Meno di tre mesi dopo, è ancora Italia-Inghilterra.
Dall’Europeo alla Champions League, dalla finale di Wembley che ha incoronato l’Italia di Roberto Mancini a Juventus-Chelsea, sfida non paragonabile per importanza a quella dello scorso 11 luglio, ma comunque significativa per gli equilibri del gruppo H della Champions League 2021-2022, che sembra uno dei pochi raggruppamenti in cui non ci sia spazio per le sorprese, con i campioni d’Europa in carica e la squadra di Massimiliano Allegri largamente favorite per la qualificazione e pronte a giocarsi il primo posto nei due scontri diretti.
Alcuni dei protagonisti della partita tra bianconeri e Blues saranno gli stessi di Italia-Inghilterra, compreso chi, come Jorginho, sarà dalla parte opposta della barricata. Due in particolare, Leonardo Bonucci e Federico Chiesa, tra i migliori in quella notte magica per il calcio italiano.
Il difensore e l’attaccante della Juventus sono stati intervistati dalla stampa inglese a poche ore dalla gara che vedrà la retroguardia bianconera chiamata ad arginare il pericolo numero uno Romelu Lukaku.
Il leader della difesa della Juventus e della Nazionale, intervistato da ‘The Athletic’, ha confermato di essere stato molto vicino al trasferimento al Manchester City, ormai cinque anni fa: “Ho sempre avuto il sogno di essere allenato da Guardiola. Nel 2016 sono stato a un passo dal Manchester City. Eravamo arrivati agli ultimi dettagli, ma poi la Juventus decise di non vendermi”.
Il trasferimento si sarebbe tuttavia potuto concretizzare anche nel 2020…: “Anche lo scorso anno parlai con Pep che mi voleva – ha rivelato Bonucci – ma gli dissi che la Juve è casa mia e qui ero felice. Volevo recuperare il terreno perso col passaggio al Milan e tornare a essere un simbolo del club bianconero”.
Le parole più importanti, però, Bonucci le riserva per commentare l’esperienza alla Juventus di Cristiano Ronaldo:
“La presenza di Cristiano ha avuto una grande influenza su di noi, allenarci con lui è stato fantastico, ma inconsciamente i giocatori hanno iniziato a pensare che la sua presenza da sola fossa sufficiente per vincere le partite. Abbiamo iniziato a mancare un po’ nel nostro lavoro quotidiano, nell’umiltà, nel sacrificio, nella voglia di esserci giorno dopo giorno per il tuo campaign di squadra. Penso che negli ultimi anni questo si sia visto”.
Chiesa ha invece parlato al “The Telegraph”, ripercorrendo i primi, sofferti anni della propria carriera:
“Quando non giocavo nelle giovanili della Fiorentina ho pensato di smettere, ma con l’aiuto della mia famiglia mi sono allenato più duramente per crescere fisicamente. A 14 anni ero troppo piccolo e non avevo la fisicità dei miei compagni di squadra, quindi non trovavo spazio, poi è cambiato tutto”.
“Approdare alla Juventus è stato fantastico, qui conta solo vincere – ha aggiunto – Appagato dopo Euro 2020? È stata la notte più bella della mia vita, so che adesso c’è più pressione su di me, ma non mi dà fastidio, anzi mi rende ancora più entusiasta per provare a vincere di più”.