR ha scelto il frame del primo momento in cui il piede di Vlaovic tocca il pallone. È in questo istante che viene tracciata la linea. Dopo il primo contatto con il pallone, però, la gamba di Vlaovic compie un movimento ed è solo allora che il pallone si stacca dal suo piede. E, badate bene, che in questo spazio temporale cambia tutto lo scenario per la determinazione geografica del fuorigioco. Molti di noi ancora oggi si chiedono quale fosse il frame corretto da utilizzare per determinare il fuorigioco e nessuno della commissione arbitri ce l’ha ancora spiegato“.

E c’è il caso ancora più clamoroso della mancata espulsione di Provedel in Sassuolo-Lazio, con il VAR che sceglie immagini “chiaramente a sostegno della decisione presa dal VAR. Ma in realtà ci sono altre immagini dove si può chiaramente verificare che il pallone che è stato toccato dal portiere in un primo momento, evidentemente è stato toccato al di fuori dell’area di rigore. Che voto hanno dato all’assistente? Ha avuto un voto molto basso, molto penalizzante, quando invece doveva essere premiato perché aveva indovinato una decisione molto difficile da prendere. Ci sono i casi in cui l’arbitro fa la cosa giusta e il VAR lo corregge sbagliando, ma poi il designatore difende il VAR e penalizza l’arbitro o l’assistente“.

Infine, l’arbitro rivela: “Perché succedono queste cose dovreste chiederlo al designatore, alla commissione che gestisce, ma il caso vuole che tutte le persone che si sentono penalizzate non vengano ritenute vicine allo schieramento che sostiene la prossima probabile candidatura di un certo gruppo del mondo arbitrale e che adesso occupa i ruoli di vertice. Il problema è che se ci sono arbitri che non sbagliano e vengono sanzionati e arbitri che sbagliano e sono protetti e vengono salvati questa cosa chiaramente non funziona…”.

La versione di Gianluca Rocchi

Il servizio accoglie anche la replica del designatore arbitrale Gianluca Rocchi, che sul VAR spiega: “Stiamo cercando di spiegare e fare del nostro meglio. Fare come in Spagna con le conversazioni in sala VAR trasmesse subito alla fine della partita? Non so, vediamo”. Poi, alla rivelazione della testimonianza anonima raccolta, Rocchi taglia corto: “Diversità di valutazioni sulle prestazioni degli arbitri? Lavoriamo in una maniera soltanto per cui non abbiamo grandi problemi. Io sono trasparente con tutti su tutto“.

“Dinamiche interne che influiscono sui giudizi? Assolutamente no”, prosegue Rocchi, che aggiunge: “Per quanto riguarda le votazioni degli arbitri, io vado dritto per la mia strada, come ho sempre fatto. Se questo arbitro ha le prove, le faccia vedere, nessun problema. Io, ripeto, lavoro sempre ed esclusivamente in una maniera soltanto. Ancora più trasparenza? Più di così non so cosa dobbiamo fare, facciamo vedere tutto. Ammettiamo se sbagliamo, più di così, non sappiamo cosa fare”.

Incalzato da Filippo Roma sulle poco felici affermazioni sul rigore fallito dal Verona nella gara con l’Inter “Il rigore glielo abbiamo dato, ma lo hanno sbagliato…”, il designatore arbitrale non torna indietro e conclude: “Affermazione che è una mancanza di rispetto per il Verona? No, perché non ho detto assolutamente nulla di particolare. Trasparenza sul VAR? Non devo prometterla perché è quello che sto già facendo…”.

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