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Atletica, l'Italia vuol regalarsi un Europeo da favola: Fabbri e Jacobs le punte, Gimbo e Tortu le incognite

Scatta a Roma l'edizione numero 26 dei Campionati Europei. L'Italia pensa in grande: Jacobs e Fabbri vogliono l'oro, Furlani e Tucuceanu mine vaganti, Battocletti e Dosso per la storia

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Roberto Barbacci

Roberto Barbacci

Giornalista

Giornalista (pubblicista) sportivo a tutto campo, è il tuttologo di Virgilio Sport. Provate a chiedergli di boxe, di scherma, di volley o di curling: ve ne farà innamorare

Domani è il gran giorno. Roma è pronta a ospitare l’edizione numero 26 dei Campionati Europei di Atletica, dove l’Italia non vuol fare la parte del paese ospitante, semmai quella del paese dominante. Un proposito che dovrà giocoforza passare dai risultati che gli atleti della galassia azzurra sapranno mandare a referto, consapevoli che la nuova generazione dell’atletica italiana ha saputo già mandare segnali incoraggianti nelle ultime competizioni. L’obiettivo minimo è presto detto: abbattere il muro delle 11 medaglie conquistate due anni fa a Monaco di Baviera (tre d’oro, due d’argento e sei di bronzo), provando a inserirsi nei piani alti del medagliere della rassegna.

Jacobs, l’ora di cambiare marcia: “Sensazioni positive”

Di assi da calare la spedizione azzurra ne ha tanti. Giusto ripartire da quello che sin qui ha brillato più di tutti: Marcell Jacobs due anni fa in Baviera vinse la medaglia d’oro nei 100 e non ha intenzione di scendere dal trono continentale. Per farlo però dovrà correre più veloce del 10.03 fatto registrare una settimana fa a Oslo, appena tre centesimi sopra il tempo minimo per guadagnare il pass per Parigi 2024.

Jacobs ha fatto capire di voler puntare tanto sugli Europei di casa: nelle ultime settimane s’è diviso tra gli allenamenti a Rieti (quartier generale degli atleti che fanno riferimento a Rana Reider, il suo allenatore) e la visita a Monaco dal professore Muller-Wohlfahrt, guru nella cura dei muscoli. “Non vedo l’ora di correre davanti al pubblico italiano. Vero, c’è un po’ più di pressione, ma soprattutto c’è la voglia di dimostrare di essere sulla strada giusta verso le olimpiadi. Tenere la condizione per due mesi non è semplice, ma cercherò di farmi trovare pronto quando più conta”.

Le incognite: Tamberi e Tortu, a che punto siamo?

L’altra punta di diamante risponde al nome di Gianmarco Tamberi. Che pure arriva a Roma dopo una primavera… al buio: nessuna gara disputata in stagione, complici i problemi fisici che a maggio lo hanno costretto anche a rallentare la preparazione in vista degli appuntamenti estivi. All’Olimpico sarà comunque tra i favoriti della gara del salto in alto, ma Gimbo ha messo le mani avanti: il focus è tutto concentrato su Parigi, e dunque Roma altro non sarà, se non una tappa intermedia del percorso che dovrà portarlo a confermarsi sul trono olimpico.

In gara, sui 200, ci sarà anche Filippo Tortu, che sin qui ha faticato a trovare le risposte a lungo cercate, ma che spera di trovare sulla pista di casa quelle sensazioni perdute nelle ultime annate. E naturalmente risposte importanti dovranno arrivare anche dalle staffette: la 4×100, campione olimpica in carica, avrà l’imbarazzo della scelta (Rigali, Jacobs, Patta e Tortu, ma occhio a Simonelli e Melluzzo), la 4×400 dovrà faticare di più ma può fare la sorpresa.

Fabbri, la stella del peso (e c’è pure Weir)

Se proprio una stella deve esserci, allora quella non può che rispondere al nome di Leonardo Fabbri. Che nella stagione del getto del peso a livello mondiale è secondo soltanto a Joe Kovacs, distante 18 centesimi (22.95 la misura dell’italiano).

In Europa la classifica stagionale è dominata dagli italiani, visto che a 21.93 c’è Zane Weir, altro legittimo candidato a una medaglia. Insomma, nel peso la sensazione è che sarà una bandiera tricolore a svettare, con relativo inno di Mameli (la logica dice questo). Questa forse è la medaglia più “certa” (anche se di certo non c’è nulla) di tutta la spedizione romana.

Furlani e Iapichino, un salto nel futuro

Nel salto in lungo le carte da giocare sono duplici. Mattia Furlani in stagione ha dato spettacolo: nuovo record mondiale Under 20 con 8.36 e stessa misura del greco Tentoglou, che rimane il favorito (ha vinto anche i mondiali indoor di Glasgow, tre mesi fa). Furlani è in crescita costante: giocherà in casa, essendo nato a una cinquantina di chilometri da Roma, e pertanto avrà una voglia matta di regalarsi una medaglia d’oro che potrebbe consacrarlo nel gotha dell’atletica mondiale (e Parigi è dietro l’angolo…).

Anche in campo femminile l’Italia ha una carta pesante da giocare: Larissa Iapichino è settima nel ranking stagionale con 6.86, una decina di centimetri meno rispetto alla tedesca Mihambo, logica favorita per la vittoria finale. Ma Larissa sente che questa può essere l’occasione per svoltare definitivamente: tutta Roma farà il tifo per l’erede di Fiona May, che vuol cancellare la delusione dei mondiali dell’anno passato, quando chiuse al quinto posto.

Possibili sorprese: Crippa, Tucuceanu e Battocletti

Nel mezzofondo tutti gli occhi sono puntati su Yeman Crippa. Che correrà sulla doppia distanza: prima la mezza maratona per provare a piazzare un acuto tutt’altro che scontato, poi i 10.000 metri dove è campione europeo in carica, ma dove la concorrenza è aumentata a dismisura da due anni a questa parte.

Concorrenza che Pietro Arese troverà anche nei 1.500 metri, altra gara nella quale l’Italia punta a fare bene: il norvegese Ingebrigsten pare di un altro pianeta, ma Arese (fresco di record italiano con 3’32”13) vuol cercare almeno di andare a podio.

Va da sé che è negli 800 che l’Italia potrà calare uno degli assi migliori: Catalin Tecuceanu vanta la miglior prestazione mondiale all’aperto (1’44”01), ma la concorrenza sarà davvero molto agguerrita. Nadia Battocletti è la carta che in campo femminile proveremo a giocarci sui 5.000, gara nella quale il pronostico non sembra poi tanto chiuso come qualcuno vorrebbe far credere. Nella marcia, Lorenzo Fortunato e Antonella Palmisano faranno le prove generali in vista di Parigi: medaglie possibili, e se gira bene, perché non d’oro? Infine, le possibili sorprese: Lorenzo Simonelli nei 110 ostacoli, Alessandro Sibilio nei 400 ostacoli, Zaynab Dosso nei 100 femminili.

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